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Scrivici |Tien-Tsin in un diario di viaggio del 1924
- Un viaggiatore descrive la colonia italiana in Cina -
La Polizia Italiana di Tientsin (comando italiano e poliziotti cinesi)- 1924
Nel 1924, il giornalista e scrittore Arnaldo Cipolla nel corso di un lungo viaggio attraverso la Russia, la Cina e il Giappone, scrisse un interessante diario, di cui riportiamo alcuni estratti e informazioni. Termini e parole testuali sono indicate tra virgolette.
Settembre 1923
Come racconta Cipolla, Tien-Tsin in cinese significherebbe “Guado del Cielo”, ovvero porto di Pechino, da cui distava tre ore e mezza di ferrovia, essendo accessibile dal mare attraverso il fiume Hai-Ho. La scarsità di porti e di empori marittimi sulle coste della Cina era dovuto alla scarsità di protezione dai venti del Pacifico e Tien-Tsin si trovava in posizione particolarmente favorevole, essendo anche un centro ferroviario di grande importanza che collegava Shanghai, la Manciuria, la Corea. A Tien-Tsin vivevano un milione di cinesi, tremila europei e americani, dodicimila giapponesi. Il terreno era costituito da una vasta palude soggetta a inondazioni, che fu bonificata per realizzarvi le Concessioni straniere. La Concessione italiana non era molto vasta a paragone delle altre, ma veniva ritenuta “la più bella e la più felicemente situata”, rimanendo all’asciutto anche durante l’alluvione del 1917. Aveva l’aspetto di una “linda e civettuola cittadina nostra”, dalla forma di un trapezio, col lato maggiore di soli mille metri. L’arteria principale era la via Vittorio Emanuele III, mentre le altre vie portavano i nomi dei grandi viaggiatori italiani in Cina e degli ufficiali che persero la vita nella guerra contro i Boxers, o dei personaggi che fondarono e fecero prosperare la Concessione, oppure ancora erano intitolate a città italiane. Un giardino pubblico abbelliva la cittadina e nella piazza Regina Elena sorgeva la fontana monumentale in marmo di Carrara inaugurata in omaggio ai pionieri italiani, per ricordare la vittoria italiana della Grande Guerra.
“Le case della Concessione che sono circa duecento, nelle forme più varie, alcune anche assai seducenti, sono quasi tutte circondate da giardini. La cittadina è provvista dei mezzi più moderni di fognatura e di illuminazione e presidiata da un Corpo di Polizia indigena (cinesi) comandato dai signori Boveri e Baj, ambedue piemontesi e già appartenenti alla Marina Militare.”
“Una delle caratteristiche più singolari delle Concessioni europee di Tien-Tsin è quella di essersi lasciate invadere dai cinesi che vi ci sentono più sicuri dinanzi alle mutevoli fortune dei partiti politici dell’uno e dell’altro aspirante al potere supremo. Nella Concessione italiana, per esempio, le case abitate da cinesi sono l’ottanta per cento della totalità.”
“La Concessione italiana di Tien-Tsin è in floride condizioni finanziarie benché le tasse che pagano gli abitanti siano inferiori a quelle di tutte le altre Concessioni. Il commendator Gabrielli trovò alla sua venuta un avanzo di una trentina di mila taels (480.000 lire del 1923) e trasmise al nuovo consiglio comunale, dopo due anni di gestione, una cifra tripla. Si pensa quindi alla costruzione lungo il fiume della banchina che ancora non esiste e ad altri miglioramenti.”
“Sino a qualche tempo fa , Tien-Tsin italiana possedeva anche un Ufficio Postale italiano, ma dopo la conferenza di Washington tutti gli Uffici Postali europei in Cina sono stati soppressi…ma è doveroso dire che la Posta cinese…, funziona in guisa ammirevole. E non soltanto come Posta, ma anche come centro prezioso di informazioni sicure su tutto lo sterminato Paese.”
“Fuori dalla concessione italiana, sul terreno di quella inglese, sorge il cimitero dei marinai e soldati italiani caduti combattendo per la difesa di Tien-Tsin all’epoca dei boxers. Sono venticinque tombe che il 18 giugno… ricevono dalle fanciulle europee un tributo di fiori. Nel programma del futuro immediato vi è pure la fondazione di una scuola per arti e mestieri per i cinesi…E’ augurabile che una scuola italiana venga fondata anche in Cina.”
Cipolla esprimeva preoccupazione poiché il ritorno alla Cina della concessione tedesca (la più sviluppata), di quella austriaca e russa, oltre alla rinuncia americana, introduceva il principio che la Cina potesse aspirare a riprendersi i superstiti empori commerciali occidentali. La Concessione italiana, dopo la scomparsa russa e austriaca, si trovava isolata in piena città cinese, con qualche perplessità sul futuro. La piccola nave Caboto aveva anche dei problemi stagionali di stazionamento sul posto, dovendo evitare di farsi bloccare dal ghiaccio, e non poteva certo offrire protezione: “ non che la nostra nave possa, con i suoi cento marinai e pochi cannoni, tenere in rispetto una città di un milione di cinesi…”.
Arnaldo Cipolla – Per la Siberia in Cina e Giappone – G.B.Paravia & C. – Torino 1924
Mappa delle vie della concessione italiana a Tientsin, con i nomi italiani e i principali edifici. Disegno Trentoincina.
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