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Scrivici |I Caccia della classe Turbine - I fratelli Pini sull'Ostro
- La storia dei cacciatorpediniere gemelli dell'Espero -
Cacciatorpediniere Ostro sullo stesso scalo dell'Espero. Collezione Caligaris.
Ringraziamo Omar per le immagini dei fratelli Pini che ci ha cortesemente fornito. Ringraziamo inoltre Marco Caligaris per le immagini dell'Ostro sullo scalo, gentilmente rese reperibili dalla sua collezione.
Cacciatorpediniere validi ma sfortunati
La classe Turbine era costituita da 8 unità: Aquilone, Borea, Espero, Euro, Nembo, Ostro, Turbine, Zeffiro. Furono impostate nel 1925 e consegnate nel 1927-1928. Dislocavano 1560 tonnellate con carico normale, dotati di 3 caldaie e turbine da 40.000 cavalli che imprimevano una velocità di 36 nodi. L’armamento principale era costituito dai classici 4 pezzi da 120/45,raggruppati in due impianti binati: soluzione più leggera degli impianti singoli ma più rigida e vulnerabile. I caccia Turbine disponevano di 6 lanciasiluri e 3 mitragliere antiaeree da 40/39. Erano simili alla precedente classe Sauro, ma leggermente più grandi. Erano solo tre metri più lunghi e pesavano circa centocinquanta tonnellate in più (maggiore dotazione di nafta), però raggiungevano velocità più elevate, a conferma che la crescita in dimensioni delle unità sottili migliorava efficienza e prestazioni. Purtroppo fu una classe sfortunata, in quanto quasi tutti furono affondati o messi fuori combattimento nei primi mesi di guerra, eccetto il Turbine.
Poco dopo la sfortunata protezione al convoglio che era costata l'affondamento dell'Espero, i caccia Zeffiro e Ostro, che facevano parte della scorta, e il Nembo, vennero affondati durante gli attacchi aerei al porto di Tobruk, nel luglio 1940. Lo Zeffiro, il 5 luglio 1940, ebbe la prua asportata dall'esplosione del deposito munizioni: emergeva dall'acqua, ma non fu più recuperato. Il Nembo squarciato da un siluro, si adagiò sul fianco. Ed anche l'Ostro fu affondato da siluri aerei. Il Turbine comunque affondò il sottomarino inglese Orpheus, sempre vicino a Tobruk. Nel settembre a Bengasi furono affondati l'Aquilone, da mine, e il Borea da aerosiluranti. Nei porti del Nord Africa il pericolo non era finito anche quando si scampava alle rotte più pericolose. Infatti anche l'Euro fu gravemente colpito a Tobruk da un siluro a prora, tuttavia dopo molti mesi di riparazioni poté riprendere servizio nel 1941. L'Euro partecipò alla scorta del convoglio "Duisburg", di 7 mercantili per l'Africa, che fu interamente distrutto insieme al caccia Fulmine, in un attacco notturno. L'Euro tentò in quell'occasione il traino del caccia Libeccio (silurato mentre soccorreva i naufraghi), che affondò comunque. In quell'occasione il caccia Grecale, pure colpito gravemente, fu rimorchiato dal caccia Oriani a Taranto; gli incrociatori Trento e Trieste che fornivano protezione indiretta non riuscirono a intervenire.
La storia della classe Turbine è un esempio eloquente delle drammatiche difficoltà incontrate dalle unità minori nel difendere i collegamenti con l'Africa. Su 8 caccia ne rimanevano solo 2. Al momento dell'armistizio i superstiti Euro e Turbine erano ancora operativi nelle forze dell'Egeo, il primo al Pireo e l'altro a Lero. Il Turbine fu catturato dai tedeschi, e l'Euro fu affondato durante i bombardamenti tedeschi.
Impianto binato da 120/45 mm. "Con un cagnolino coraggioso". Album Fratelli Pini.
Il caccia Ostro - Ernesto e Guglielmo Pini
Una raccolta di fotografie stimola una ricerca sul cacciatorpediniere Ostro, della classe Turbine. Su di esso si trovavano due fratelli, Ernesto e Guglielmo Pini.
Breve storia del Regio Cacciatorpediniere Ostro
Fu l’ultimo caccia della classe Turbine ad essere consegnato alla Regia Marina, nel giugno 1928. Svolse attività di squadra nel Tirreno. Con l’Ostro andò a Monaco per i festeggiamenti della colonia italiana. Nel 1930 effettuò una crociera nell’Egeo e Dodecanneso. Prese parte alla Guerra di Spagna nel 1936-37 con missioni anticontrabbando, durante le quali silurò una nave violatrice del blocco. Nel 1939 fu assegnata a Taranto. Poco prima dell’entrata in guerra operò in Albania e in Nord Africa. Dopo l’entrata in guerra del 10 giugno 1940, il 28 giugno entrò in contatto a fuoco con gli incrociatori nemici che affondarono l’Espero, ma riuscì a salvarsi. Il 20 luglio 1940, in porto a Tobruk, fu colpito da un aerosilurante nel deposito munizioni, affondando rapidamente.
I fratelli Pini. A sinistra Guglielmo,detto Tino. A destra Ernesto.
Lancio di un siluro dal cacciatorpediniere Ostro. Album Fratelli Pini.
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