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Scrivici |In viaggio in Cina con Cipolla: 1923.
- La Cina del Nord, negli anni venti: la Grande Muraglia. -
La parte orientale del grande viaggio di Cipolla (G.B. Paravia & C - Torino 1924).
Shanghaikwan, agosto 1923
Nel 1924, il giornalista e scrittore Arnaldo Cipolla nel corso di un lungo viaggio attraverso la Russia, la Cina e il Giappone, scrisse un interessante diario, di cui riportiamo alcuni estratti e informazioni. Termini e parole testuali sono indicate tra virgolette.
Cipolla arrivando in treno da Mukden, si ferma di notte a Shanghaikwan, distante qualche chilometro dal mare, che segna l’origine della Grande Muraglia. In questo luogo esiste un forte italiano, costruito all’epoca della guerra dei boxers, un frammento d’Italia da visitare. Ma il tempo è veramente brutto.
“Intravedo fra i rovesci d’acqua una figura che si calca in testa un berretto da marinaio, per non farselo portar via dal vento. E, sul berretto un nome di nave italiana “Caboto”. -Italia!- grido. “Vossia è o’ giornalista?”- mi domanda il marinaio. – Ci sta pure o’ Comandante!” – aggiunge. Presentazioni sotto la bufera. Il ministro d’Italia in Cina, Vittorio Cerruti, che è in villeggiatura al forte, mi ha mandato incontro il comandante Jacchino con una gentilissima lettera di benvenuto. Dalla stazione al forte vi sono sette chilometri che si percorrono in trolley trainato da un mulo su di una piccola Decauville. La strada conduce anche ai forti inglese e francese che sorgono non lungi dal nostro e che sono presidiati il primo da un reggimento indiano e il secondo da soldati tonchinesi. Il ministro Cerruti suppone ch’io sia giunto a Mukden dal Giappone e dall’Italia, via America. Anch’esso non immagina che diciotto giorni fa ero a Mosca e che la Transiberiana funziona.”
La Grande Muraglia in una fotografia di Armando Caligaris.
Il giorno dopo risplende il sole. Il forte, addossato alla Muraglia, dopo oltre vent’anni è ancora tenuto dalla Regia Marina e vi sventola il tricolore, la cui vista provoca a Cipolla una certa emozione in un luogo così lontano dal proprio paese. La Grande Muraglia appare in tutta la sua bellezza, prolungandosi dal mare fino a confondersi con la cresta delle montagne. Cipolla è affascinato dal fatto che l’antica costruzione, ormai inservibile, abbia contribuito come barriera fisica all’isolamento e protezione culturale della Cina, consolidando attraverso i secoli una unità etnica, di costumi e stili di vita, che rende difficile invadere e dividere il Paese, meglio di qualsiasi difesa tradizionale odierna. Secondo Cipolla nessuno potrà mai attentare all’unità della Cina.
Cipolla narra delle battaglie degli eserciti e fazioni che tormentano internamente la Cina, del banditismo, dello spirito cinese di tendenza pacifista, e dell’instabilità nazionale.
Racconta poi delle escursioni a dorso di mulo nella zona con il ministro, tra riflessioni e annotazioni. Nonostante il codino dei cinesi (segno di sottomissione alla dinastia Manciù) sia stato abbandonato o proibito, vi sono ancora alcuni che lo portano, con un permesso. Uno di questi è Jean, il boy principale del ministro, che è cristiano e di nobili origini. Nei campi i contadini sono vestiti tutti nello stesso modo, con la tipica uniformità della Cina, tutti con abiti tela blu scura e con il cappello tipico cinese, di paglia. Cipolla osserva che intorno alla Grande Muraglia si vedono tombe, cumuli di terra, lapidi, e boschetti intorno ai tumuli di personaggi più importanti. I morti sono onnipresenti e sepolti ovunque, dove capita o dove preferivano in vita. Sono dappertutto e l’aria della campagna sembra a Cipolla costantemente impregnata di un odore sgradevole, di cadavere. D’altra parte le coltivazioni devono sfruttare ogni spazio e in fondo, anche questo è concime. Anche le acque sono inquinate perché attraversano prima o poi cimiteri e terreni dove si trovano sepolture, spesso a poca profondità, talvolta affioranti. Il mulo di Cipolla sfonda con gli zoccoli il coperchio di una bara. Cipolla ci stupisce continuamente per il suo ritmo narrativo, lo stile di chi non si stupisce mai. E pensare che affronterà tale scabroso e funebre argomento nientemeno che nel Palazzo d'Estate dell'Imperatrice.
Le escursioni con il ministro Cerruti permettono di osservare la continua variabilità della Muraglia, nella forma e nei materiali. Si passa dalle pietre squadrate a piccoli blocchi ai mattoni, molto più grossi di quelli europei. La Muraglia è in molti tratti perfettamente conservata, con merli, feritoie, torri quadre, porte. Queste sono veri edifici, alti due o tre piani, anche doppie – e la seconda è sempre ad angolo retto con la prima. Ma la Muraglia è spesso caduta, diroccata, ridotta a cava di materiali da costruzione. Cipolla sottolinea la mancanza nella costruzione di grandi blocchi, architravi, pezzi architettonici, come in Europa, che richiedano l’impiego di macchine o attrezzature edili. Ciò potrebbe essere dovuto alla grande abbondanza di manodopera che non rendeva conveniente modalità costruttive diverse dal lavoro umano. Così la Muraglia appare a Cipolla come l’opera infinita di formiche, realizzazione lenta pietra su pietra. Cipolla nota che anche a Tientsin l’impresa che costruisce i canali non ricorre a macchine escavatrici o draghe, basandosi solo sul lavoro manuale.
Nell’aria umida e fresca di una grotta, vicino a una statua del Budda, ascoltando il canto delle cicale, si riposano e conversano dell'attualità cinese, di cui Cipolla annota la sintesi del ministro (certamente condizionata dagli standard occidentali).
“Una Repubblica senza Presidente e con un Imperatore semi-prigioniero e detronizzato e con un governo centrale a Pechino sprovvisto di ogni potere fuori dalla capitale.
Il Parlamento non conosce le sue attribuzioni e confonde il potere legislativo con l’esecutivo e il giudiziario.
I governatori militari delle province fanno, sostenuti dalle loro soldatesche, quello che...vogliono.
La marina militare indipendente dal governo centrale sostiene l’uno o l’altro dei satrapi provinciali.
Non esiste più in Cina amministrazione statale finanziaria di sorta.
La giustizia è sistematicamente denegata in tutte le questioni fra stranieri e cinesi.
Le comunicazioni ferroviarie (5000 km circa) minacciano di interrompersi per totale mancanza di manutenzione.
Il governo è completamente insolvente.
Gli uomini politici e i funzionari hanno raggiunto un grado di corruzione insorpassabile.
La guerra civile al Nord sta per riaccendersi, mentre al Centro e al Sud dura da due anni.”
Accendono una bacchetta d’incenso e poi riprendono il cammino.
Alcune immagini e la pianta della zona del forte di Shanghaikwan, sono visibili in una pagina relativa a un marinaio del Battaglione San Marco.
Arnaldo Cipolla – Per la Siberia in Cina e Giappone – G.B.Paravia & C. – Torino 1924
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