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Scrivici |Savoia
- La Monarchia e Casa Savoia -
Quanto esposto non pretende di rappresentare la storia ufficiale, ma solo
il punto di vista degli autori. E' soggettivo e può
contenere errori o imprecisioni, per cui si suggerisce di non usarlo per
ricerche e di rivolgersi a testi storici più qualificati.
Alcuni sono indicati in Bibliografia.
"Regio" Incrociatore e "Regia Marina". "R.N." come abbreviazione di Regia Nave. L'aggettivo "Regio" significava la dipendenza dal Re, supremo capo della nazione, esattamente come i Britannici ancora oggi antepongono al nome delle loro navi la sigla H.M.S. (His Majesty Ship = Nave di Sua Maestà). Ma la Regia Marina divenne Marina Militare quando il Regno d'Italia divenne Repubblica Italiana e i membri della dinastia regnante andarono in esilio. Trascorso più di mezzo secolo, il recente rientro dei Savoia in Italia assume un significato simbolico. Rappresenta la fiducia nella solidità della Repubblica, che non deve temere la Monarchia, antico nemico di un celebre referendum. Secondo molti era ingiusta e anacronistica l'esistenza di italiani ancora condannati all'esilio. La simbolica riconciliazione tra l'Italia di oggi e la Monarchia di ieri è anche l'occasione per gli Italiani di oggi di riavvicinarsi alla storia dei Savoia, che è anche storia dell'Italia. La Monarchia Sabauda ha unificato l'Italia intorno a sé, l'ha accompagnata in due guerre mondiali, nelle avventure coloniali, ha dato il potere a Mussolini e poi glielo ha tolto, arrestandolo. Due Savoia sono morti in campo di concentramento, come tanti italiani. Un cenno alla storia dei Savoia è quindi necessario.
Questo schema raccoglie e riassume i Re d'Italia (considerando anche Carlo Alberto). I Savoia hanno antiche origini ed i Re che hanno governato l'Italia appartengono tutti a quest'unica dinastia, data la recente nascita del nostro Paese. Passano solo settantasei anni tra l'Unità d'Italia (1870) e la fine della Monarchia (1946).
Vittorio Emanuele II nel 1869. Durante il suo regno avvenne l'unificazione dell'Italia, con l'annessione dell'Italia Meridionale e la presa di Roma.
Umberto I nel 1896. Durante il suo regno, con il governo Crispi, iniziò l'avventura coloniale in Eritrea (Africa).
Fu ucciso a Monza nel 1900 da un attentatore anarchico.
Vittorio Emanuele III nel 1925, vicino a Mussolini. Durante il suo lungo regno avvennero: la conquista della Libia, la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, l'affermazione del Fascismo, la partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale. Abdicò nel 1946.
Umberto II, l'ultimo Re d'Italia in una immagine del 1927, su L'Illustrazione Italiana. Regnò ufficialmente per un solo mese, nel maggio 1946, poiché, a seguito del Referendum che decise l'avvento della Repubblica, fu costretto all'esilio.
Cos'è la monarchia?
La monarchia è il governo di un uomo solo, il Re, e il ruolo viene trasmesso per via ereditaria, di padre in figlio. Grazie a queste due semplici regole la monarchia ebbe larga diffusione nel passato, dando forza allo stato con unità decisionale e rapidità di azione. Dava anche stabilità per molti anni e aveva pronta la soluzione quando la vita attiva del Re si concludeva. L'ereditarietà toglieva infatti dall'imbarazzo di trovare il successore e limitava i pretendenti, richiedendo un attributo, la discendenza, che non era facile acquisire a posteriori. Il monarca doveva però sposarsi rapidamente ed avere figli maschi. In genere si destinava al compito supremo il maschio primogenito, forse perché aveva più anni a disposizione per crescere e più probabilità di imporsi quando fosse stato necessario. Le femmine o i figli successivi non avevano diritto al regno, per evitare conflitti in famiglia su chi dovesse essere il successore. Ma se non c'era un principe, maschio, adulto e valido, bisognava ricorrere ad altri membri della famiglia o ad altre parentele. Così divenne importante per i re imparentarsi con altre famiglie loro pari, per vantare futuri diritti o difendersi da intrusi, mortificando però le preferenze dei figli a favore della superiore ragion di stato. Col tempo il fascino della monarchia declinò perché risultava evidente che le case regnanti avevano lo stesso disomogeneo assortimento di capacità ed intelligenza della gente comune. La qualità di un Re dipendeva dalla fortuna. Inoltre con il pensare moderno si riteneva meno giustificata l'assegnazione del potere unicamente per diritto di nascita. Infine, nella crescita dimensionale delle nazioni il potere doveva essere esercitato e diffuso da una vasta classe di persone, funzionari e nobili, poco preoccupati di accontentare le masse. La repressione dell'insoddisfazione non era una soluzione e anzi portò spesso a bruschi e violenti sconvolgimenti, in mezzo ai quali la monarchia poté mantenere il suo posto solo cambiando il modo di condividere il potere. Si creò quindi un gruppo dirigente sempre più rappresentativo della popolazione (le assemblee, i parlamenti) e si fissarono delle regole scritte su cui anche il Re doveva impegnarsi (gli statuti, le costituzioni). Il processo inarrestabile avrebbe portato la monarchia, non più "assoluta" ma "parlamentare" ad esercitare sempre meno il potere reale. In alcuni casi, come per l'Italia, vicende drammatiche come quelle di una guerra, portarono il popolo ad accantonare l'istituzione monarchica, sostituendola con la Repubblica cioè con un sistema dove le assemblee, elette con libere elezioni, hanno un ruolo primario e assegnano autorità e responsabilità ad un governo, che ha quindi sia i mezzi che il compito di esprimere la volontà di una gran parte del Paese.
Continua...
Le immagini e lo stemma sabaudo sono stati ripresi da una raccolta a fascicoli edita dalla Rusconi Libri nel 1984 (appena dopo la scomparsa di Umberto II) ; Foto Centro Documentazione Rusconi, Farabola
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