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Scrivici |Enigma e Bletchley Park
- Il sistema di decifrazione -
La macchina di decifrazione Enigma (disegno Trentoincina)
Il funzionamento di Enigma
Enigma era una macchina elettromeccanica impostata giornalmente per convertire un testo in un altro, il messaggio cifrato, che poi veniva trasmesso via radio in modo telegrafico. Chi riceveva il messaggio utilizzava una macchina identica, impostata quel giorno nello stesso modo per decifrarlo, ottenendo il testo di partenza. Enigma aveva una tastiera meccanica come quella di una macchina da scrivere, che veniva usata per digitare il testo. Il movimento meccanico di ogni tasto faceva avanzare in modo diverso tre rotori, dischi posti sullo stesso asse con delle lettere sul bordo visibile. Il tasto chiudeva un contatto elettrico che (usando una batteria interna) mandava corrente ai rotori. I rotori avevano dei contatti che trasmettevano la corrente da uno all’altro e infine un contatto finale che illuminava una lampadina (fra tante) associata ad una lettera, la quale veniva riportata sul foglio del messaggio da trasmettere. L’avanzamento meccanico faceva in modo che una lettera digitata non desse mai una stessa lettera corrispondente. Tutto dipendeva dalla posizione di partenza dei tre rotori, le cui lettere visibili costituivano l’impostazione della macchina (adottata sia dal mittente che dal ricevente). Ad Enigma vennero aggiunti degli ulteriori meccanismi per aumentarne la sicurezza, ovvero un pannello di commutazione (per variare con degli spinotti le corrispondenze di lettere), ulteriori passaggi dei contatti (con un contatto riflettore che faceva passare la corrente di nuovo attraverso altri contatti dei rotori) e anche altri rotori intercambiabili, oppure un rotore aggiuntivo, portando a 4 i rotori collegati. A partire dalla macchina disponibile vi erano modi diversi di usarla per complicare il processo e rendere più sicura la cifratura, ad esempio aggiungendo alla conversione meccanica una ulteriore conversione tramite tabelle esterne alla macchina.
Prima della guerra
Enigma venne prodotta e presentata commercialmente nel 1923 a Berna in Svizzera. Lo strumento stava divenendo indispensabile per reggere al crescente traffico radio, mantenendo praticità assieme alla sicurezza. Pertanto venne adottata dalle forze armate tedesche sul finire degli anni venti, con alcuni perfezionamenti segreti. L’Enigma commerciale era stata studiata e analizzata dallo spionaggio polacco. L’Enigma militare tedesca venne dotata di un pannello di commutazione aggiuntivo per variare la corrispondenza delle lettere. Tramite una spia tedesca (Hans-Thilo Schmidt) poi scoperta e fucilata, l’impostazione giornaliera, il pannello di commutazione e altre informazioni vennero usati dai Polacchi per progredire nella conoscenza e decifrazione. La prassi di inserire due volte l’impostazione iniziale (cifrata) della macchina nei messaggi permise a Rejewsky nel 1933 di conoscere la disposizione dei contatti dei tre rotori. Il rotore che si muoveva per primo era sempre il destro, che lasciava fermi gli altri per ventisei lettere, come se la macchina avesse un solo rotore. La stabilità delle regolazioni con molti messaggi (grave errore) fornì sufficiente casistica. All’epoca i Polacchi arrivarono a leggere il traffico cifrato militare tedesco giorno per giorno. La versione commerciale di Enigma fu usata da Italiani e Tedeschi nella guerra di Spagna. Tra il 1936 e 1938 i tedeschi resero più complessa e mutevole la macchina e il suo uso (pannello di commutazione, riflettore, frequenza delle regolazioni). Lo spionaggio polacco costruì allora delle repliche di Enigma per metterle in contatto tra loro e provare elettricamente le combinazioni, chiamando “bomba” tale apparato. Nel dicembre 1938 l’aggiunta di due nuovi rotori e l’aumento degli spinotti modificati nel pannello ad ogni messaggio, moltiplicò a tal punto le combinazioni da impedire ai polacchi la decifrazione, con gli strumenti disponibili. Alla vigilia dell’invasione tedesca i polacchi rivelarono le loro conquiste ormai inutili a francesi e inglesi, fornendo anche una replica della macchina. Tali conoscenze permisero un prezioso progresso delle conoscenze dello spionaggio britannico, che nel frattempo studiava il problema e stava predisponendo una organizzazione adeguata alle future necessità belliche. In quel momento i tedeschi erano convinti di aver raggiunto la totale sicurezza di Enigma.
