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Scrivici |Salvarsi dall'affondamento del F.14
- 6 agosto 1928, speronamento e tentativi di salvataggio -
Il sommergibile F.14 in navigazione dal quindicinale "L'Italia Marinara" n.14 dell'agosto 1928. Sotto un brano della lettera di Alessandro Bellato.
Ringraziamo Carla Bellato Ortale per la lettera e la documentazione cortesemente inviate. Ringraziamo anche Gaetano Nieddu e Antonello Goi per i loro gentili contributi.
La tragedia vista da vicino
Alessandro Bellato, marinaio di circa vent’anni, motorista destinato ad uscire in mare con il sommergibile F.14, per un banale contrattempo non riuscì a salire a bordo, per quella che sarebbe stata l’ultima uscita dello sfortunato battello. Venuto a conoscenza dell’incidente, emozionato per lo scampato pericolo e al tempo stesso sgomento per la sorte dei compagni, scrisse alla sorella per informarla, anche perché la notizia si sarebbe subito diffusa sui giornali. E’ una semplice lettera che contiene molteplici considerazioni, le preoccupazioni per la famiglia e la madre, la visione religiosa della propria fortuna e l’impegno di ringraziamento, il desiderio di una rapida conferma che la lettera sia stata ricevuta. Ma è anche interessante come testimonianza di un marinaio che conosce di persona i protagonisti, si reca sul luogo, parla con i palombari, è quasi un superstite. La lettera fu scritta “in diretta”, quando ancora la tragedia non si era compiuta e si poteva avere qualche speranza. Vengono citati alcuni particolari meno noti rispetto ai rapporti ufficiali: la grande velocità del caccia, il sommergibile ancora sommerso, il mare molto agitato durante il recupero. Dettagli che potrebbero essere significativi per spiegare meglio la collisione e l’insuccesso dei soccorsi. Una lettera con i vissuti personali sembrerebbe aggiungere poco alla Storia ufficiale già scritta, ma ha il suo valore anche perché è un frammento degli eventi, altrimenti destinato a perdersi. Alessandro Bellato è scomparso nel 1985 e la figlia Carla Bellato Ortale ricorda che il padre si commuoveva profondamente al pensiero di quel giorno, pensando all’equipaggio, ai compagni, al suo capo motorista Giacomo Carbone.
Immagini di Alessandro Bellato durante il giuramento e l'addestramento a Pola.
Carissima sorella Maria,
vengo con la mia per farti sapere una mia grande fortuna. Come forse saprete dai giornali che qui vicino a Pola , cioè a Rovigno è affondato un sommergibile (F.14) il quale ero io destinato ad essere imbarcato con gli altri miei poveri compagni. Il destino volle che proprio pochi minuti prima io mi trovassi fuori bordo cioè sopra una piccola nave, non posso ora spiegarti com’è avvenuta la mia fortuna, te la farò sapere ma sappi sia che sono salvo, invece che miei altri 26 compagni sono in fondo al mare alla profondità di più di 40 metri. Questo affondamento è successo ieri mattina 6 c.m. causato da uno speronamento di un caccia torpediniera (Missori) il quale a grande velocità lo investì, il sommergibile, che si trovava sotto l’acqua a pochi metri, e subito affondò. Si sta ora per salvarlo, perché a quanto pare dentro si sente che ci sono ancora gli uomini vivi, però non tutti di sicuro. Sarà grande difficoltà a salvarli. E da ieri mattina 6 che due grandi gru con palombari si sta lavorando ma purtroppo forse così si riuscirà a portare l’equipaggio in salvo, perché vi è per sfortuna un mare cattivissimo e molto agitato. Sono stato io pochi minuti fa vicino al disastro e come dicono i palombari che 8 persone non rispondono più all’appello. Maria vengo a te perché avrei piacere che tu facessi accendere una o anche due candele alla Madonna della Consolata di Torino che quella volle che io mi salvassi da questa grave disgrazia. Fammi sapere se ciò che ora ti chiesi tu lo fai perché io l’ho promesso di farlo. Ti prego di non far sapere nulla a mamma perché se la potrebbe prendere a male e poi questo sarei sicuro che le farebbe molto male sentire questo pericolo. Se sui giornali vi si trova qualche cosa tu cercherai di convincerla che io non c’ero e che forse io non lo saprò nemmeno. Dunque fammi sapere subito risposta che io appena ho più tempo ti farò sapere com’è venuta questa fatale disgrazia che noi tutti motoristi ne siamo molto rattristati e ansiosi di sapere se i nostri camerati si potranno salvarsi (ma sarà grave la difficoltà del salvataggio). Attendo subito e sii segreta, specialmente in famiglia. Ricevi un bacio dal tuo fratello Sandro. Attendo subito come tu farai per farmi il favore a te chiesto. Ho di sicuro qualche buona anima che prega per me o una grazia ricevuta dalla Madonna. Di salute sto bene. Ciao.
