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Scrivici |Shanghai, la città
- Cinesi e occidentali nella metropoli orientale -
Shanghai, grande città cosmopolita degli anni Trenta
La grande città era il maggiore centro industriale e commerciale della Cina, una zona densamente popolata e cosmopolita, ricca di contrasti e opportunità, un richiamo irresistibile sia per le masse cinesi che per le potenze occidentali. Shanghai si trovava alla foce dello Jang-tze-kiang, grande arteria di comunicazione con l’interno, con un porto capace di accogliere a breve distanza le navi mercantili e da guerra delle nazioni europee. La zona era avvantaggiata dalla extraterritorialità con imposte in grado di favorire il commercio, tenendo lontani anche conflitti e disordini che tormentavano la Cina, poiché contendenti in guerra sospendevano qui ogni ostilità. La città esibiva maestosi palazzi europei lungo il Bund, fronte urbano verso le acque del Wang-poo, lo specchio d’acqua dove trovavano ormeggio cannoniere e incrociatori, come il Trento. Gli occidentali portavano i loro costumi e rituali, con cinema e locali notturni, luoghi sportivi e club esclusivi, tra grandi magazzini, giardini, fontane, tram e un traffico automobilistico notevole per l’epoca. Vicina eppure separata risiedeva la vasta comunità cinese, con costruzioni in legno, officine artigianali, negozi, fabbriche, nei bassifondi dove prosperavano attività illecite e traffici, alimentati dalla presenza del denaro e delle opportunità. Una prostituta ogni 130 abitanti, contro i 480 di Parigi e i 960 di Londra, oppure i 1500 covi di fumatori d’oppio, danno la misura della trasgressione e corruzione di una città dove tutto era lecito e possibile, con una criminalità diffusa e incontrollabile. Nell’aria malsana di queste zone povertà, denutrizione, malattie erano la regola con un’alta mortalità che si aggiungeva a quella causata dal crimine. Ogni anno si raccoglievano trentamila cadaveri per le strade. Nessuno salvava chi annegava nel fiume per non assumersi la responsabilità di mantenerlo dopo. Un mondo brulicante e pieno di contrasti, dove trovava posto lo spionaggio o le speranze di ogni immigrato. Ma questa zona franca, portando vicine comunità nemiche, come cinesi e giapponesi, era anche il luogo più facile ad accendersi facendo divampare i conflitti.
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