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Scrivici |Le Regie Navi in Cina – 1922/1939
- Le unità da guerra presenti in Estremo Oriente. -
Tanti contributi dai nostri visitatori.
Ringraziamo i nostri visitatori che hanno gentilmente contribuito: Borsci, Caligaris, Kotlar, Lazer_one, Maggiani, Palumbo, Vampi, Zaccaria, Zoccolella Molitano.
Abbiamo parlato in tante occasioni delle navi da guerra mandate a Shanghai e dintorni, operanti nell’Oceano o risalendo i fiumi, manifestazione tangibile della volontà italiana di sostenere i propri interessi in Oriente, insieme alle altre grandi potenze. Avevamo già presentato un Elenco con la Tabella annuale del loro avvicendarsi nei mari della Cina (almeno per il periodo degli anni venti-trenta); ora le presentiamo riunite insieme in una Galleria di immagini in fondo a questa pagina, con alcune delle foto che abbiamo raccolto in questi anni.
E’ anche l’occasione di scoprire che di alcune (come il Calabria) abbiamo detto poco e di una ancora (il Muggia) ci mancano delle immagini da pubblicare (che provengano dai nostri visitatori, esenti da un copyright editoriale). Cerchiamo qui di descriverle.
Incrociatore Calabria (Collezione Zoccolella Molitano).
Il Regio Incrociatore Calabria
Apparteneva alla Classe “Lombardia” (o “regioni”) di cui facevano parte: Lombardia, Calabria, Elba, Etruria, Liguria, Puglia, Umbria. Definiti “arieti torpedinieri” , erano incrociatori protetti per missioni in mari lontani, richiesti per lo sviluppo di una politica coloniale oltre che per affermare una presenza commerciale e politica in Sud America ed Estremo Oriente. Rispetto ai precedenti (Dogali-Piemonte) si cercò una migliore abitabilità per le lunghe crociere, sia pure aumentando il dislocamento e di conseguenza riducendo la velocità. Furono commissionati a vari cantieri, realizzati quindi con diverse varianti rispetto al progetto originario, e varati tra il 1890 e 1898. Tutti vennero impiegati in missioni oceaniche, quasi tutti operarono anche in Estremo Oriente (eccetto l’Etruria).
Il Calabria, varato nel 1894,dislocava 2.492 tonnellate con 81 metri di lunghezza. Era dotato di quattro caldaie con due motrici alternative a triplice espansione da 4.260 CV (rispetto ai circa 7.500 degli altri incrociatori della sua classe ) ed un solo fumaiolo (rispetto ai due che avevano tutti gli altri). Raggiungeva una velocità di 16,4 nodi (mentre gli altri arrivavano a 18-19 nodi). L’autonomia era di 4.000 miglia a 10 nodi. La protezione era ottenuta con un ponte inclinato, di 50 mm di spessore. L’armamento originario consisteva in quattro pezzi da 152/40 mm (152/32 per gli altri), sei pezzi da 120/40 mm, più altre armi leggere e tre lanciasiluri. Le particolarità del Calabria dipendevano da alcune modifiche per ottenere una nave già destinata allo stazionamento coloniale lontano, e non all’improbabile impiego in squadra (per il quale tutte le navi di questa classe risultarono comunque inadatte).
Il Calabria, dopo un breve intervento nel Mediterraneo orientale, fu inviato in Sud America, dove stazionò nel 1898, venendo poi mandato nel Pacifico e arrivando in Cina nel giugno del 1900 dove partecipò alle operazioni legate alla Guerra dei Boxer. Reparti del Calabria sbarcarono sia per la difesa di Pechino , sia per espugnare i forti di Ta Ku (con l’appoggio delle artiglierie dell’Incrociatore), sia per presidiare i forti conquistati. Il Calabria lasciò la Cina nell’aprile 1901 rientrando in Italia. Nel 1902 venne mandato nelle Americhe, operando nei Caraibi, sulla costa atlantica e nel Pacifico dove raggiunse Shanghai e il Giappone nel 1903. Rientrato in Italia, iniziò nel 1905 una nuova navigazione oceanica verso il Sud America, l’Australia, Filippine, e ancora in Giappone e a Shanghai (1906). Rientrato in Italia nel 1907, intraprese una nuova campagna oceanica dal 1909 al 1912 (citiamo Brasile, Panama, San Francisco, Honolulu, Giappone, Shanghai) portandosi infine in Mar Rosso per la Guerra italo-turca, dove compì cannoneggiamenti costieri e azioni anticontrabbando. Dopo lavori in Italia, nel 1914 fu mandato a stazionare in Mar Rosso e Oceano Indiano, da cui intervenne nelle Antille a difesa dei connazionali a seguito di disordini legati alla guerra fra Messico e Stati Uniti. Tornato in Italia, dopo sorveglianza contro il contrabbando di armi in Albania, fu inviato in Siria e nel 1915 si trasferiva in Mar Rosso, dove rimase per tutta la durata della Prima Guerra Mondiale, con missioni in Somalia settentrionale ed Eritrea. Nel 1919 rientrò in Italia per lavori. Nel 1922 fu inviato in Estremo Oriente, dove rimase fino al 1924, quando rientrò in Italia. Fu destinato alla scuola cannonieri, prima di essere radiato e venduto per la demolizione.