La difficoltà di decifrazione
Purtroppo il mondo della decifrazione diventa subito difficile da seguire e capire, per la sua complessità. Ci limitiamo a far notare che con Enigma la corrispondenza di una stessa lettera digitata con tante diverse, secondo la sequenza, rendeva impossibile una semplice decifrazione in base alla ricorrenza statistica (ogni lettera alfabetica ha una percentuale di presenza nella lingua, che renderebbe facili e limitati i tentativi di individuazione). Per forzare la codifica, bisognava dunque affrontare il problema per via matematica, ma era anche necessario sapere come era fatta la macchina per individuare equazioni e variabili, in gran numero e di difficile soluzione. Le regole fedelmente seguite dai tedeschi nel cambiare qualcosa solo a certe scadenze, o la pigrizia e gli errori, erano utili nella decifrazione, perché trasformavano per un certo tempo delle variabili in costanti. Ma anche arrivando a conoscere il comportamento della macchina in ogni componente, le frequenti regolazioni e cambiamenti ostacolavano la decifrazione. Bisognava dunque avvalersi di contributi esterni, come la cattura di informazioni e documenti su unità nemiche. Infine bisognava compensare la complessità con mezzi automatici, organizzati, guidati da abili menti matematiche capaci di intuizione. Un faticoso e lungo lavoro che poteva essere compromesso da un uso maldestro delle decifrazioni. Approfittare delle informazioni per attaccare il nemico a colpo sicuro, poteva dimostrare di conoscere i messaggi, se non c’erano altre spiegazioni. Il solo sospetto poteva indurre il nemico a cambiare qualcosa, distruggendo il lavoro di mesi e di anni, soprattutto con effetti determinanti sulla guerra. Per questi motivi si tentava di non divulgare mai i messaggi così com’erano, tantomeno ai massimi vertici politici e militari, troppo spesso incapaci e disattenti nel capirne le conseguenze. Per non parlare dei giornalisti che ampliavano, su base fondata e infondata, voci con effetto disastroso sul lavoro di spionaggio, problema sempre attuale. Il personale addetto alla decifrazione veniva istruito sulla riservatezza, sia sulle risposte da dare a chi faceva domande, sia sulla reale possibilità di fucilazione anche per informazioni rivelate attraverso genitori e parenti, una mentalità che sarebbe rimasta per sempre (anche dopo la guerra) in chi svolgeva quel compito. Queste ragioni e la guerra fredda che seguì (con alleati che divennero nemici), sono alla base della lentezza con cui arriviamo a conoscere i sorprendenti retroscena della decifrazione nella seconda guerra mondiale.
Le varianti introdotte nel tempo dai Tedeschi produssero peggioramenti temporanei nella capacità britannica di leggere i messaggi. Ma la base di conoscenza raggiunta, il contributo di geniali matematici, la cattura organizzata o casuale di informazioni, la meccanizzazione dei tentativi, portarono comunque alla decifrazione. All’inizio la casistica dei tentativi da fare richiedeva un tempo talmente lungo da rendere tardiva e inutile la decifrazione. L’uso di macchine specializzate, le “bombe” (simulanti le macchine Enigma), col metodo cosiddetto della “forza bruta”, risultò quindi indispensabile e crescente. La bravura e l’intuito dei cervelli addetti al lavoro, riducevano i tentativi da fare, compensando i limiti delle macchine britanniche, almeno fino a quando non entrarono in gioco gli Americani, producendo velocemente macchine in gran numero e più potenti, antenate dei futuri computer. Fu per avere il loro contributo che i Britannici, gelosi delle loro conoscenze e timorosi che venissero scoperte, decisero alla fine di collaborare e fornire informazioni di dettaglio.
