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Scrivici |I Fanti di Marina in Cina negli anni venti e trenta
- La costituzione del Battaglione Italiano In Cina -
Dagli anni Venti alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale (1922-1938)
Nel 1922 a seguito di tensioni si rendeva necessario rinforzare la presenza a Tientsin e Pechino, per cui giunsero in Cina l’esploratore Libia e l’incrociatore Calabria. Si aggiungevano alle cannoniere Caboto e Carlotto già operanti localmente. Negli anni successivi i Capitani di Corvetta Da Zara e Iachino (futuri e celebri ammiragli nella Seconda Guerra Mondiale) guidavano operazioni della Regia Marina a tutela di interessi e persone. Nel 1925 si arrivava alla costituzione della Divisione Navale in Estremo Oriente, con l’invio a Shanghai sull’Incrociatore San Giorgio di una compagnia del Battaglione San Marco. Successivamente i Fanti di Marina del San Marco si trasferirono a Tientsin, dove veniva costituito il Battaglione Italiano in Cina (5 marzo 1925). Nel 1926 veniva inaugurata la Caserma Ermanno Carlotto a Tientsin , a ricordo dell’eroico Sottotenente di Vascello. Tra il 1927 e 1928 altri rinforzi del San Marco venivano inviati in Cina. Altri momenti di tensione con invio di rinforzi avvennero nel 1932 e 1937. A seguito della conquista giapponese della zona l’impegno divenne minore, permettendo la riduzione del presidio.
Caserma Carlotto a Tientsin - (Raccolta di Virgilio Mazzini)
La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)
Nel 1939, all’approssimarsi della guerra, veniva deciso il raddoppio della forza del San Marco presente in Estremo Oriente, con una consistenza che rimase inalterata per tutto il conflitto mondiale. Rimanevano in Cina la cannoniera Carlotto e la Lepanto, essendo le altre unità di maggior valore bellico richiamate nel teatro mediterraneo. Al momento dell’armistizio (1943) le navi vennero autoaffondate in osservanza agli ordini del Re, assieme al piroscafo Conte Verde (sarebbero state recuperate in seguito). I marinai italiani, rifugiati in caserma vennero circondati e fatti prigionieri dai giapponesi. Con la successiva costituzione della Repubblica di Salò si creò la divisione tra chi vi aderì (fu la maggior parte), e chi rimase fedele al giuramento regio. I primi divennero civili disarmati mentre gli altri furono trattati da prigionieri, anche se l’Italia non aveva dichiarato guerra al Giappone. Le vicende, condizionate dagli eventi bellici, furono molto lunghe e sofferte (alcuni subirono sia la prigionia giapponese che quella americana) prima di rientrare in Patria (1946 circa).
Le Fanterie di Marina Italiane – Ufficio Storico Della Marina Militare – Roma 1998 – L.Fulvi, G.Manzari, T.Marcon, O.Miozzi
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