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Scrivici |La storia operativa ufficiale dell'Incrociatore Trento
- Il brano seguente è tratto dal volume Gli incrociatori italiani, Roma 1967, edito dall'Ufficio Storico della Marina Militare, che si ringrazia per la gentile concessione. -
TRENTO (Motto: «Neptunus dedit nomen, dabo Neptuno gloriam »).
L’11 maggio 1929 l’Ammiraglio di Divisione Ferdinando di Savoia si imbarcò sull’incrociatore Trento, alzandovi la sua insegna di comandante della Divisione Incrociatori composta dalle navi Trento e Trieste.
La Divisione lasciò La Spezia il 16 maggio per una missione a Barcellona dove rimase sino al 10 giugno. Il giorno 4 rientrò a La Spezia ed il 5 la Divisione Incrociatori venne sciolta.
Dal 23 luglio 1929 il Trento passò alle dipendenze del Ministero della Marina per effettuare una crociera nell’America del Sud e, nello stesso giorno, mollò gli ormeggi a La Spezia al comando del capitano di vascello Wladimiro Pini. Nel corso della crociera, toccò San Vincenzo di Capo Verde, Rio de Janeiro, Santos, Montevideo, Buenos Aires, Ilha Grande, Bahia, Las Palmas e Tangeri. Il 10 ottobre rientrò a La Spezia.
Il Trento ripartì da La Spezia il 15 settembre 1930, al comando del capitano di vascello Inigo Campioni, alla volta del Mediterraneo Orientale. Nel corso della crociera toccò Gaeta, quindi Salonicco, Stampalia, Rodi, Lero e Nauplia. Rientrò a La Spezia il 21 novembre 1930, dopo aver sostato in alcuni porti del Tirreno.
Il 28 gennaio 1932 raggiunse Gaeta dove l’incrociatore completò il suo assetto per intraprendere, unitamente al cacciatorpediniere Espero, una campagna in Estremo Oriente. Scopo della missione era quello di assicurare la protezione degli interessi italiani in Cina dove la situazione politica appariva molto instabile in seguito al conflitto cino - giapponese scoppiato in Manciuria. Il 4 febbraio 1932 prese imbarco sul Trento l’Ammiraglio di Divisione Domenico Cavagnari, in qualità di comandante della Divisione Navale dell’Estremo Oriente composta dalle navi Trento, Espero, Libia, Caboto e Carlotto. In quello stesso giorno, con a bordo anche una compagnia da sbarco del battaglione « San Marco », il Trento lasciò Gaeta. Giunse a Shanghai il 4 marzo, dopo aver toccato Hierapetra, Port Said, Aden, Colombo e Singapore.
Durante la permanenza in Estremo Oriente l’incrociatore sostò anche nel porto giapponese di Nagasaki dal 26 aprile al 1° maggio 1932. Il 14 maggio salpò da Shanghai iniziando il viaggio di ritorno in patria. Nella navigazione sostò a Hong - Kong, Batavia, Colombo, Aden, Port Said e Rodi. Giunse a La Spezia il 30 giugno e l’11 luglio successivo l’Ammiraglio Cavagnari sbarcò ammainando la sua insegna. Dopo qualche giorno l’unità iniziò un breve periodo di lavori prima di prendere parte alle manovre estive.
Il 2 dicembre 1933 imbarcò sul Trento l’Ammiraglio di Divisione Vincenzo De Feo, stabilendovi il comando della Seconda Divisione della Prima Squadra. A partire dal luglio 1934 questa Divisione mutò il numero ordinale, diventando la Terza Divisione Navale.
Nel giugno 1934, l’incrociatore si recò da Taranto in Albania, sostando a Durazzo dal giorno 23 al 26; quindi proseguì per Venezia. Nel gennaio 1935 l’Ammiraglio De Feo fu sostituito, nel comando della Terza Divisione, dall’Ammiraglio di Divisione Wladimiro Pini, il quale rimase a bordo del Trento sino al luglio dello stesso anno. L'8 marzo 1935 la nave partì da Augusta per il Mediterraneo Orientale, dove rimase dislocata a Lero e a Rodi sino al 18 marzo. Il giorno 20 rientrò ad Augusta.