Il Centro di decifrazione di Bletchley Park
Il centro segreto scelto era una residenza di campagna con un vasto parco, 50 miglia a nord est di Londra, forse non a caso situata tra Oxford e Cambridge, due tra le migliori università britanniche da cui vennero reclutate menti brillanti, capaci, anticonvenzionali (tra questi Twinn, Turing, Welchman, Jeffreys). B.P. era una casa colonica in mattoni, acquistata nell’ottocento da un agente di cambio e ristrutturata in uno stile di dubbio gusto, ma non bastava certo alle esigenze complesse e crescenti dello spionaggio. Nel corso della guerra Bletchley Park si popolò di migliaia di persone, distribuite nei vari uffici e “baracche”, costruzioni temporanee esterne ai fabbricati e spesso dedicate esclusivamente ad un compito o tipologia di lavoro. La sezione Enigma fu collocata nel Cottage, un edificio basso che era una ex scuderia. Il centralino telefonico fu messo nella sala da biliardo. Nelle stanze dei bambini si effettuava la decifrazione dei messaggi delle S.S. e della polizia tedesca. Se B.P. aveva molti difetti era anche vicina alle linee di comunicazione e ad altri servizi. Era ormai passato molto tempo dalla celebre “stanza 40” della Prima Guerra Mondiale, e il lavoro doveva divenire di tipo industriale con grandi volumi di documenti da trattare. Era dunque richiesto anche personale impiegatizio, determinato, con grande resistenza al lavoro ripetitivo. Se Dilly Knox era il capo geniale ed esperto, Welchman diveniva l’organizzatore, reclutando Milner-Barrry, campione di scacchi, che poi avrebbe comandato la Baracca 6, sede dell’organizzazione. A sua volta Milner-Barry avrebbe portato Alexander, un altro scacchista e docente mancato a Cambridge, alla guida dei crittoanalisti della Marina (Baracca 8). Costantemente si sarebbero cercate risorse di ogni livello, dall’impiegato al genio, con test attitudinali, fino alle gare pubbliche di cruciverba, alla ricerca di capacità mai cercate prima. Se nel 1939 e 1940 il lavoro era già partito, era inizialmente frustrante per la scarsa considerazione con cui i vertici militari tenevano i messaggi provenienti dalla decifrazione (problema analogo al precedente conflitto mondiale). Poi la loro importanza venne compresa appieno e divenne frustrante la temporanea incapacità per le crescenti difficoltà nel forzare i codici. Tuttavia la riservatezza sistematica impediva a gran parte del personale di B.P. di sapere se il proprio lavoro, spesso incomprensibile, sarebbe servito a qualcosa. Pertanto l’impegno collettivo, comunque serrato e tenace, è degno di riconoscimento per i risultati concreti a cui portò. Probabilmente l’ambiente ricostruito nel film "Enigma" può fornire un’idea abbastanza vicina alla realtà del mondo particolare e dell’attività che si svolgeva a Bletchley Park.
Dettagli e retroscena
Abbiamo scelto e citiamo di seguito alcuni eventi chiave del conflitto dove Enigma avrebbe avuto un ruolo significativo. Alcune citazioni saranno forse già note ai più informati. Tuttavia, col trascorrere del tempo si aggiungono anche dettagli minimi, finora sconosciuti e segreti, che contribuiscono a farsi un’idea più completa. Durante il conflitto Enigma veniva usata diversamente dalle varie Armi tedesche, con la codifica più difficile e accurata da parte della Marina, dove quella degli U-boot era chiamata chiave “Squalo”. Ecco alcuni esempi, dove indichiamo la data di decifrazione nota: per la Luftwaffe, Marrone, decif. 2/9/1940, Rossa (strategica) decif. 20/5/1940, Azzurra decif. 28/8/1941. Per il Coordinamento aeronautica-esercito, Gialla decif.10/4/1940. Per l’Esercito, Fringuello decif.17/9/1941 (nordafrica), Fenice (corpo d’armata) , Avvoltoio (fronte russo). Per la Marina, Delfino (acque interne Atlantico e Baltico), Focena (mediterraneo). Per le SS, Arancione. Per la Polizia, chiavi manuali (di cui parliamo in seguito).
Matapan
Durante la guerra di Spagna, fu rilevato del traffico della Regia Marina italiana con Enigma senza pannello di commutazione, poi ripreso dopo l’entrata in guerra (decifrato nel settembre 1940). Da questo nel marzo 1941 fu decifrato a Bletchley park un messaggio da Roma a Rodi sull’uscita della flotta al comando dell’Ammiraglio Iachino, tre giorni prima, che fu inoltrato in codice sicuro all’Ammiraglio Cunningham il 26/3/1941, ore 8.20. Fu subito attribuito ad una operazione contro il traffico britannico nel Mediterraneo orientale, attivando le operazioni occulte (sospensione convoglio e uscita notturna delle corazzate da Alessandria) che avrebbero portato allo scontro di Gaudo e al disastro di Matapan. Dietro insistenze di Dilly Knox (personaggio chiave dello spionaggio dagli anni venti, proprio quello che aveva ricevuto la replica Enigma dai polacchi) , Cunningham inviò una pattuglia da ricognizione per simulare la causa di avvistamento.
Russia
Furono rilevate delle comunicazioni con Enigma, senza pannello di commutazione, delle ferrovie tedesche, decifrate nel luglio 1940 e poi ricomparse verso marzo 1941. Evidenziavano strani trasporti di mezzi corazzati, sintomo della prossima invasione della Russia, che fu suggerita da Churchill a Stalin, originando però in quest’ultimo sospetti verso l’alleato invece che contromisure. L’impossibilità di dichiarare la fonte, per la sfiducia nella capacità di segretezza sovietica, impediva di parlare chiaro, con possibili malintesi. Nonostante fosse stato deciso di non spiare i messaggi dell’alleato sovietico, il loro contenuto veniva trovato da Bletchley Park al momento di decifrare alcuni messaggi tedeschi Enigma che ne parlavano. Alcune informazioni avevano impatto diretto sulle operazioni militari e andavano comunicate. Il tentativo di allertare i sovietici, anche ai fini di una maggiore accuratezza, ottenne invece l’effetto di convincerli dello spionaggio alleato ai loro danni, con conseguenze negative sul lungo termine.
