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Scrivici |La diga delle Tre Gole in Cina
- La più grande diga del mondo dove passò la Carlotto nel 1923 -
Mappa della missione del 1923. La diga delle Tre Gole è situata a monte di Ichang.
La grande diga
Cambiano i nomi ma i luoghi sono gli stessi. Lo Yang Tze Kiang si chiama ora Chang Jiang, e i suoi seimila chilometri, dalla forte corrente e dalle rapide insidiose, vengono interrotti dalla diga più grande del mondo, chiamata la Diga delle Tre Gole. Sono le stesse gole che nel 1923 vennero superate con coraggio dalla piccola cannoniera italiana Carlotto, al comando del futuro e celebre Ammiraglio Da Zara. In un viaggio di migliaia di chilometri la Carlotto rimontò la corrente, destreggiandosi tra le rapide, e salì da sola a ben duecento metri sopra il livello del mare, fino al più alto corso del fiume, ben oltre le Tre Gole. Ormai nessuno cita più, nemmeno sulle guide italiane, l’ eccezionale impresa. I pericoli e le avventure della navigazione controcorrente nascevano dalle strettoie rocciose e dal vorticoso flusso del fiume, capace di piene distruttive. Anche queste sono raccontate in modo appassionante sulla autobiografia di Da Zara (Pelle d’ammiraglio) che nessuno ristampa. Quella massa d’acqua, energia pura e via di comunicazione pericolosa, avrebbe avuto l’inevitabile destino che ha già modificato altri bacini fluviali. Una diga larga più di due chilometri e alta 185 metri sbarra il fiume, creando un immenso lago artificiale che produrrà grandi quantità di energia elettrica. Inoltre, tramite chiuse il corso diventa più navigabile per navi fino alle diecimila tonnellate. La diga permetterebbe anche di evitare le catastrofiche inondazioni del grande fiume che nel novecento hanno causato moltissime vittime (100.000 morti nel 1911, 145.000 nel 1931, 142.000 nel 1935, 30.000 nel 1954). L’opera, la maggiore mai affrontata in Cina dopo la Grande Muraglia, si pone dunque l’obiettivo di governare e sfruttare il fiume come via di comunicazione e come fonte di energia per il secondo consumatore mondiale di fonti non rinnovabili. Tuttavia, come avvenuto altrove (si pensi ai monumenti egiziani sommersi dalla diga di Assuan), l’innalzamento del livello cambia l’ambiente e la vita di uomini e animali. Tante città vengono distrutte, tracce storiche perdute, e oltre un milione di cinesi deve spostarsi, mentre il danno ecologico è facilmente intuibile con un lago di 600 chilometri. Le gole, una volta preoccupazione per la Carlotto, oggi ambiente naturale di grande fascino, vengono trasformate e dimezzate in altezza. Possiamo solo sperare che tali sacrifici per vantaggi materiali, non si sommino ad altre conseguenze, visto che opere di questa portata non consentono ripensamenti. A noi rimangono comunque le vaghe immagini di una minuscola cannoniera, col ponte a pelo d’acqua e la bandiera italiana, impegnata nell’esplorazione. Lo scopo di valutare la navigabilità e dimostrare la capacità italiana di essere presente a difendere missioni cristiane a grande distanza dalla costa, fin dentro la sterminata Cina, fu pienamente raggiunto. La Carlotto, costruita in Cina (non poteva affrontare l’oceano), fu una veterana di tante missioni e si autoaffondò al momento dell’armistizio nel 1943 a Shanghai, per evitare la cattura da parte giapponese.
Alberto Da Zara iniziò la sua carriera nella Regia Marina all’inizio del novecento, distinguendosi nella Prima Guerra Mondiale nell’occupazione dell’isola di Pelagosa in Adriatico. Comandò la Carlotto (1923) e l’Incrociatore Montecuccoli (1937), entrambi in Cina. Fu al comando o nello Stato Maggiore di varie unità da guerra (Quarto, Prestinari, Crispi, Duilio, Duca d’Aosta, Zara, Bande Nere). Condusse alla vela anche le due famose navi scuola Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo. Durante il secondo conflitto mondiale, nella Battaglia di Mezzo Giugno 1942 era l’Ammiraglio Comandante della VII Divisione Navale, composta dagli Incrociatori Eugenio di Savoia (ammiraglia), Montecuccoli, Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Muzio Attendolo. Attaccò le unità britanniche, che furono costrette a disimpegnarsi, azione per la quale fu decorato. Ebbe il compito della consegna della Flotta Italiana a Malta nel 1943.
Ecco come il giornalista e scrittore Arnaldo Cipolla scriveva del fiume e delle gole nel 1924, nel suo affascinante diario di viaggio, attraverso la Russia dei Soviet, la transiberiana e la Cina.
"La via più grandiosa e più rapida per accedere (all’interno della Cina) è quella del fiume Yang-Tse, anzi l’immensità della Cina si rivela dalle proporzioni di questa strada liquida. E’ l’arteria di un continente non di un paese. Lo si rimonta da un giorno e ci si crede ancora in mare, poiché le rive sono invisibili e solo la colorazione intensamente gialla dell’acqua carica dei detriti delle alluvioni rivela il fiume fecondante…e allorquando appaiono le sponde e le montagne e la corrente diventa più forte, si misura ancor più l’energia benefica, quando non è terribilmente distruggitrice, di questo colosso… Noi vi abbiamo la “Ermanno Carlotto” comandata dal capitano di corvetta Da Zara che ultimamente rimontò lo Yang-Tse al di là delle celeberrime “gole” , a monte di Hankow, che sono tra le sette meraviglie del mondo. Ivi il fiume si rinserra fra pareti di montagne che precipitano da mille metri d’altezza con effetti pittoreschi d’un orrido inimmaginabile, formando rapide vorticose, difficilissime alla navigazione."
Arnaldo Cipolla – Per la Siberia in Cina e Giappone – G.B.Paravia & C. – Torino 1924
Leggi la pagina di storia che parla della crociera fluviale della Carlotto
Leggi la testimonianza di un marinaio cannoniere della Carlotto nel 1936.
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