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Scrivici |Trentoincina: dieci anni in rete.
- 2001 --- 2011 -
Qualcosa è cambiato, qualcosa no.
Dal 2001 al 2011: è l'occasione per fare il punto. Molte cose sono cambiate, mentre altre sono rimaste dei punti fermi.
Missione originale
Siamo rimasti abbastanza fedeli alla missione originale, di divulgare la storia di una nave (l'Incrociatore Trento) e del viaggio in Cina nel 1932, come pretesto per parlare della Regia Marina negli anni trenta e quaranta, compresa la Seconda Guerra Mondiale.
Uomini e navi
Volevamo farlo in modo diverso, con attenzione per gli uomini e non solo per le navi. Questo ci ha portato immagini e racconti dei protagonisti e dei loro discendenti, la parte più viva e inedita del sito.
Contributi
Recepire segnalazioni e contributi spontanei ha significato seguire la posta, nei limiti del possibile. Tanti chiedono informazioni, ma chi dà prima di chiedere non ci ha fatto abbandonare questo sforzo.
Tempo e memoria
Purtroppo con il trascorrere del tempo scompaiono i testimoni, con le domande che avremmo voluto fare. Tuttavia i familiari raccolgono spesso l'eredità, il desiderio di conservare e rinnovare la memoria, saperne di più. C'è sempre qualcosa da scoprire.
Storia
Per spiegare le vicende umane abbiamo dovuto narrare i fatti storici essenziali, i dati delle navi. Strada facendo abbiamo sviluppato un database di facile consultazione, senza la pretesa di sostituirsi alle fonti ufficiali. Chi cerca su Internet, prima o poi ci trova.
Costanza
In dieci anni siamo riusciti a mantenere costante l'impegno, con nuove pagine e dati, approfondendo temi interessanti o trovandone altri, con la speranza di non deludere i visitatori fedeli e quelli occasionali.
Software
La tecnologia cambia, costringendo a stare al passo. Non effetti speciali, ma solo funzionamento corretto e veloce, pensando a voi. La crescita esponenziale del sito ci ha obbligati a trasformarlo. Ma anche così nuove versioni software impongono interventi, per mantenersi visitabili.
Evoluzione Web
L'uso di Internet è cambiato molto in dieci anni. E' cresciuta la pubblicazione di informazioni sull'argomento, con siti enciclopedici sempre più conosciuti, con siti personali e memoriali. Si è anche diffuso il dibattito in rete, aggiornato, ma ridondante. Trentoincina preferisce mantenere lo stile tradizionale di comunicazione.
Libri
Anche l'offerta bibliografica è cambiata. Nuovi testi che mancavano, edizioni aggiornate, molteplici testimonianze anche di semplici marinai. Nonostante la concorrenza della rete, i libri riservano ancora sorprese e vale la pena leggerli. In compenso diventa sempre più difficile trovare i vecchi testi. Per una pagina su internet bisogna leggersi mille pagine di carta. Non tutti lo fanno.
Scrivere
Anche noi diventiamo obsoleti e lo vediamo nelle pagine scritte dieci anni fa. Oggi le scriveremmo diversamente, perché ne sappiamo di più, perché si è saputo qualcosa di nuovo. Abbiamo ritoccato qua e là, ma dovremmo ripartire dall'inizio per allineare vecchi e nuovi contenuti.
Comunicare
Che tracce abbiamo lasciato? Molti ci conoscono e ci visitano, alcuni citano il link. In generale ci sembra sia cresciuto un genuino interesse per il passato di cui parliamo. Questo ci conforta, non per avervi contribuito nel nostro piccolo, ma per la conferma che la direzione da noi scelta era giusta.
Avanti
Non bisogna guardare solo indietro, per confortarsi. Bisogna guardare anche avanti, per lavorare ancora. La missione iniziale rimane, la volontà di impegno anche. E' un ottimo punto di partenza per i prossimi dieci anni.
Domande e risposte
Il nome “Trento in Cina” è un po' lontano dai contenuti odierni del sito. Perché non si chiama “Regia Marina”?
Quando siamo partiti non immaginavamo dieci anni di prospettiva. All'epoca esistevano già due siti col nome "regiamarina" e noi pensavamo di limitarci alla missione in Cina del Trento. Poi quando ci siamo espansi, il dominio era ormai conosciuto e non aveva più convenienza cambiarlo. In fondo ci trovano coi motori di ricerca o con un link, un indirizzo: pertanto il nome non è determinante, al massimo dovrebbe essere facile da ricordare.
Il sito contiene molti argomenti diversi e spazia dalla Cina alla Seconda Guerra mondiale, dai film ai dati delle navi, dalla Storia ai ricordi personali. Perché questo aspetto multiforme? A chi si rivolge veramente?
Sin dall'inizio volevamo fare un sito divulgativo, non una dignitosa enciclopedia, che avrebbe annoiato e allontanato. Il primo tipo di visitatore che volevamo raggiungere era chi conosceva poco questa storia, poi il testimone da coinvolgere, infine l'appassionato. Volevamo intrattenere con la varietà, non andare a competere sulla precisione specialistica, che non ci interessava e sulla quale non ci sentiamo davvero esperti.
