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Scrivici |Mostra fotografica dei sommergibili italiani
- All’Accademia Navale di Livorno la mostra: Vele d'acciaio. -
Immagini della mostra Vele d'acciaio. Ordinate dello scafo resistente di un sommergibile in costruzione.
Dal 9 al 17 aprile 2011.
Si apre sabato 9 aprile alle ore 10 presso l’Accademia Navale di Livorno, in viale Italia 72, la mostra fotografica "Vele d’acciaio. La tecnologia di costruzione dei sommergibili fra Livorno e La Spezia nella storia dagli archivi fotografici italiani” curata da Irene Taddei che rimarrà aperta fino al 17 aprile come evento collaterale del 28°Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno (Tan).
Si tratta di rare fotografie d’epoca che raccontano la storia dei sommergibili italiani costruiti a Livorno e La Spezia dal 1890, epoca del varo all’Arsenale di La Spezia del primo sommergibile italiano, il “Delfino”, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il titolo si richiama alla “vela d’acciaio”, il nome comune che viene dato dai sommergibilisti alla torretta delle imbarcazioni.
Oltre 50 immagini che fermano attimi di una storia affascinante ma anche dolorose tragedie: dalla progettazione, alla costruzione fino alla vita operativa di questi battelli che hanno segnato generazioni di sommergibilisti. Nei Cantieri Orlando di Livorno furono costruiti in tutto sette sommergibili utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale; invece nei cantieri de La Spezia ne furono varati oltre 50 fino al 1945.
La mostra è stata realizzata con la collaborazione storico/tecnica di Moreno Ceppatelli e Gianfranco Vecchio (The Historical Marittime Society) Fondazione Fincantieri Archivio storico cantieri del Muggiano, Ufficio Storico Marina Militare archivio fotografico, Museo Tecnico Navale di la Spezia e sostenuta da Azimut Benetti e Foto Novi Livorno. Inoltre questo evento rientra nel progetto di divulgazione scientifica della Regione Toscana “Pianeta Galileo”.
Immagini della mostra Vele d'acciaio. Il Regio Sommergibile Sebastiano Veniero sullo scalo. L'unità fu varata nel 1918 a Spezia
Per visitare la mostra (ingresso gratuito) si può accedere dall’ingresso principale dell’Accademia Navale, presso porta San Jacopo, Viale Italia 72, Livorno, fino al 17 aprile tutti i giorni con orario dalle 10.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.30.
Per maggiori informazioni sugli eventi: www.trofeoaccademianavale.eu.
I due sommergibili Veniero.
Una delle immagini presenti alla mostra e pubblicata in questa pagina mostra un sommergibile sullo scalo, dove si legge "Veniero".
In realtà i sommergibili Veniero furono due.
Il "Sebastiano Veniero" varato a La Spezia nel 1918, perduto per collisione nel 1925, ed è questo il sommergibile della foto.
Il "Veniero" varato a Monfalcone nel 1938, perduto per cause sconosciute nel 1942.
Secondo una diffusa tradizione marinara, il nome di una unità scomparsa e degna di memoria viene spesso attribuito a una nuova unità, per una ideale continuità nel tempo.
Il Regio Sommergibile Sebastiano Veniero apparteneva alla classe Barbarigo (Tipo Laurenti), comprendente Agostino Barbarigo, Andrea Provana, Giacomo Nani. Unità da 796 tonnellate in superficie e 926 in immersione, lunghe 67 metri, dotate di motori diesel da 2600 hp ed elettrici da 1300 hp.Velocità di 16,8 nodi in superficie (con autonomia di 690 miglia, o di 1850 miglia a velocità ridotta) e di 9,3 nodi in immersione (con autonomia di 7 miglia, o di 160 miglia a velocità ridotta). Massima profondità di collaudo: 50 metri. Armamento: 4 tubi lanciasiluri a prora e 2 a poppa; 2 cannoni da 76/40 mm. Equipaggio di 4 ufficiali e 36 fra sottufficiali e comuni.
Si trattava di unità che vennero ormai consegnate alla fine della Prima Guerra Mondiale e non vennero quindi impiegate in azioni belliche, ma furono utili per addestramento prima di disporre di unità più moderne (concepite in base alle esperienze di guerra). Erano ormai superati, anche perché non avevano una sezione dello scafo circolare che permettesse di raggiungere profondità maggiori, rese necessarie per superare gli sbarramenti e sfuggire alla caccia antisom.
Il Sebastiano Veniero, varato nel 1918, entrò in servizio nel 1921. Il 6 agosto 1925 a mezzanotte circa, durante manovre navali, fu speronato in immersione dal piroscafo Capena presso Capo Passero in Sicilia. Non vi furono superstiti.
Nota:
La collisione fu ricostruita a partire da alcune voci di urto della nave con un oggetto sommerso, imponendo ispezioni in bacino del piroscafo che trovarono tracce della collisione. Pare che il Comandante non si fosse fermato e non avesse segnalato alle autorità l'evento. Forse non venne nemmeno rilevata la posizione in modo preciso (il relitto non è stato mai individuato). Al momento dell'incidente il piroscafo si sarebbe trovato in acque libere e non interdette per manovre navali.
Il Regio Sommergibile Veniero apparteneva alla classe Marcello (Tipo Bernardis) comprendente 11 battelli. Sommergibili di 1059-1312 tonnellate, lunghezza di 73 metri, con motori diesel da 3000/3200 hp ed elettrici da 1100 hp. Velocità di 17 e 8 nodi, profondità raggiungibile di 73 metri. Armamento di 4+4 tubi lanciasiluri, 2 cannoni da 100/47 mm, 2 mitragliere da 13,2 mm. Autonomia massima di quasi 10.000 miglia in superficie a 8 nodi.
Si trattava di buoni sommergibili, robusti e affidabili. Informazioni su queste unità, protagoniste della Seconda Guerra Mondiale, sia in Atlantico che in Mediterraneo, si possono consultare nel nostro Database, cercando Veniero (i dati riportati in questa pagina sono invece di provenienza USMM).
Il Veniero, dopo varie operazioni belliche, scomparve nel Mediterraneo Occidentale senza lasciare traccia, probabilmente affondato da un attacco aereo il 7 giugno 1942, a sud della congiungente Maiorca – Sardegna. Non vi furono superstiti.
Nelle schede delle due unità omonime si riassumono molti elementi di riflessione: la continuità di una tradizione, il progresso tecnologico dei battelli tra i due conflitti mondiali ma anche il mantenimento di una impostazione sostanzialmente tradizionale, la pericolosità del ruolo testimoniata dalla perdita di vite umane sia in pace che in guerra, una sorte che spesso accomuna tutto l'equipaggio, il luogo ignoto dove riposano i caduti perché entrambi i relitti non sono stati ancora localizzati.
Particolari dell'immagine del Sebastiano Veniero: il nome sulla prora del battello, i cappelli dei tubi lanciasiluri destri, a prora.
Ringraziamo l'Ufficio Stampa della mostra per le informazioni e le immagini gentilmente inviate.
Per maggiori informazioni sui battelli si suggerisce la consultazione di "Sommergibili italiani" Vol.I e II, Ufficio Storico della Marina Militare.
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