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Scrivici |Alpini in Cina nel 1918 - Il diario di Enzo Fulcheris
- Artiglieria da montagna a difesa della Transiberiana -
Enzo Fulcheris in divisa da Alpino artigliere.
Si ringrazia il signor Alessandro Fulcheris che ci ha inviato le pagine del diario di Enzo Fulcheris, fratello del nonno Aldo, e le fotografie di questa pagina.
Il diario di viaggio di Enzo Fulcheris (frammenti) in missione in Estremo Oriente
"Dal mese di marzo era pronta una sezione di Artiglieria da Montagna a Torino di stanza per la Cina. Difatti il giorno 1 luglio si partiva. In tutti noi regnava un po’ di rancore nel pensare che si andava così lontano, difatti alle ore 7,15 il treno si metteva in moto e si partì facendo la linea Asti – Alessandria – Genova – Pisa – Livorno – Roma – Napoli ove pareva già a noi gran parte una cosa straordinaria. La nostra permanenza a Napoli fu di nove giorni. Nei medesimi giorni si cominciava già a caricare il materiale a bordo del Roma nave mercantile della Marittima Italiana. Nei giorni di permanenza a Napoli si prese alloggio nella caserma Terzo Granatieri ove si godeva la bellissima consolazione di pulci in quantità infinita. Il giorno 9 ci imbarchiamo a bordo: difatti alle prime ore del 10 il Roma si staccava dal porto accompagnato da una torpediniera. Il giorno 10 verso sera si arrivò a Messina, ove ci fermiamo due ore circa. Colà ancora si vedevano le macerie della catastrofe del 1908. Alle quattro di sera si parte sempre scortati, ma, benché non fossero date a conoscere a noi le nuove insidie della guerra, sul mare si comprendeva che sarebbe stato fatale un siluramento in quel punto dato che lo stretto è sempre agitato da forti correnti burrascose. Quindi sempre col salvagente alla vita si prosegue il viaggio e si arrivò all’Isola di Malta, ove vaghe voci portarono notizia che due piroscafi francesi che dovevano fare il nostro viaggio furono buttati ai pesci. Facendo due giorni di fermata in detta isola e partendo in ritardo, cosicché in questo modo operando si poté passare liberi. Si arriva a Port Said in Egitto, ma porto inglese già abitato dai mori. I costumi ridicoli ci impressionarono molto, tanto più a sentirli a cantare lavorando come usanza sua. Lì si fece rifornimento di carbone e di acqua stando fermi 24 ore. Si riparte. Per un giorno e mezzo si viaggia nel Canale di Suez, ove è cosa mirabile il lavoro fatto per la sua costruzione tanto più tutto attorno c’erano ancora reticolati e molti altri preparativi di guerra. Si incominciò a vedere cammelli e bestie diverse per il deserto. Finisce il canale e si sbocca nel Mar Rosso ove il 30 luglio si arriva a Massaua, Porto della Colonia Eritrea Italiana. Lì pure gente nera come il carbone…"
Enzo Fulcheris fu inviato con il piroscafo Roma nel luglio del 1918 a Tientsin con la sua batteria di artiglieria da montagna. Sarebbe purtoppo deceduto insieme alla madre durante una rapina poco dopo il ritorno in patria.
Batteria di Artiglieria da Montagna, sezione speciale in Estremo Oriente Primo Pezzo.
Alpini Artiglieri in Cina
Durante la prima guerra mondiale la Cina, inizialmente neutrale, aderì nel 1917 alla causa alleata. Nell'estate del 1918 fu costituito un Corpo di Spedizione in Estremo Oriente. Erano circa 1300 uomini appartenenti a un battaglione comprendente la Legione Redenta e un battaglione dell'85° fanteria, due sezioni mitragliatrici, una di artiglieria da montagna, la 159° CCRR e aliquote dei servizi e delle salmerie. L'obiettivo del corpo di spedizione era la difesa della ferrovia Transiberiana in Manciuria a sostegno dei Russi "Bianchi" contro i bolscevichi. La parte del Corpo di spedizione proveniente dall'Italia (tra cui l'Artiglieria da Montagna) e da Massaua viaggiò a bordo del Piroscafo Roma che partì da Napoli il 9 luglio 1918 per arrivare in Cina il 30 di agosto, sbarcando all'approdo di Shan Hai Kwan. Da lì proseguirono per Tientsin dove si unirono il 6 settembre 900 uomini del Battaglione Irredenti di Tientsin. Gli Irredenti in Cina erano italiani militanti nell'esercito austro-ungarico e presenti come prigionieri di guerra in Russia. Tra il 1916 e il 1917 la missione militare italiana in carica ne aveva rintracciati e rimpatriati in Italia oltre 4000. Con la rivoluzione del 1917 risultò impossibile il rimpatrio per via di terra e si decise di trasferirli a Tientsin sempre via terra. Furono ufficialmente riconosciuti e inquadrati nell'aprile 1918 nelle forze armate italiane. Il maggiore dei Carabinieri Cosma Manera della missione militare riuscì a riportare in Italia ben 10000 irredenti. Il corpo di spedizione e gli irredenti parteciparono a combattimenti tra maggio e giugno 1919. L'8 agosto 1919 il corpo di spedizione italiano fu rimpatriato.
Bibliografia: La Marina Italiana in Estremo Oriente 1866-2000. Ciro Paoletti. Ufficio Storico della Marina Militare.
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