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Scrivici |Il forte italiano di Shan Hai Kuan
- Un lontano presidio della Regia Marina in Cina -
Mappa della zona intorno a Shan Hai Kuan (disegno Trentoincina ricavato da "le Regie truppe in Estremo Oriente 1900-1901"). Nella piccola immagine un particolare dell'interno del forte italiano.
Ringraziamo Paolo Mazzini per le immagini gentilmente fornite dalla sua collezione.
Shan-Hai-Kuan, un passaggio chiave
Shan Hai Kuan (o Shanghaikwan)era una località di importanza strategica sulla costa nord orientale del golfo di Chili. Il nome cinese significherebbe “tra i monti e il mare”. Si trovava infatti al termine della Grande Muraglia dove questa arrivava al mare, dove finiva la lunga fortificazione ed era più probabile un attacco o un aggiramento. Il sistema difensivo terminale della Muraglia comprendeva almeno 7 forti già presenti nell’anno 1900, durante la guerra con le grandi potenze occidentali. Si trattava di una zona di confine dove un presidio permetteva di bloccare o controllare il passaggio. Alcuni forti erano parte integrante della Muraglia, mentre altri erano separati e su linee fortificate diverse permettendo sia un blocco in profondità da eventuali attacchi, sia un fuoco laterale sugli attaccanti, sia una difesa verso eventuali offensive dal mare. Le operazioni militari di inizio secolo portarono quindi all’occupazione occidentale dei forti e la successiva determinazione di mantenervi delle truppe, anche per l’importanza delle vie di comunicazione in prossimità della costa. A differenza delle secche di Ta Ku, che costringevano le navi occidentali a mantenersi a grande distanza da terra, qui le condizioni erano più favorevoli per l’approdo e lo sbarco era meno impegnativo. In questo punto veniva a passare anche la ferrovia che univa Tientsin con la Manciuria, la Corea, e la transiberiana. Per tutta la prima metà del novecento le navi occidentali potevano quindi sfruttare questa località per approvvigionarsi di carburante e cibi freschi, oltre che scaricare materiali o truppe con la possibilità di trasportarli velocemente verso Tientsin e Pechino, utilizzando la ferrovia. Era una base importante da non perdere. Shan Hai Kuan era in sintesi un posto di confine isolato dove le fortificazioni controllavano la ferrovia, in prossimità del mare ma lontano da centri abitati importanti, dove bisognava mantenere una presenza militare ma dove non c’erano grandi distrazioni. Certo, per un militare non era interessante come Shanghai, Tientsin, Pechino. Eppure molti militari italiani della Regia Marina furono assegnati per brevi periodi al forte di Shan Hai Kuan e poche immagini nei loro album bastano per ricordare il loro servizio in questo avamposto sperduto. Da qui si poteva visitare la Grande Muraglia, con il suo perdersi nell’infinito, lo snodarsi del muro morbido e sinuoso che seguiva i profili delle montagne, scandito dalle torri, opera immensa e stupefacente. Anche questo monumento venne immortalato ed è bene ricordare che non era stato ancora restaurato o ricostruito, pertanto le immagini apparentemente attuali vanno osservate con un altro sguardo.
Ingresso del Forte Italiano di Shan Hai Kuan negli anni trenta (collezione Paolo Mazzini)
Trovarsi a Shan Hai Kuan
In questa località sostò Cipolla nel 1924 durante il suo viaggio attraverso la transiberiana, giungendo qui per ferrovia. Il suo racconto, di cui abbiamo già parlato, ci porta dentro il forte italiano con pochi ma importanti dettagli: la breve distanza dalla ferrovia, la ferrovia a scartamento ridotto (“Decauville”), la distanza di sette chilometri dal mare, le escursioni nella zona e le riflessioni del console italiano. Anche per i militari qui presenti i soggetti da fotografare sarebbero stati sempre gli stessi: l’angusto ingresso fra i terrapieni, gli spiazzi alberati, il cimelio del vecchio cannone dalla bocca scheggiata e con le ruote di legno nella piazzetta Enrico Toti. Anche il giardino, i lavatoi, le feste in costume, sono soggetti che vennero ritratti all’interno del forte. Una scritta all’interno dell’ingresso rende più facile l’identificazione del forte con una frase di Mussolini: “Forte Italiano di Shan Hai Kuan, sentinella avanzatissima della civiltà romana”. Un’altra scritta recitava: “Dio, Patria, Re”. Una alternativa fotografica erano le uscite dal forte, i bagni di mare sulla costa vicina, oppure le passeggiate in gruppo per gli aspri paesaggi dei dintorni. Diversivi stimolanti rispetto alla noiosa regolarità della vita militare di un presidio.
Il vecchio cannone all'interno del forte, con Virgilio Mazzini al centro. Altre immagini di escursioni, negli anni 1933-1936 (collezione Paolo Mazzini)
Un piccolo presidio
A parte il drammatico inizio secolo, il distaccamento presso Shan Hai Kuan avrebbe avuto sempre un significato simbolico piuttosto che una forza efficace per opporsi ad azioni veramente ostili. La conquista del forte nell’ottobre del 1900 era avvenuta con una forza internazionale di almeno duemila uomini che aveva occupato alcune località costiere, tra cui Shan hai Kuan. Qui giunsero le navi italiane Giava e Vittor Pisani. L’occupazione avvenne senza il contrasto dei cinesi che avevano già abbandonato le fortificazioni. Vi furono solo alcuni scontri in zone aperte. Il comandante dell’Armata internazionale assegnò alle varie nazioni i forti occupati: il n.1 alle forze combinate, il n.2 agli Italiani, il n.3 ai Francesi, il n.4 agli Inglesi, il n.5 e n.7 ai Russi, il n.6 ai giapponesi. In seguito, nel forte italiano i bersaglieri che avevano partecipato alle operazioni vennero sostituiti da una compagnia di marinai. Nel 1902 veniva riconosciuto il diritto italiano a mantenervi un contingente, che però l’anno dopo si riduceva a soli 20 marinai. Nel 1906 venivano ritirati anche questi. Nel 1918 tornava la presenza italiana con scarico di materiali giunti via nave per le operazioni verso la transiberiana. Nel 1931 il presidio veniva rinforzato, ma nel 1937 veniva abbandonato a seguito dell’avanzata giapponese. Nel 1940, all’inizio del secondo conflitto mondiale, le forze militari della Regia Marina di stanza in Cina erano più o meno così ripartite: 200 a Shanghai, 180 a Tientsin, 30 a Pechino, 20 a Shan Hai Kuan,.
Panoramiche della Grande Muraglia negli anni trenta (collezione Paolo Mazzini)
Altre immagini di Virgilio Mazzini sono visibili nelle pagine delle Testimonianze.
Per una descrizione del forte di Shan-hai-kuan e dintorni si veda la pagina relativa del diario di viaggio di Arnaldo Cipolla, che si fermò nella località nel 1924.
Informazioni reperibili su:
Le Regie truppe in Estremo Oriente 1900-1901, di L.De Courten e G.Sargeri - Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito
La Marina italiana in Estremo Oriente 1866-2000, di C.Paoletti - Ufficio Storico della Marina Militare
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