In alto le lapidi di due concittadini de La Maddalena gentilmente fornite dal Sig.Nieddu. In basso una drammatica istantanea del recupero delle salme in bacino, ancora allagato (archivio Trentoincina).
Ricordi
La tragedia del sommergibile F.14, avvenuta in tempo di pace e divulgata ampiamente, coinvolse tanti all’epoca, lasciando tracce permanenti nella memoria. Così l’esistenza delle pagine del sito sul F.14 riaccende oggi i ricordi (anche tramandati) di chi era più vicino alle vittime oppure a conoscenza di qualche informazione meno nota.
Il signor Gaetano Nieddu ci ha ricordato che il sommergibile aveva a bordo sei giovanissimi allievi motoristi che prendevano parte a quella che doveva essere la loro prima ed ultima esperienza sui sommergibili. Due di loro, Carlo Cenni di 21 anni e Giuseppe Doero di 20 anni erano suoi concittadini, originari della Maddalena in Sardegna. Quando si provvide al triste recupero delle salme, i corpi dei due giovani allievi, vennero trovati abbracciati. Il signor Nieddu ci ha gentilmente inviato un'immagine delle loro tombe, nel sacrario della M.M. di la Maddalena, dove sono stati sepolti, l'uno accanto all'altro.
Il signor Goi , ci ha inviato immagini del padre (che saranno oggetto di una prossima pagina) sui sommergibili F.17, Argonauta ed F.14. Di quest’ultimo anticipiamo qui una foto della torretta e del comandante (non è lo sfortunato comandante Wiel).
Sul ponte del F.14 una immagine anteriore all'epoca dei fatti, gentilmente fornita dal Sig.Goi: il padre, Aldo Nello Goi, è accovacciato e con la pipa.
Attività del sommergibile F.14
Spesso si parla del sommergibile F.14 soltanto per il drammatico incidente, omettendo che l’unità ebbe comunque una vita operativa, iniziata già durante il primo conflitto mondiale. Il Sommergibile F14 entrò in servizio il 30 aprile 1917, al comando del T.V. Amilcare Casarano nell’Alto Tirreno, con base a La Spezia. In luglio si trasferì in Adriatico. Svolse numerose missioni offensive, tra cui il superamento di sbarramenti di mine con agguato all’ingresso del porto di Pola. Nel 1918 il comando fu assunto dal T.V. Giuseppe Curci. Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, l’unità operò da Sebenico sulla costa dalmata, in attività legate allo sminamento. Rientrato a Venezia svolse funzioni di addestramento. Nell’ottobre 1925 entrò nella Divisione sommergibili con sede a Brindisi. Il 5 agosto 1928, quando fu speronato e affondato a Pola, prendeva parte ad una esercitazione della Squadra.
Suggeriamo di continuare per vedere una breve Rassegna Stampa, molto interessante, con pubblicazioni dell'epoca (gentilmente fornite dalla signora Carla Bellato Ortale).
Continua...
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