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Scrivici |La Cina 1920 di Antonio Alberti
- Immagini di un album e ricordi dell'Estremo Oriente -
Immagini inedite del periodo 1920-1922 in Cina.
Ringraziamo Luciano Alberti per aver cortesemente reso disponibili le immagini dell'Album del padre Antonio.
Un album.
Un album di fotografie, con altri documenti, raccoglie i ricordi del servizio nella Regia Marina negli anni venti del novecento. Sono tracce del passato che rimangono e un giorno vengono guardate con attenzione, quando magari il protagonista non c'è più a corredarle di racconti. Iniziano dunque domande e voglia di ricerca, per dare un nome a luoghi e situazioni.
Un percorso tutt'altro che raro, dato che generazioni di marinai prestarono servizio in Estremo Oriente e portarono a casa immagini, per testimoniare la loro esperienza. Ovviamente c'è molto in comune tra questi diari di viaggio, navi ben conosciute e vedute della Cina, eppure c'è sempre qualcosa di nuovo e interessante in ogni esperienza. Luciano Alberti condivide con noi alcune di queste immagini lasciate dal padre e cogliamo l'occasione per commentarle, un viaggio nel viaggio.
Ritratto del Marinaio Antonio Alberti a Spezia (Torpediniere sommergibili, categoria di appartenenza E: elettricista). Studio Michelotto.
Antonio Alberti
Antonio Alberti di Zoppola (Pordenone), classe 1899, entrò nella Regia Marina nel 1916. Divenuto Torpediniere scelto, fu imbarcato sulla Corazzata Giulio Cesare. Fatta la Scuola Sommergibilisti nel 1919, passò sui sommergibili dove nel corso del 1920 fu imbarcato su F16, F15, Marcello, Torricelli.
Alla fine del 1920 venne trasferito in Cina dove prese servizio sulle Cannoniere Carlotto e Caboto. Divenuto Sottocapo nel 1921, rientrò in Italia nel 1922 e venne congedato l'anno successivo.
Riguardo alla sua partenza per la Cina, raccontava che di stanza presso l'Arsenale di Venezia uscì una sera senza permesso. La ronda lo fermò e subì ovviamente una punizione. Poco dopo si presentò al Comandante lamentando che nella sua permanenza a Venezia non accadeva mai niente. Venne accontentato, trasferendolo in Cina! Vi arrivò dopo un viaggio in nave, durato 40 giorni. Certo avrebbe avuto qualcosa da raccontare.
E' così che nasce la sua esperienza in Estremo Oriente, da cui Antonio Alberti riportò molti ricordi e logicamente anche fotografie, da lui raccolte in un album. Il figlio Luciano ha ripreso in esame i documenti e con alcune ricerche ha ricostruito parte delle informazioni mancanti. Luciano ricorda che a circa dieci anni trascrisse i nomi sull'album, sotto dettatura del padre, nel modo come venivano pronunciati; oggi è riuscito a individuarli nei luoghi corrispondenti, lavoro che non è ancora completato.
La scuola allievi, la corazzata Giulio Cesare, documenti della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, una cartolina indirizzata sul sommergibile Torricelli: momenti anteriori alla missione in Cina.
Immagini come parole.
Una immagine vale più di mille parole, si dice, e tale moderno concetto valeva già agli inizi del novecento.
Ogni marinaio che si recava in Estremo Oriente era cosciente di vivere un'esperienza eccezionale e voleva fissarla in ogni modo. Voleva certo farne tesoro, riportarla
alla famiglia, tramandarla ai figli. Ma descrivere a parole non è facile, c'era il rischio di non essere creduto, come Marco Polo. Le immagini erano invece un “documento”, soprattutto parlavano da sole. Così venivano acquistate quelle fatte da un fotografo professionista, oppure chi poteva disporre di una macchina fotografica, costruiva un suo racconto, come nell'Album di Antonio Alberti, tutte immagini amatoriali e inedite. Ognuna di esse costruisce un frammento della storia, descrive ambiente e persone.
Alcune immagini dei luoghi, della folla, barche o risciò, corrisponde all'impatto che tutti riportavano dalla Cina: dimensioni delle masse e degli spazi, diversi dalla piccola Europa. I dettagli ci mostrano le umili condizioni della popolazione, aspetto che colpì Alberti.
L'acqua era un fondamentale ed economico mezzo di comunicazione, utilizzato per ogni attività commerciale, contesto di vita e strumento per spostarsi. Ma l'acqua poteva risultare pericolosa e ostile, bisognava fare attenzione a tifoni, maree, rischi della navigazione, ben superiori a quanto poteva accadere in mediterraneo.
La Cina colpiva il visitatore anche con le tracce della sua millenaria civiltà e i momenti di libertà venivano spesso impiegati per visitare monumenti, costruzioni, giardini: un campionario di luoghi che non manca mai in questi album, esattamente come oggi i luoghi da fotografare sono gli stessi per ogni turista.
La diversità incontrata in Cina era lo sfondo classico di tante foto, dove il soggetto era spesso costituito dagli amici, i compagni con cui si condividevano le esperienze nei momenti di libertà. Talvolta i compagni non ricordavano il nome, come si vede nella cartolina, dove "Antonio" è scambiato con "Alberto". Quando il servizio impediva di allontanarsi dalla nave, si fotografavano le persone nel luogo di lavoro, che era anche una specie di casa, in mancanza del proprio Paese lontano.
In realtà ogni evento grande o piccolo, un gioco fra marinai o una cerimonia pubblica, un funerale, un bagno al mare, una passeggiata, una formazione di calcio, una conversazione nei parchi delle zone occidentali, una visita o servizio in una missione, erano situazioni che meritavano uno scatto, traccia che sarebbe poi arrivata fino a noi. Veramente c'è l'imbarazzo della scelta fra questi frammenti del passato, ognuno capace di riassumere ricordi e storie, che nel loro insieme costruiscono la testimonianza di essere stati “in Cina”, quasi un secolo fa.
Non mancate dunque di guardare la nostra Galleria di Immagini, qui sotto.
Immagini di gruppo sulla cannoniera Sebastiano Caboto.
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