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Scrivici |Le mine
- Ordigni nascosti e pericolosi -
Celebre fotografia di una mina, più volte utilizzata nelle pubblicazioni dell'epoca. Prore Armate - 1943
Il funzionamento delle mine
La mina, sia marina che terrestre, è sostanzialmente una carica di esplosivo che scoppia quando si tocca o le si passa vicino. Sta nascosta, in genere sotto il pelo dell’acqua, ed è difficile da evitare. Dato che la probabilità di capitare su una singola mina è molto piccola, le mine vanno deposte in gran numero su una vasta zona, costituendo un "campo minato". Lo scoppio produce una falla nella parte immersa della nave ed è sufficiente per causare un rapido affondamento. Ovviamente la mina esploderebbe senza fare distinzione fra navi amiche e nemiche. Parte integrante dell’arma è quindi la conoscenza esatta di dove è stata collocata, informazione che deve essere ignota al nemico. Da questo consegue che il piazzamento delle mine va fatto in segreto, rapidamente e talvolta di notte. Sempre per gli stessi motivi, la mina non deve spostarsi e pertanto va ancorata al fondo con un cavo. Questa esigenza impone di collocare le mine su fondali non troppo profondi, in vicinanza delle coste, dei porti o di punti di passaggio del traffico. L’efficacia di un campo minato è massima all’inizio quando ancora il nemico non ne sospetta l’esistenza e vi capita sopra perdendo delle navi. Ma anche in seguito la mappa dei campi minati restringe le zone dove il nemico può passare senza pericolo e permette di aspettarlo al varco quando dovrà passare dalle zone libere. Le mine furono molto usate nella guerra in Mediterraneo, con numerosi affondamenti e condizionamenti importanti nelle rotte delle navi. Le mine hanno anche un notevole effetto psicologico sul nemico, creando angoscia e incertezza, e comunque richiedono precauzioni e contromisure, con uno sforzo logistico di esperti e di navi attrezzate per neutralizzarle (dragamine).
Attività posamine - Anni '40 (Collezione Trentoincina)
La stessa impostazione di base della mina utilizzava tecniche diverse sia nel funzionamento (esplosione per contatto, con rottura delle caratteristiche sporgenze, oppure per prossimità con effetto magnetico), sia nella posa (da parte di navi specializzate, i posamine, e anche sommergibili, oppure aerei). Un capitolo sempre trascurato è lo sminamento al termine di ogni conflitto, lavoro lungo e difficile che spesso reclama altre vittime. In generale le mine con il loro ruolo insidioso e "sleale" vengono disprezzate rispetto al combattimento diretto ad armi pari, e vengono criticate per il fatto che colpiscono chiunque, anche a guerra finita. Tuttavia in nessuna guerra si è voluto rinunciare a quest’arma.
Bonifica di La Spezia
L’Ammiraglio Maugeri, a cui era stato assegnato il compito di ripristinare la base di La Spezia alla fine della guerra, trovò 314 relitti grandi e piccoli affondati nella rada del porto. Ma il problema maggiore era la presenza di un centinaio di mine magnetiche subacquee piazzate dai Tedeschi in ritirata. La mescolanza di mine e relitti rendeva il lavoro difficilissimo. I Britannici prestarono tre dragamine ben attrezzati e il lavoro iniziò in modo promettente. Purtroppo una di queste navi saltò in aria durante lo sminamento di Genova (il fatto dà l’idea di quanto lavoro pericoloso si stesse facendo in quel periodo in tutta Italia). Inevitabilmente i dragamine rimasti furono ritirati dai Britannici e si dovette continuare con i nostri, assai meno attrezzati. Il lavoro richiese diciotto mesi con vari incidenti, tra cui la perdita di un rimorchiatore, una lancia e quindici persone in totale.
Continua...
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