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Scrivici |Informazioni al nemico
- La decifrazione dei messaggi o il tradimento? -
Quanto esposto non pretende di rappresentare la storia ufficiale, ma solo
il punto di vista degli autori. E' soggettivo e può
contenere errori o imprecisioni, per cui si suggerisce di non usarlo per
ricerche e di rivolgersi a testi storici più qualificati.
Alcuni sono indicati in Bibliografia.
Il nemico era informato delle azioni italiane?
Il sospetto che il nemico fosse a conoscenza dei piani italiani, ordini e rotte delle navi, nasceva dalla sorprendente sequenza di successi del nemico e divenne quasi una certezza con il passare del tempo. Mio padre mi raccontava anche di comandanti di navi mercantili che si rifiutavano di seguire le rotte ordinate, e che proprio per questo se la cavavano sempre. Questo ha portato molti a concludere che ci dovesse essere qualcuno che informava il nemico, abili spie o addirittura traditori negli alti comandi della Regia Marina (erano pochi a conoscere le informazioni riservate e gli ordini operativi). Nel dopoguerra l’ipotesi di tradimento sembrò confermata da testimonianze di prigionieri italiani (avevano visto gli ordini in possesso degli inglesi, al momento della cattura). Il tradimento era una ipotesi tremenda, che ha generato sospetti, accuse, polemiche. Solo di recente si è avuta conferma che gli inglesi fossero in grado di conoscere i radiomessaggi diramati dai comandi italiani, tramite la decifrazione.
Come era possibile decifrare i messaggi?
La cifratura dei messaggi era una pratica conosciuta da tempo e il grande volume delle trasmissioni radio, da cifrare e decifrare velocemente, imponeva che l’operazione fosse pratica e rapida. Ciò veniva ottenuto con sistemi manuali o meccanici (come la macchina Enigma) in cui tedeschi e italiani avevano cieca fiducia, ritenendoli assolutamente sicuri. Ma gli inglesi avevano messo in piedi una organizzazione imponente, chiamata Ultra, che con metodi matematici arrivava in tempi brevi alla decifrazione. Inoltre vennero catturate informazioni segrete e materiale utile per la decifrazione, mantenendo il massimo segreto su questi colpi fortunati. Quasi sempre le unità navali britanniche erano al corrente in anticipo degli ordini operativi della flotta italiana e dei convogli. Particolare merito va dato agli inglesi nell'aver custodito con cura questo segreto, che è durato a lungo anche dopo la guerra. Talvolta gli inglesi facevano in modo che un ricognitore fosse avvistato dalle navi italiane, per far credere che fosse stato la causa della scoperta. Radar e decifrazione messaggi hanno una cosa in comune: la grande determinazione dei capi britannici nel voler raggiungere l’obiettivo, tanto da investirvi ingenti risorse con continuità.
L’esito della guerra fu condizionato dal tradimento o dalla decifrazione?
Nel dopoguerra, non essendo ancora nota la storia di Ultra, si affermò la convinzione che una parte dei massimi vertici delle Forze Armate avesse tradito. Il libro di Antonino Trizzino, "Navi e poltrone", descrisse le vicende della Regia Marina e formulò l’ipotesi di tradimento. Ne scaturì un processo a Trizzino, che però fu assolto e questo fu considerato da molti una conferma dell’esistenza dei traditori. L’ipotesi si consolidò nel tempo, anche con altri scritti sull’argomento e, nonostante le successive rivelazioni sulla decifrazione, mantenne dei sostenitori. Tradimento e decifrazione sono dunque ancora oggetto di discussione, spesso in base alle differenti opinioni. Qui interessa di più evidenziare una condizione di inferiorità oggettiva, indipendentemente dalla causa (tradimento o decifrazione). E’ comunque un tema interessante che merita un approfondimento
Vi era una possibilità di vincere per la Regia Marina?
Probabilmente no, in quanto non bisogna perdere di vista lo scenario complessivo. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica divennero nemici delle forze dell’Asse in Europa, della Germania e dell’Italia. Il nemico disponeva ormai di un potenziale economico, industriale e di forze combattenti che non lasciava dubbi sull’esito finale, qualunque fosse stato lo svolgimento. Il nemico riuscì a varare più navi di quante venissero affondate e produceva in un mese più velivoli di quanti ne produsse l’Italia in tutta la guerra. Due esempi che riassumono la situazione. Gli alleati si accordarono per non accettare una pace separata e conseguire unicamente la resa senza condizioni degli avversari. Infine uno degli alleati possedeva già ordigni atomici ed aveva iniziato ad usarli. Questi dati di fatto portano a concludere che un favorevole andamento dei combattimenti in Mediterraneo, con successi locali, avrebbe solo prolungato il conflitto, ma non avrebbe rovesciato il risultato conclusivo. All’interno di questo scenario e delle inevitabili cause generali di sconfitta, si possono comunque analizzare i comportamenti tattici e strategici della Regia Marina Italiana e le cause di un andamento sfavorevole in molti combattimenti.
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