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Scrivici |Celebrazione dei vincitori di Mezzo Giugno
- Riconoscimenti e decorazioni -
Il 21 giugno 1942 il Duce passò in rassegna gli equipaggi che avevano partecipato alla battaglia. Immagine fornita da Antonio Angelo Caria, presente all’evento (il sesto marinaio da destra) , che commentiamo in fondo alla pagina.
Ringraziamo Antonio Angelo Caria per le immagini e la testimonianze che ci ha gentilmente fornito
I vincitori della battaglia
Non solo il regime, ma anche il popolo italiano, aspettavano delle vittorie che riscattassero precedenti insuccessi e delusioni. Si colse dunque l'occasione per celebrare con la massima risonanza l'esito dello scontro ed il valore dei combattenti. Il Duce visitò i reduci della battaglia aeronavale, salendo sulle navi, e furono distribuite delle decorazioni ai principali protagonisti. In particolare venne enfatizzata la Battaglia di Pantelleria, non per i risultati (scarsi) conseguiti direttamente dalla Regia Marina, ma per l'aggressività e il coraggio dimostrati. Le unità di Da Zara erano riuscite a far mostrare la poppa alle navi britanniche (fatto non comune durante il conflitto), mentre i caccia si erano difesi con successo di fronte a forze superiori. Rispetto a questo scontro occidentale molto caricato di significati da parte del regime (si era sparato con i cannoni), gli storici considerano altrettanto importante, se non di più, la tenace marcia delle navi italiane a oriente che aveva portato alla ritirata del convoglio Vigorous.
21 giugno 1942. Mussolini decora l'Ammiraglio De Zara per la vittoria di Pantelleria - 7 anni di Guerra.
Decorazioni di Pantelleria
21 giugno 1942. Mussolini decora il Capitano di Fregata Mario Leoni, Comandante del Cacciatorpediniere Malocello per aver difeso il Vivaldi - 7 anni di Guerra.
Decorazioni di Pantelleria
Nel corso delle celebrazioni per il successo di Pantelleria e della Battaglia di Mezzo Giugno, anche la Principessa ereditaria Maria Josè di Savoia visitò gli equipaggi delle unità coinvolte nello scontro aeronavale. Nel corso della cerimonia Mussolini abbracciò pubblicamente alcuni marinai, in rappresentanza degli equipaggi.
Commenti
Come ogni nazione, anche l’Italia celebrava i suoi eroi vincitori perché non c’era dubbio che lo fossero. Probabilmente molti vedendo il Duce, decorazioni e abbracci, con il rito della celebrazione, pensano alla retorica di regime. Bisogna considerare invece che ogni nazione in guerra, sia democratica che dittatoriale, deve celebrare adeguatamente i suoi successi e deve apprezzare chi si comporta nel modo giusto. Chi combatte e si sacrifica merita un riconoscimento, non solo per lui ma anche per tutti coloro che lo hanno preceduto e per coloro che devono proseguire lo sforzo. Medaglie e decorazioni hanno sempre fatto parte del rituale della guerra attraverso i secoli. Chiaramente la medaglia ha soprattutto un valore simbolico, in quanto difficilmente potrà ricompensare una vita perduta o il rischio corso per chi, come in questo caso, è sopravvissuto. Una valutazione cinica e materialista potrebbe considerare inutile, se non addirittura offensivo, il pezzo di metallo in cambio di una entità reale come la vita. Ma la disponibilità a rischiarla deve appunto basarsi su valori superiori (patria, onore, dovere, spirito di corpo, altruismo) che rimangano anche dopo la propria morte. Stiamo dicendo cioè che la guerra presuppone convinzioni e valori forti, senza i quali non si può combattere perché il proprio morale sarebbe troppo vulnerabile. Napoleone ha detto che il morale costituisce da solo la maggior parte dei requisiti per affrontare ogni battaglia. Le decorazioni, e il conseguente rispetto di tutti, sono quindi ingredienti indispensabili per la motivazione dei combattenti, sotto ogni bandiera. Purtroppo Mussolini aveva già concesso troppe Medaglie d’Oro al Valor Militare Alla Memoria, cioè ad eroi che avevano perso la vita in combattimento (spesso con esito sfavorevole per le armi italiane). Celebrazioni dovute ma tremendamente negative per il morale, che è poi il principale obiettivo della decorazione. In questo caso invece la medaglia veniva data ai vivi, e soprattutto all’interno di una battaglia con esito vincente. Ecco dunque l’importanza di questa occasione. Infine non bisogna dimenticare il delicato momento in cui si colloca la “felice estate del 1942”. In mare si riacquistava fiducia dopo aver faticosamente superato lo shock di tremendi insuccessi (Taranto, Matapan) e l’inconcludenza di alcuni contatti balistici (Punta Stilo, i due scontri della Sirte). In cielo la collaborazione efficace e temibile con l’alleato tedesco, non ancora distratto e allontanato dal fronte orientale, dava pure fiducia e preoccupava i Britannici. Ma anche nel deserto le forze corazzate dell’Asse avevano rovesciato la situazione. In Italia queste speranze potevano compensare la preoccupazione sulla tenuta della nazione in un conflitto troppo lungo e non breve come si pensava. La Battaglia di Mezzo Giugno veniva vista come un cambiamento di tendenza, un giro di boa, da celebrare con la massima enfasi.
La pagina del diario di Antonio Angelo Caria, dove si parla della visita di Mussolini sulla Littorio ed è annotata la data del 21. In primo piano un particolare dell'immagine. La freccia indica A.Caria.
La Testimonianza di Antonio Angelo Caria: il Duce sulla Littorio.
Nell'apertura di questa pagina abbiamo presentato una bella immagine in possesso di un testimone oculare che ci ha contattato, lo Stereotelemetrista Antonio Angelo Caria, presente tra gli equipaggi, che ha tenuto un diario dettagliato su cui è indicata la data del 21 giugno. Sul suo diario si legge:
“21 giugno. Non appena terminato il posto di lavaggio, essendo franco, fui di comandata assieme ad altri sulla Nave “Littorio”. In divisa estiva ci siamo recati là ma già ci accorgiamo che siamo tutti i marinai della Forza Navale, che abbiamo partecipato all’azione del “Mediterraneo Orientale” il 14-15-15 giugno. Siamo schierati a poppa e alle 12 precise si odono 3 squilli di attenti seguiti dalla Marcia al campo. Arriva il Duce! Molte grida si odono salutando alla voce . Il Duce ci rivolge alcune parole e infine, dopo passata in rassegna, dà le decorazioni al valore. Terminato tutto col saluto al Re, ritorniamo a bordo e il Duce passa davanti a noi. Noi facciamo il saluto alla voce.”
Antonio Angelo Caria ha anche ricostruito (con il contributo di altri, su Wikipedia) quali fossero i personaggi presenti nell’immagine:
“Accompagnavano Mussolini in tale rassegna il Segretario del
Partito Fascista Vidussoni, l'Ammiraglio Riccardi - Capo di Stato
Maggiore della Regia Marina e l'Ammiraglio Iachino - Comandante in Capo
della Squadra Navale.”
Antonio Angelo Caria era imbarcato sul cacciatorpediniere Corazziere ed ebbe l'immagine da un Inviato Speciale di Guerra che era spesso a bordo dell'unità.
Continua...
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