Disegno del cacciatorpediniere Muggia.
Il Regio Cacciatorpediniere Muggia
Era una unità austroungarica, il Csepel, della classe “Tatra”, assegnata alla Regia Marina nel 1920, a seguito della Guerra Mondiale 1915-1918. Dislocava 880 tonnellate (carico normale), con una lunghezza di 83 metri. Disponeva di propulsione mista con due caldaie a carbone e quattro a nafta, con la notevole potenza di 20.000 cavalli che consentiva una velocità massima di circa 32 nodi. Ciò comportava un equipaggio di 99 uomini e 5 ufficiali. Varato alla fine del 1912, moderno ed efficace per il conflitto in Adriatico, aveva tuttavia sopportato il logorio della guerra e pertanto in Italia fu sottoposto a lavori di ripristino e adattamento (al posto delle armi originarie fu dotato di due pezzi da 100/47 mm e sei da 66/47, di cui due antiaerei, oltre a lanciasiluri da 450 mm). Entrato in servizio nel 1923, iniziò l’attività nell’Egeo, a Costantinopoli, in Mar Nero e nel Dodecanneso. Nel 1926 fu inviato in Estremo Oriente a Shanghai, dove giunse il 10 marzo 1927, durante la guerra civile. Per le sue caratteristiche fu in grado di effettuare sia navigazioni fluviali che sulla costa oceanica, tra Hong Kong e le Dairen. Nella notte del 25 marzo 1929, durante la navigazione da Amoy a Shanghai con una fitta nebbia, presso Finger Rock (l’isola di Hea Chu) urtò il fondo roccioso riportando una falla che ne provocò l’affondamento. L’equipaggio si salvò sull’isola.
Speriamo che qualche visitatore, esplorando un suo album, vi trovi immagini di questa nave e ce le invii per pubblicarle.
Con questo elenco di 12 navi (dal 1922 al 1939) non abbiamo finito, perché molte altre navi della Regia Marina si erano già recate in Cina, basti pensare alle operazioni del 1900 legate alla Guerra dei Boxer. Ma queste saranno oggetto di un’altra pagina.
L'Incrociatore Trento con a fianco le cannoniere Carlotto e Caboto (negli ingrandimenti). Tre protagonisti della Cina. Per gentile concessione, disegni di Lazer_one.
Incrociatori oceanici e cannoniere fluviali in Cina.
Concludiamo questa pagina con un suggestivo disegno inviatoci da Lazer_one che ritrae l'Incrociatore Trento con al fianco le due famose cannoniere, instancabili e mobili protagoniste dei Mari (e dei Fiumi) della Cina. Il disegno evidenzia la differenza di dimensioni tra queste Regie Navi. Se l'incrociatore Trento era una chiara affermazione delle potenzialità della Flotta italiana, le cannoniere di limitato pescaggio potevano spingersi lungo i fiumi fino nei luoghi più remoti.
Sul Muggia, Quarto, Espero, “I Cacciatorpediniere Italiani” (1969) dell’Ufficio Storico della Marina Militare.
Sul Calabria, Libia, San Giorgio, Trento, Montecuccoli, Colleoni, “Gli Incrociatori Italiani” (1978) dell’Ufficio Storico della Marina Militare.
Sulla Carlotto, Caboto, Lepanto, “La Marina Italiana in Estremo Oriente, 1866-2000” dell’Ufficio Storico della Marina Militare.
Su tutte le navi citate “Storia delle campagne oceaniche della R.Marina” (Volumi III-IV) dell’Ufficio Storico della Marina Militare.
Sulla Lepanto e altre navi, citiamo inoltre l’articolo di Maurizio Brescia “Un marinaio del Tigullio in Cina” (relativo alla Collezione Cocchi di S.Margherita Ligure) pubblicata sulla Rivista Marittima del marzo 2008.
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