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Scrivici |Birmania e Città di Bari saltano in aria a Tripoli
- Disastro in porto -
Il porto di Tripoli italiana alla fine degli anni trenta; pontile 24 gennaio. Cartina dalla Guida Breve, Italia Meridionale e Insulare - Libia, della Consociazione Turistica Italiana (1940).
Ringraziamo il signor Pierluca Zampardi per quanto ci ha riportato sul nonno Michele Culotta, disperso nell'incidente.
Dinamica dell'incidente.
E' la mattina del 3 maggio 1941, un giorno di guerra nella Libia italiana.
Nel porto di Tripoli, affollato di navi impegnate nel carico e scarico di materiali, si lavora intensamente. La capacità dello scalo è insufficiente per il traffico richiesto dalla guerra in Nord Africa, tanto che diverse navi devono attendere il loro turno, col rischio di essere sorpresi da una incursione aerea britannica. Per fortuna, niente in vista.
Ai due lati di una banchina (il “Pontile 24 gennaio”) si trovano due motonavi, la Birmania e la Città di Bari. La Birmania arrivata dall'Italia sta scaricando munizioni, mentre la Città di Bari (incrociatore ausiliario adibita a scorta convogli) sta caricando pur essa munizioni.
La Birmania è in cima al pontile, lato NE con poppa verso terra, mentre la Città di Bari è sul lato opposto SO con la prora verso terra a cui è leggermente più vicina (la sua poppa è quindi a breve distanza da quella della Birmania).
Forse per sabotaggio, dalle 10.10 inizia una serie di forti esplosioni a poppa della Birmania, che distruggono quasi completamente la nave e investono anche la Città di Bari, causandone l'affondamento. Sequenza e tempistica nella perdita delle navi non sono ben distinte (pare che la Birmania sia affondata alle 12.30 e la Città di Bari alle 10.30, secondo le schede su “Navi mercantili perdute” - USMM)
Dell'esplosione esistono istantanee scattate da fotografi diversi, facendo supporre che si aspettassero un epilogo catastrofico e fossero pronti a riprenderlo. La deflagrazione si espande a grande altezza, investendo con spostamento d'aria, materiale incandescente e schegge l'altra nave vicina e le strutture portuali, con effetti prevedibili.
Esistono altre immagini delle colonne di fumo degli incendi. Guardandole oggi, alcuni pensano a un attacco aereo, come più facile spiegazione dell'accaduto, ma non è così. Forse l'equivoco è dovuto al fatto che in quel periodo il porto di Tripoli era frequente obiettivo degli attacchi britannici; nella stessa serata infatti un bombardamento aereo provocò incendio e affondamento della torpediniera Canopo, per non parlare del bombardamento navale del precedente 21 aprile.
Le immagini scattate in seguito mostrano il relitto semiaffondato della Birmania con la poppa irriconoscibile mentre la Città di Bari è gravemente danneggiata e poggiata sul fondo, inclinata: la prora sembra aperta, ma potrebbe essere anche la conseguenza di successivi attacchi (10 giugno) o di interventi per scongiurare i rischi di ulteriori esplosioni.
Comunque durante la presenza italiana a Tripoli non vi furono recuperi : il pontile era divenuto quindi inutilizzabile. Il grave incidente con relitti e danni circostanti limitò ulteriormente le capacità del porto rispetto alle pressanti esigenze degli italiani. La Città di Bari dovrebbe essere stata recuperata in seguito dai britannici, mentre della Birmania non si sa la sorte (forse demolita sul posto).
Viene da chiedersi che sorte abbia avuto il personale che si trovava sul luogo al momento del disastro. E' riuscito a porsi in salvo? Qualcuno era a bordo o nelle vicinanze e stava cercando di contrastare gli incendi?
Vi sarebbero state 5 vittime dell'equipaggio civile sul Città di Bari e tre feriti tra i militari. Ci furono certamente diverse vittime sia sul Birmania che fra il personale a terra. Chi fu molto vicino a vedere quanto accadeva, cercando di portare aiuto o di fare il suo dovere, forse non sopravvisse per raccontarlo. Ma se qualcuno riuscì a cavarsela e testimoniare, certo ci farebbe piacere saperlo.
In quell'occasione risultò disperso Michele Culotta, comandante di tiro della Regia Marina che si trovava a Tripoli. Dopo tanti anni e ricerche infruttuose il nipote ci ha contattato alcuni anni fa sperando in un aiuto. Qualcosa abbiamo chiarito ma molte domande rimangono ancora senza risposta.
Uno schizzo di come doveva apparire l'esplosione maggiore (nelle stesse proporzioni di una istantanea della raccolta Dionisi, scattata in direzione nordest).
Michele Culotta
Era appena rientrato da una missione e gli spettava un periodo di riposo. All'improvviso, mentre usciva di casa, una camionetta militare lo prelevò, nonostante le sentite resistenze della moglie e della cognata che erano presenti, forse ispirate da un brutto presentimento. Quella fu l'ultima volta che lo videro.