L’Ammiraglio di Divisione Riccardo Paladini alzò la sua insegna di comandante della Terza Divisione della Prima Squadra, sul Trento, il 1° ottobre 1936. L’incrociatore continuò ad essere nave ammiraglia sino al 21 gennaio 1937. Nel novembre 1936 visitò Salamina. Nel marzo 1937 effettuò una missione in Libia sostando a Ras Lanuf, Bengasi e Tripoli. Nel luglio 1939 l’incrociatore iniziò una breve crociera nel Mediterraneo Orientale partendo da La Spezia il 9 e toccando Tripoli, Tobruk, Rodi, Lero. Il 29 dello stesso mese rientrò a Taranto.
Nel 1939 l’incrociatore Trento, al comando del capitano di vascello Parmigiano, faceva parte della Terza Divisione della Seconda Squadra. Componevano la Divisione gli incrociatori Trieste (n. a.), Trento e Bolzano, con aggregati temporaneamente gli incrociatori leggeri da Barbiano, Diaz, di Gìussano e Colleoni, oltre all’Undicesima e Dodicesima squadriglia Cacciatorpediniere.
Quando, il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra, il Trento si trovava dislocato a Messina come nave ammiraglia (Ammiraglio di Divisione Carlo Cattaneo) della Terza Divisione. Alle 1910 dello stesso giorno il Trento e le altre unità della Divisione lasciarono Messina per la prima missione di guerra. Il giorno 11 si riunirono con le unità della Settima Divisione, spingendosi sino a nord di Favignana in appoggio alla Decima Squadriglia Cacciatorpediniere — che aveva eseguito una esplorazione notturna fra Marettimo e Capo Bon — ed al gruppo « Da Barbiano », che stava tornando dalla posa di uno sbarramento di mine. Il rientro alla base di tutte le unità avvenne senza incidenti la sera dello stesso giorno. Da allora il Trento uscì più volte da Messina per proteggere le unità che effettuavano la posa di torpedini nel Canale di Sicilia.
Il 7 luglio, con altre unità, il Trento lasciò la sua base per compiere la missione dalla quale scaturì la battaglia di Punta Stilo. Durante il tardo pomeriggio del giorno 8 il Trento fu attaccato, insieme con altre unità, da aerei nemici, contro i quali l’incrociatore aprì il fuoco con i pezzi da 100 e con le mitragliere. Nel pomeriggio del 9 luglio l’incrociatore fu ancora fatto segno ad attacchi aerei. Iniziata la fase tattica al largo di Punta Stilo, aprì il fuoco coi suoi complessi principali contro le unità inglesi. Il contatto balistico si protrasse per dodici minuti. Sulla rotta del rientro a Taranto il Trento subì un ennesimo attacco aereo.
Il 30 luglio l’incrociatore uscì da Messina per scortare un convoglio diretto in Libia e rientrò alla base il 1° agosto. Il 28 agosto l’Ammiraglio Cattaneo fu sostituito, nel comando della Terza Divisione, dall’Ammiraglio di Divisione Luigi Sansonetti, il quale il 7 settembre successivo, trasferì la sua insegna dal Trento sul Trieste. Il 31 agosto l’incrociatore lasciò Messina in concomitanza con l’operazione inglese «Hats ». Il 2 settembre raggiunse la base di Taranto; quindi si trasferì a Napoli ed il 9 settembre rientrò a Messina. Il 6 ottobre scortò un convoglio diretto in Egeo.
Il 12 ottobre 1940 il Trento uscì da Messina, con altre unità, in appoggio all’undicesima Squadriglia Cacciatorpediniere « Artigliere » ed alla Prima Squadriglia Torpediniere « Airone », dopo che queste avevano sostenuto un duro scontro notturno contro forze navali nemiche. Alle ore 1255 le unità furono attaccate da aerei inglesi contro cui reagirono violentemente. La sera dello stesso giorno il Trento rientrò alla base. Il 21 ottobre si trasferì a Taranto.
Durante l’attacco effettuato da aerosiluranti e bombardieri inglesi a Taranto, la notte sul 12 novembre 1940, il Trento fu colpito da una bomba in corrispondenza del complesso binato da 100 mm prodiero di sinistra: la bomba non esplose ed i danni furono lievi. Dopo l’attacco, il Trento si trasferì alla base di Messina.