Bismarck
Nel maggio 1941, le decifrazioni di Bletchley Park con un mese di ritardo (a causa della complessità e numero dei tentativi) sulle operazioni preparatorie della Bismarck, comunque ne avevano fatto prevedere in tempo l’uscita in atlantico. Tramite radiogonometria e analisi del traffico venne scoperto il passaggio del controllo radio della corazzata da Wilhelmshaven a Parigi, ipotizzando il rientro verso porti francesi (Harry Hinsley, Baracca 8 di B.P.). Tramite la richiesta del generale Jeschonnek, vicecapo di stato maggiore della Luftwaffe, che chiedeva informazioni sul figlio guardiamarina a bordo della nave e dove si stava dirigendo (Brest), trasmesso con Enigma, chiave Rossa dell’Aeronautica, decifrato da Bletchley Park, fu possibile indirizzare un idrovolante Catalina che avvistò la Bismarck il 26/5/1941 a 690 miglia da Brest, dirigendo l’attacco aerosilurante che la immobilizzò e ne decretò la fine. Per le otto navi di rifornimento e meteorologiche di supporto alla Bismarck, di cui si riuscì a decifrarne i movimenti, fu deciso di non affondarle tutte per sviare i sospetti sulla fonte. Tuttavia anche quelle risparmiate, vennero perdute dai tedeschi per attacchi casuali, con gravi rischi di svelare la decifrazione.
Navi italiane affondate
Tra luglio e ottobre 1942 furono affondate dai Britannici in Mediterraneo circa 170.000 tonnellate di naviglio mercantile, con rifornimenti destinati al fronte africano, quasi esclusivamente attraverso le informazioni decifrate da Bletchley Park. Ciò avveniva grazie ai messaggi italiani trasmessi tramite la insicura macchina C38 Hagelin e a quelli tedeschi tramite Enigma con il codice Fringuello (dell’esercito in nord Africa). Dal 13/3/1941 la Baracca 3 di B.P. trasmetteva direttamente al comando britannico al Cairo. Un ufficio apposito riceveva dati decifrati sul carico delle navi e sulla rotta, valutava i fabbisogni critici delle forze italo-tedesche di Rommel , circa munizioni anticarro, granate, pneumatici, gasolio, benzina (anche in base alle richieste di sollecito rifornimenti, pure decifrate), selezionando di conseguenza le navi da affondare in modo prioritario per ottenere il massimo effetto. In questo modo si arrivò ad affondare in ottobre quasi metà del traffico e soprattutto le petroliere (Arca, Proserpina, Luisiano in un paio di giorni a fine mese, con una perdita totale di ottomila tonnellate di carburante ), paralizzando le forze corazzate con effetti immediati sul campo. Anche la intenzionale attesa di Montgomery prima di attaccare le forze tedesche, nonostante i solleciti di Churchill, sarebbe originata dalle certezze offerte dalle informazioni provenienti della decifrazione Enigma sulla situazione nemica del carburante. Si ricordi che Churchill, come suo costume, pretendeva di visionare direttamente i messaggi originali, litigando con i responsabili di B.P. che parafrasavano i contenuti o preferivano dialogare direttamente con i livelli operativi, a cui passavano solo quello che serviva.
Crimini di guerra
Durante l’invasione della Russia la decifrazione a Bletchley Park di rapporti delle SS e della polizia tedesca con chiave manuale, discontinui a causa della distanza di rilevazione, rivelarono le persecuzioni ebraiche e le esecuzioni in massa di civili e militari russi, la cui sintesi venne trasmessa a Churchill, che denunciò pubblicamente lo sterminio (24/8/1941). Purtroppo, come previsto da Bletchley Park, ed effettivamente rilevato e decifrato, fu intuita dai nazisti la fonte crittoanalitica poiché ne seguirono disposizioni e precauzioni, inizialmente inefficaci, poi efficaci dal novembre 1942. La sezione relativa di Bletchley Park fu quindi portata a 500 persone. In quel periodo i servizi segreti americani e britannici decisero di organizzare la documentazione per un futuro processo per crimini di guerra. Poi, avvicinandosi il processo di Norimberga, la grande disponibilità di documenti sequestrati portò alla decisione congiunta di tenere segreta l’opera di Bletchley Park.
Informazioni reperibili su "La guerra dei Codici" di Stephen Budiansky - Garzanti 2002,2006
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