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Scrivici |La Regia Nave Libia
- Una nave che ha rappresentato l'Italia nel mondo -
Il Libia in bacino. (Fotografia fornita da Nicola Maggiani)
Ringraziamo Nicola Maggiani per l'immagine della nave in bacino.
Crociera intorno al mondo e presidio in Cina
L’Incrociatore Libia fu realizzato presso il cantiere Ansaldo di Genova, completando una costruzione iniziata nel 1911 per la Turchia, che avrebbe dovuto chiamarsi Drama. A causa della guerra italo-turca (in Libia) l’incrociatore fu invece requisito per la Regia Marina e terminato nel 1913 come progettato, con il nome di “Libia”.
Si trattava di un incrociatore protetto, discretamente veloce e bene armato ma di scarsa corazzatura, quasi un esploratore. Questo tipo di unità poteva precedere una formazione di navi da battaglia individuando ed eliminando la minaccia di eventuali siluranti o torpediniere, per le quali aveva abbastanza armi e velocità. Però tale ruolo esplorativo sarebbe stato svolto sempre più dalle forze aeree, rendendo quindi obsolete tali unità.
Il Libia ebbe un impiego limitato durante la Grande Guerra (si veda comunque la nota aggiunta di seguito). Nel 1917 fu dislocato in Grecia e poi in acque albanesi fino alla fine del conflitto.
Dopo il conflitto mondiale, per le sue caratteristiche ormai poco adatte al confronto navale, essendo comunque una nave di ragguardevoli dimensioni, con alloggi comodi e buone qualità nautiche, si pensò di utilizzarla per crociere oceaniche e rappresentanza o stazionamento in luoghi lontani.
Compì quindi un giro del mondo (con il Comandante Burzagli), partendo da Napoli il 10 marzo 1921 e tornando a Taranto il 20 febbraio 1923. Raggiunse Cuba, i Caraibi, il Canale di Panama, il Perù, S.Diego e S.Francisco, Pearl Harbor, Sidney e Melbourne, arrivando a Shanghai il 19 maggio 1922 (abbiamo citato solo una parte dei porti visitati, 59 in totale, in 44.200 miglia di navigazione). Durante il giro del mondo il Libia rimase in Cina circa sei mesi, con vari spostamenti secondo le esigenze di protezione dei connazionali.
Il Libia fu inviato ancora in Estremo Oriente nel 1924 (con il Comandante Moreno) a sostituire la Calabria, per affiancare le piccole unità Carlotto e Caboto. Il Libia stazionava spesso a Shanghai, spostandosi sia a nord nel golfo di Ta ku, sia toccando altri porti fino al Giappone, oppure spingendosi a sud fino ad Hong-kong. In alcune occasioni fornì parte della compagnia da sbarco per rafforzare i contingenti a terra. Nel maggio 1925 risalì lo Yang-tze-kiang fino ad Hankow. Nel 1929, spostandosi ad assistere l’equipaggio del caccia Muggia (affondato sulle rocce), il Libia subì una collisione con un mercantile cinese, che affondò; i marinai del Libia salvarono diversi naufraghi cinesi. Nel 1931 risalì ancora lo Yang-tze-kiang e l’anno successivo si recò in Giappone. Al comando del Libia si avvicendarono i comandanti Alessio (1925), Miraglia (1927), Pini (1929), Bacci (1932).
Il Libia, dopo il viaggio che l’aveva fatto conoscere in tutto il mondo alle comunità straniere e italiane, dedicò alla Cina il resto della sua vita operativa, fino al rientro nel 1933 e disarmo. Per quasi un decennio fu una costante della presenza della Regia Marina italiana in Estremo Oriente.
Nota sul Libia nella Grande Guerra
Anche sulla scheda dedicata dall'Ufficio Storico sul Libia non si fa cenno a particolare coinvolgimento della nave nella Prima Guerra Mondiale. Ci viene però segnalato da Quartu S.Elena (Cagliari) la storia del concittadino Capo Cannoniere Luigi Olla, Medaglia d'Argento al Valor Militare, deceduto in seguito all'affondamento del Cacciatorpediniere Turbine il 24 maggio 1915. L'evento accadde nei pressi di Pelagosa in Adriatico in seguito ad uno scontro con una forza navale austriaca che aveva bombardato Barletta nel mattino di quel primo giorno di guerra. A questa azione prese parte l’esploratore austriaco Helgoland che bombardò la città e contro il quale mossero per attaccarlo Aquilone e Turbine. I superstiti ed i feriti, compreso il comandate del Turbine, furono soccorsi dall’incrociatore Libia, a bordo del quale Luigi Olla morì, a seguito delle ferite prodotte da schegge di proiettili. Il certificato di morte, fu redatto dal commissario di bordo del Libia, Capitano Riccardo di Martino. Il Libia, in navigazione da Pelagosa, lasciò il corpo del caduto al Comando della Piazza di Brindisi. Ringraziamo il Signor Marco Alfredo Secci per la cortese segnalazione.
Il Libia in Cina, probabilmente a Shanghai sul Wan-Poo, con a fianco il Cacciatorpediniere Espero (1932), ormeggiato alle celebri boe. (Fotografia Armando Caligaris)
Il Libia dislocava 3.800 tonnellate ed era armato con 2 pezzi da 152/50 e 8 da 120/45; lunghezza 111,9 metri e 23 nodi di velocità. Equipaggio: 10 ufficiali e 300 tra sottufficiali e comuni. Mancavano doppifondi e protezione verticale, con la sola protezione orizzontale offerta da un ponte corazzato di 38 mm al centro. Le macchine da 12.500 cavalli erano costituite da due motrici alternative a quattro cilindri a triplice espansione, alimentate da 16 caldaie, con carbone come combustibile.
Un piccolo aneddoto: durante la sosta nei porti americani divenne famosa la cambusa del Libia. Nel corso delle numerose visite a bordo, gli americani in pieno proibizionismo scoprivano la bontà della grappa e del vermouth , cordialmente offerti agli ospiti.
Il nonno di Nicola Maggiani a sinistra nella fotografia. Probabilmente fu imbarcato sul Libia e fu a Tientsin nel 1932.
Leggi la pagina di Shanghai che parla del Libia
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