L’incrociatore Trento prese parte alla battaglia di Capo Teulada, movendo da Messina il 26 novembre insieme colle altre unità della Squadra. Iniziato il contatto balistico con le unità nemiche alle 1220 del giorno seguente, il Trento partecipò all’azione di fuoco contro gli incrociatori inglesi fino alle 1301. Al pari delle altre unità italiane, il Trento fu invano attaccato da aerei nemici sulla rotta di rientro alle basi. Al termine delle operazioni il Trento rientrò a Napoli, trasferendosi poi a Messina.
Dal 13 al 14 gennaio 1941 il Trento effettuò un’altra uscita in mare alla ricerca di forze navali nemiche.
Il Trento partecipò quindi all’operazione Gaudo - Matapan del 27 marzo 1941 nel Mediterraneo Orientale e la mattina del giorno 28 aprì il fuoco contro gli incrociatori leggeri inglesi comandati dall’Ammiraglio Pridham Wippell. Il 29 marzo, al termine dell’operazione, il Trento, con le altre unità della Squadra, rientrò a Taranto. Il 24 aprile successivo si trasferì a Messina ed il 6 maggio a La Spezia per lavori. Rientrò a Messina il 5 agosto. L’8 novembre 1941 uscì da Messina per proteggere a distanza il convoglio « Duisburg » diretto a Tripoli. Alle ore 0102 del 9 novembre una formazione navale nemica (la «Forza K» di base a Malta) guidata dal radar, attaccò le unità del convoglio incendiandole. Il 21 novembre il Trento effettuò un’altra missione di scorta, nel corso della quale l’incrociatore dovette reagire contro aerei nemici. Durante l’operazione di scorta della metà di dicembre (Battaglia della Prima Sirte), l’unità aprì il fuoco contro le unità navali nemiche.
Il 22 marzo 1942 il Trento, con la corazzata Littorio ed altre unità della Squadra, uscì da Messina per intercettare un convoglio nemico. Dall’operazione scaturì la Battaglia della Seconda Sirte. Avvistato il convoglio nemico e le sue unità di scorta, il Trento aprì il fuoco insieme colla Littorio e cogli incrociatori Gorizia e Bande Nere. Trasferitosi quindi alla base di Taranto, il Trento partecipò, insieme con altre unità, alla Battaglia di Mezzo Giugno 1942 operando nelle acque del Mediterraneo Orientale. Uscito cogli incrociatori Gorizia, Garibaldi e Duca d’Aosta per intercettare, con l’appoggio delle corazzate Littorio e Vittorio Veneto, un grosso convoglio partito da Alessandria e diretto a Malta, il Trento venne attaccato, alle ore 0500 del 15 giugno, da aerosiluranti della R.A.F. Un siluro colpì il Trento a proravia, provocando un esteso incendio nei locali caldaie ed il conseguente arresto dell’unità.
Fino alle ore 0900, ogni sforzo fu compiuto per rimettere in moto la nave e per spegnere l’incendio. Il cacciatorpediniere Pigafetta si era portato nei pressi dell’unità per tentarne il rimorchio, mentre i caccia Camicia Nera e Saetta distendevano una cortina di nebbia artificiale intorno alle due unità. Alle 0910 il sommergibile inglese Umbra riusciva tuttavia a lanciare contro il bersaglio immobile del Trento, provocando l’esplosione del deposito munizioni prodiero dell’incrociatore ed il suo rapido affondamento.
Il Trento si inabissò in posizione 36° 10’ N 18° 40’ E, al centro dello Jonio.
Fino al giorno del suo affondamento l’incrociatore Trento aveva effettuato 27 missioni di guerra: 17 missioni per ricerca del nemico; 9 per protezione e scorta del traffico; 1 per protezione di unità minori intente a posare un campo di mine. Percorse 27.518 miglia per 1.432 ore di moto, consumando 25.850 tonnellate di nafta.
Oltre alle missioni di guerra vere e proprie, il Trento prese il mare molte volte per eseguire trasferimenti o esercitazioni. Lo stesso avvenne per tutti gli incrociatori.
Agli effetti amministrativi, l’incrociatore Trento fu radiato dal Quadro del Naviglio Militare col decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 18 ottobre 1946.
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