Eppure il database con migliaia di navi e dati relativi, assieme ai tanti contenuti storici sembra avere un obiettivo documentario, di sicuro consultato da tanti.
Non vogliamo essere una fonte autorevole. In realtà lo abbiamo fatto inizialmente per evidenziare le dimensioni di una grande Marina ormai scomparsa, di cui molti non sapevano l'esistenza. Poi lo abbiamo usato per attrarre i motori di ricerca, in modo che i protagonisti di una nave ci trovassero. E' grazie a questo che molti ci hanno scritto, donato immagini, raccontato testimonianze, collaborando. E' così che abbiamo costruito elementi di interesse e novità.
In effetti sul sito ci sono molte testimonianze dirette, immagini e racconti inediti. Sono in molti a scrivere e proporre storie? Come selezionate e preparate queste novità?
Sono storie semplici e coinvolgenti di semplici marinai, più che di ufficiali. Finora tali persone non avevano mai trovato canali pubblici per raccontare, o non ci avevano mai pensato. Più che selezionare è necessario riorganizzare i racconti e immagini in pagine gradevoli per i visitatori. Di posta ne arriva tanta, quelli che chiedono informazioni sono la maggioranza mentre sono pochi quelli che offrono materiale. Ma bisogna avere la pazienza di dialogare con tutti, anche perché non si può sapere a priori.
Unite quindi l'inquadramento storico con le testimonianze dirette, secondo uno stile divulgativo che ricorda quello anglosassone. Pensate di sviluppare maggiormente questa parte?
In dieci anni sono scomparsi molti anziani protagonisti che hanno collaborato con noi. Rimangono i familiari, che hanno più domande da farci che racconti da proporre. Molti si rammaricano di non aver fatto le domande quando potevano. Anch'io ho questo rimorso. Comunque è il sintomo di un passaggio di consegne, di una riscoperta resa possibile proprio dal molto tempo trascorso.
Esiste grande abbondanza di testi storici e saggi specialistici. Tutto o quasi è stato scritto e si può riprenderlo. Inoltre aumenta la memorialistica, con nuovi libri di esperienze personali. Chi vuole saperne di più, ha di che essere soddisfatto?
Certamente, ma la storia ben studiata e disponibile è soprattutto una storia di navi, una storia scritta da esperti o da responsabili della Marina. Scarseggia la storia delle persone, dei particolari minuti, delle paure e dei disagi, la storia dei marinai. Una storia finora orale, rimasta in famiglia, destinata a scomparire in poche generazioni. Molti album di foto non hanno più spiegazioni. Ciò che è effimero è più prezioso. Noi abbiamo fatto il possibile.
Ci sono problemi tecnici o organizzativi nella preparazione di una pagina di storia o di testimonianze?
Direi che le maggiori preoccupazioni sono il Copyright delle immagini e la certezza dei dati storici. Il primo è un argomento controverso e confuso, dove spesso preferiamo non mettere la foto nel timore di violare dei diritti. Ci limita non poco, ma le leggi vanno rispettate anche se la rete presenta molte trasgressioni. Riguardo ai possibili errori e sviste, ci piacerebbe che gli esperti ci scrivessero per segnalarle. Da qualche parte c'è sempre qualcuno che ha scoperto la nuova verità. Ma non tutti la sappiamo.
L'evoluzione di pubblico e il rarefarsi di testimoni, assieme ai cambiamenti nell'interazione sociale su internet, segneranno un cambiamento anche per voi, nelle modalità e contenuti?
Credo di no. Intanto c'è ancora molto da scrivere e riscrivere: nonostante tutto la storia riserva continue sorprese e novità. Per esempio cresce la scoperta di relitti che prima si pensavano introvabili. Nuovi studi e nuove pubblicazioni. Noi che siamo aperti a molti argomenti non temiamo un esaurimento delle cose da dire. Per quanto riguarda la dimensione sociale della rete, il parlare a ruota libera è molto vivo, ma dilata in modo esponenziale quello che bisognerebbe leggere, prima di trovare qualcosa di interessante, sicuro, meditato. Pertanto preferiamo continuare a generare pagine web tradizionali, abbastanza curate, sperando che siano gradevoli da leggere.
E' possibile che Trentoincina sfoci in qualche pubblicazione editoriale? Il materiale ci sarebbe ormai. Monografie sul Trento o sulla Cina? Diari?
Ci sono già stati libri che hanno preso spunto dal sito, che ci hanno citato e preso idee. Li guardiamo con simpatia, orgogliosi di aver stimolato qualcosa. Ma noi non abbiamo al momento l'ambizione della carta stampata, per vari motivi. La carta non si presta ad aggiornamenti e correzioni online. Non consente la comunicazione nei due sensi. Costa e quindi condiziona scelte d'argomento e pubblico. Non permette di essere editori di se stessi. Ai fini della missione originale ci sentiremmo limitati. Riteniamo di avere ancora strada da percorrere nel contesto attuale.
Cosa si potrebbe dire a chi vuole collaborare con voi, inviandovi del materiale?
Ritengo sufficiente guardare il sito, prendere esempio da cosa è stato fatto. Nel costruire una pagina bisogna sforzarsi di produrre qualcosa di interessante per chi visita. In ogni tipo di comunicazione bisogna sempre pensare a chi abbiamo di fronte.
F.M.
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