Post
  | Home |
Database |
Cerca nel sito |
Novità |
Mappa del sito |
Bibliografia |
Scrivici |Sommergibili italiani in Atlantico e Mediterraneo
- Attività dei battelli italiani e tedeschi -
Foto Collezione Trentoincina. Sul retro è annotato "1942, sono 39.000".
Sommergibili italiani e tedeschi in Atlantico
Le due flotte subacquee, italiana e tedesca, collaborarono operando fianco a fianco sugli scenari atlantici e mediterranei. Le perdite alleate per attacchi di sommergibili furono di 2828 mercantili per 14.687.231 tonnellate di cui 85% in Atlantico, il principale luogo di scontro.
Sin dalla prima fase della guerra, diversi battelli italiani vennero mandati attraverso Gibilterra ad operare in Atlantico, con base a Bordeaux (chiamata convenzionalmente Betasom). Queste sono le cifre indicative della partecipazione italiana in Atlantico:
Sommergibili della Regia Marina (dall’agosto 1940 all’agosto 1943):
32 impiegati (presenti), 16 affondati (50%), perdite 790 uomini.
Nota: 30 operativi di cui 14 affondati più 2 persi per missioni trasporto in Oriente.
109 navi affondate per 593.000 tonnellate.
34512 t. affondate per battello perduto, o 42.357 t. se si considerano solo quelli perduti in Atlantico (valori sostanzialmente vicini alle 40591 t. per battello perduto, dei tedeschi).
In sostanza i risultati come tonnellaggio affondato dai battelli italiani, sul teatro bellico più importante, furono limitati se posti a confronto con i risultati complessivi dei tedeschi, che impiegarono però una flotta maggiore con perdite notevoli. Unità ed equipaggi italiani ebbero difficoltà iniziali ad adeguare mezzi e tecniche alle esigenze atlantiche, trovando poi zone e modalità più congeniali e redditizie. Nel 1941 il rendimento italiano era il 25% di quello tedesco, nel 1942-43 si avvicinava ormai a quello dell’alleato.
Venti sommergibili in banchina. Con la lente di ingrandimento si distinguono Zaffiro, Onice, Iride , Ambra. L’Iride fu affondato in una missione di assaltatori il 22/8/40. L'immagine potrebbe risalire agli inizi del conflitto o ancora prima. Probabilmente siamo a Napoli in occasione della Rivista Navale del 1938. Foto Collezione Trentoincina.
Sommergibili italiani e tedeschi in Mediterraneo
Questi sono i dati indicativi della presenza congiunta italo-tedesca in Mediterraneo, a seguito dell’ingresso di U-boot da Gibilterra.
Sommergibili della Regia Marina (dal giugno 1940 al settembre 1943):
147 sommergibili impiegati, 66 perduti (45% della flotta impiegata)
10 unità militari affondate per 23.356 tonnellate (14% del totale)
12 mercantili affondati per 39.337 tonnellate (11% del totale)
949 t. affondate per battello perduto
U-boot tedeschi (dal settembre 1941 al settembre 1944):
68 impiegati, 68 perduti (100%)
37 unità militari affondate per 145.762 tonnellate (86% del totale)
95 mercantili affondati per 330.621 tonnellate (89% del totale)
7005 t. affondate per battello perduto
Lo scenario mediterraneo era più povero di prede mercantili, più concentrato ed esposto alla presenza aerea e navale avversaria. Pertanto comportava risultati più scarsi con maggiori perdite. Situazione che andò aggravandosi, col perfezionamento della caccia antisom e col dominio dell’aria e del mare da parte delle forze angloamericane. Non c’era scampo e anche le perdite nell’ingresso da Gibilterra divennero così elevate da non essere proponibile portare altri rinforzi tedeschi. Bisogna riconoscere l’elevata efficacia ed efficienza degli U-boot, anche in mediterraneo, sia pure a prezzo dell’annientamento. Probabilmente le minori prestazioni dei battelli italiani in termini di tempo di immersione rapida, velocità subacquea e profondità massima, avevano il loro peso quando i margini si riducevano. I risultati furono anche condizionati da differenze nelle tattiche e strategie di impiego.
Accenniamo soltanto che i sommergibili britannici, normalmente esclusi da queste analisi, ottennero rilevanti successi in rapporto alle forze impiegate, tanto che alcuni attribuiscono a loro il primato nell’uso più efficiente dell’arma subacquea. In realtà ciò era dovuto sia a tattiche appropriate alle circostanze, sia alla minore efficacia della caccia antisom italo-tedesca (dotata di minori strumenti e scarso coordinamento aeronavale).
Gruppo di sommergibilisti in posa sotto l’ombra tigrata di una grande rete mimetica. Foto Collezione Trentoincina.
Immagine amatoriale che riprende il ponte di un sommergibile italiano. Foto Collezione Trentoincina.
Abbiamo presentato poche piccole immagini disperse senza alcuna informazione. Saranno uscite da un “cassetto” e chi le ha ereditate non ha loro riconosciuto alcun valore, oltre che averne perso la memoria. Così le abbiamo trovate su un mercatino.
Se qualcuno riconoscesse un dettaglio o avesse qualche informazione da fornire, può scriverci.
238