Sarebbe stato a bordo sul Città di Bari, senza essere fra i membri registrati dell'equipaggio. Si sa però che arrivò a Tripoli con la nave Zara. I familiari pensarono che ci fosse stata qualche missione coperta da segreto, con altre destinazioni o imbarco rispetto a quella dichiarata.
Secondo una testimonianza portata ai familiari all'epoca, da parte di tal comandante Puppo, l'ultima volta che lo vide stava cercando di ripararsi sotto una scrivania. Ciò faceva pensare ai familiari che vi fosse un bombardamento, ma potevano anche essere le esplosioni di cui si è parlato.
Secondo la Marina perì a seguito dell'esplosione della Città di Bari che fu provocata dal propagarsi delle fiamme della vicina nave Birmania, ma sia il suo corpo che quello del macchinista non furono ritrovati, gli altri si. Sempre da quanto è stato dichiarato.
Fu formalmente dichiarato "irreperibile" da un certificato. Venne infine riconosciuta una pensione alla vedova soltanto dopo 3 anni dalla scomparsa. Era madre di 5 figli, dei quali la penultima aveva 3 anni appena: sarebbe stata la madre della persona che ci ha contattati.
Tra i tanti pensieri che si possono formulare in questi casi, i familiari si sono anche chiesti se non fosse perito nell'incidente e per qualche strano motivo non abbia potuto tornare in Patria. Ma oggi sarebbe ormai ultra-centenario, chiudendo ogni supposizione. Eppure si vorrebbe sapere qualcosa, anche perché l'ignoto non pacifica l'animo.
“Michele Culotta era mio nonno. Attualmente sono in vita 2 dei suoi 5 figli, tra i quali mia madre che aveva solo 3 anni. Ma queste sono tragedie di guerra sofferte da tante persone.
La voglia di conoscere il destino di mio nonno, è sempre viva. Quindi per tutta una serie di motivazioni, pubblicare qualcosa che lo menzioni, non può che farmi immenso piacere. Chissà che non serva a risvegliare ricordi di qualcuno che l'ha conosciuto e sa qualcosa relativa alla sua fine. Anche se ormai è passato veramente troppo tempo...
Mia madre possiede un'unica sua foto in divisa da ufficiale di Marina. E' sul suo comodino da tutta la vita...”
La posizione delle due navi rispetto al pontile, con foto delle due navi distrutte. In alto la Birmania senza la poppa (da Navi Mercantili Perdute- USMM). In basso la Città di Bari inclinata su un fianco (da wikipedia.it).
Note minori sulle fonti e immagini
Sul libro Navi Mercantili Perdute vi è l'immagine della Birmania distrutta, oltre che gli scarni dati delle due navi coinvolte.
Su “Navi e marinai italiani nella seconda guerra mondiale” (ed.1977-1999, Albertelli) di Andò e Bagnasco, compariva una breve descrizione dell'incidente, con una immagine della prora della Città di Bari, non molto leggibile per la qualità di stampa e formato.
La recentissima pubblicazione del 2012 in 4 numeri di maggiore formato ”In guerra sul mare” (Storia Militare - Dossier) di Bagnasco, disegni di Andò, ricorda il precedente libro ma è un'opera diversa e più ricca con nuove immagini, di ottima qualità: in particolare nel secondo numero, il commento (si parla di probabile sabotaggio) è corredato di due foto, una dell'esplosione (seminascosta da un caccia) e una della Birmania distrutta, vista da poppa.
Su wikipedia.it vi è una storia più approfondita del Città di Bari con varie foto dell'uso civile e del relitto dopo l'esplosione: si citano i nomi di 5 vittime dell'equipaggio (dati provenienti da un altro sito/ diario).
Sempre su Internet, su cronologia.leonardo.it, si possono vedere immagini di Tripoli dalla raccolta di Luigi Dionisi (gentilmente concesse dalla figlia), che mostrano le esplosioni e le navi distrutte. Abbiamo solo qualche dubbio e commento su testo e identificazione delle navi, che riportiamo qui non essendo riusciti a contattare la fonte.
- Si tratterebbe non di attacco aereo ma di incidente o sabotaggio, quindi concentrato solo sul pontile.
- La nave in fiamme (“viene colpita la Città di Bari”) dovrebbe essere invece la Birmania; si vede anche il fumaiolo che sta per collassare all'indietro, che è del tutto abbattuto nella foto di “In guerra sul mare”.
- Nella foto dell'esplosione, conoscendo la posizione delle due navi, sembra che questa provenga dalla Birmania (nascosta alla vista) mentre si vedrebbe la sola Città di Bari.
- Nelle due foto relative a navi danneggiate, la seconda senza commento sarebbe la Città di Bari (vedasi analoga immagine su wikipedia).
- Nell'ultima immagine del porto la nave danneggiata sul pontile sarebbe la Birmania (la si confronti con l'immagine su “Navi mercantili perdute”).
Siamo grati a chiunque ci scriva per segnalare notizie o testimonianze sulla vicenda.
Immagini di Michele Culotta, gentilmente fornite da Pierluca Zampardi.
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