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- Le informazioni diffuse pubblicamente -
Propaganda e bollettini di guerra
Riteniamo interessante cercare di andare direttamente alle origini, raccogliendo documenti del periodo o testimonianze, informazioni, contributi dai visitatori. Il materiale originale aiuta ad immaginare gli eventi come venivano percepiti all’epoca.
La “propaganda”
Durante ogni conflitto vi è una guerra delle informazioni, poiché l’immagine è un’arma come le altre e il fronte interno è importante come il campo di battaglia. Governi sia dittatoriali che democratici sono costretti a curare la diffusione e il filtro delle informazioni. C’è il rischio di divulgare segreti militari, suggerimenti al nemico, oltre che diffondere insicurezza e sfiducia. D’altra parte la verità non può essere nascosta a lungo e c’è il rischio di perdere credibilità. Il termine “propaganda”, che rappresenta l’informazione ufficiale, è ormai divenuto negativo, come sinonimo di verità manipolata o di menzogna, ma nella realtà non è possibile per nessuno lasciare che la diffusione delle informazioni sia casuale ed anarchica in tempo di guerra.
I Bollettini di guerra
Capita spesso che le due parti forniscano dati differenti circa le perdite dell’avversario. Si pensa subito che questo sia intenzionale e disonesto, con lo scopo di sopravvalutare la sconfitta del nemico ed esaltarsi. In concreto la contabilità delle perdite si basa sui rapporti dei protagonisti, talvolta scampati alla morte. Difficile distinguere tra incrociatori e caccia quando ti sparano addosso. Difficile per un sommergibile vedere se il siluro affonda la nave, quando devi immergerti di corsa. I comandi a terra, che leggono i rapporti, sono in genere severi e smorzano gli entusiasmi perché è importante sapere quello che è accaduto veramente. Dopo la guerra la verità venne ristabilita grazie ad indagini con reciproca collaborazione. Sia i Britannici che gli Italiani registrarono molti successi che in realtà non ci furono. Alcuni misteri rimasero senza spiegazione.
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