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Scrivici |Approfondimenti su Mezzo Giugno 1942 - parte III
- Attività belliche aeronavali -
Mercantile britannico in fiamme durante la battaglia di Mezzo Giugno (Rivista della Regia Aeronautica - Supplemento Speciale del 21 giungo 1942).
Tipi di attività presenti nella battaglia
21 - scorta diretta e indiretta a convogli
Il convoglio Harpoon aveva sia la scorta diretta (forza X) che la scorta indiretta (forza W) destinata ad impegnare le unità italiane. Mentre la scorta diretta segue ogni movimento e protegge i mercantili, la scorta indiretta manovra più liberamente e condiziona le forze nemiche. Comunque la scorta indiretta non avrebbe dovuto proseguire nel canale di Sicilia per non esporsi agli attacchi aerei dalle coste italiane.
22 - camuffamenti
In mancanza di grandi navi da battaglia nel convoglio Vigorous, fu camuffata la nave bersaglio Centurion, vecchia corazzata della prima guerra mondiale, disarmata dei suoi cannoni. Il travestimento non funzionò e da parte italiana si ritenne che fosse una portaerei.
23 - attacchi alle basi terrestri
I Britannici mandarono bombardieri sulla base di Taranto nei giorni 9, 10, 11 giugno. Erano anche previste azioni di commandos contro le basi di Creta e della Cirenaica, che furono sventate dal servizio informazioni. I sommergibili greci Triton e Papanicolis tra il 13 e 14 giugno sbarcarono dei sabotatori che avevano come obiettivo gli aeroporti della Luftwaffe. A Heraklion riuscirono a distruggere alcuni Ju.88.
24 - uso di rimorchiatori e rimorchi d’emergenza
Il caccia Pigafetta stava tentando il rimorchio dell’incrociatore Trento quando questo venne affondato. Un rimorchiatore d’alto mare era salpato da Taranto per un traino più efficace. Anche il caccia Bedouin venne rimorchiato dal Partridge ma venne silurato e affondato. Ebbe invece successo il traino dell’incrociatore Liverpool che, più volte attaccato, fu portato a Gibilterra dal caccia Antelope. Il traino di navi, effettuato con grossi cavi d’acciaio era estremamente pericoloso, per la bassa velocità e manovrabilità (che esponeva maggiormente agli attacchi) e per la possibile rottura dei cavi (i cui spezzoni d’acciaio avrebbero “frustato” le navi, distruggendone le sovrastrutture).
25 - spegnimento incendi a bordo
Il Vivaldi era in preda a un intenso incendio che si riuscì a domare solo dopo molto tempo con la collaborazione di motosiluranti, dragamine, rimorchiatori, raggiungendo l'Isola di Pantelleria. Il caccia Partridge ebbe un incendio in sala macchine, che fu domato. Molti mercantili britannici erano invasi dalle fiamme, come rivelano le enormi colonne di fumo nelle fotografie aeree. Una nave da guerra o da carico, colpita e incendiata, può trovarsi priva di servizi e della necessaria pressione dell'acqua per spegnere gli incendi. Inoltre la presenza di munizioni, carburante, materiali infiammabili rende pericolosa e difficile l'opera di spegnimento. A questo si aggiunge spesso la continuazione degli attacchi. L'aiuto di altre unità è indispensabile.
26 - Dispiegamento strategico
Sia da parte alleata che da parte italo-tedesca si operò muovendo e coordinando forze distanti migliaia di chilometri. A Malta si convergeva da Londra e dall’Egitto. L’attacco ai convogli veniva da Rodi, da Creta, dalla Sardegna, dalla Sicilia, da Taranto. Al coordinamento contemporaneo dei due convogli britannici, si contrappose la possibile congiunzione delle corazzate di Iachino con gli incrociatori di Da Zara.
27 - Collaborazione interforze
Da parte delle forze dell’Asse si svolse una efficace cooperazione tra forze italiane e tedesche, e tra forze navali e aeree, a differenza di quanto avvenuto in passato. I comandi navali avevano questa volta la facoltà di richiedere direttamente l'intervento ai comandi aeronautici senza passare attraverso Supermarina e Superaereo. Jachinò lamentò comunque la mancanza di copertura aerea. Il nemico mostrò la consueta capacità organizzativa e furono impiegati anche bombardieri americani (B.24).
28 - Navi ospedale e soccorsi
Al termine della battaglia intervenne una nostra nave ospedale, e più di 200 naufraghi britannici furono salvati dalle unità italiane e britanniche nelle pause del combattimento.
Continua...
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