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Scrivici |Navi e Modellismo
- Creatività storica navale - riproduzioni tridimensionali. -
Modello di nave dell’Antico Egitto e modello in plastica (scatola di montaggio).
Si ringraziano i modellisti Alberto Gemelli e Franco Perotti, per la cortese disponibilità.
Il modellismo nel tempo.
Il modellismo deve essere un’attività molto antica, forse nata con la scultura. Prima che si parlasse di passione o di arte, la riproduzione di oggetti reali aveva già molti scopi: il piacere di creare dal nulla, la volontà di comunicare un’impressione a chi non aveva visto, il desiderio di possedere e tenere vicino l’oggetto, per non parlare di fini simbolici e stimolanti, come ricordare, immaginare, sognare. Ancora oggi queste valenze del modellismo esistono.
Millenni prima di Cristo il faraone poteva permettersi di portare nella tomba una vera nave in scatola di montaggio, mentre i comuni mortali si accontentavano di un modellino da tavolo della nave. Più avanti gaudenti romani banchettavano mentre modellini di navi onerarie portavano i cibi lungo un ruscello. Bambini giocavano, e anche gli adulti, sognando di essere capitani. Il modellismo accompagnava la Storia umana senza clamore, eccetto quando si mostrava a un potente il modellino della grande nave, sperando che decidesse la costruzione di una flotta.
In tempi più recenti si iniziò la vendita di modelli da montare per soddisfare i desideri di massa, ma gli appassionati continuavano (e continuarono) a fare da sé.
Forse all’origine c’è una emozione o innamoramento per qualcosa di suggestivo, poi c’è la sfida, il lavoro meticoloso ma anche la componente creativa, per il personale indirizzo che ogni modello assume, fino ad essere la manifestazione di un abile artigianato, quasi un’arte, certamente da ammirare. Chi guarda, senza capire, la costruzione di un modello, pensa spesso che sia solo un gioco, o una mania, anche dannosa per la progressiva invasione della casa. Ai passivi spettatori sfuggono i tanti significati di questo impegno.
Oggi il modellismo si presta ad ogni livello di qualità e di accuratezza, dove il piacere è vissuto più durante la costruzione che alla fine, quando si pensa già al prossimo cimento. Il modellismo, dovendo creare l’oggetto fisico in ogni particolare, è anche uno stimolo per la ricerca storica, per chiarire e distinguere, strumento di comunicazione, di conoscenza, di testimonianza. Chi deve realizzare un modello di nave in ogni particolare tridimensionale vuole sapere dettagli precisi, anche maggiori di quelli che bastano a uno storico navale. Vuole i disegni, le parti immerse che nelle foto non si vedono, i colori e gli angoli più nascosti. E’ un’altra via alla conoscenza storica, anche quella minore, che parte da desideri personali e motiva una ricerca in funzione del progetto, producendo alla fine opere affascinanti capaci di stimolare tutti quelli che le vedono. E’ quindi una manifestazione di interesse alla storia navale, a cui vorremmo dedicare spazio.
Modelli in metallo di S.L.C. ("maiale"), sia in versione navigante che in sezione,
realizzati da Franco Perotti.
Attualità del modellismo.
Come ogni anno siamo andati a una grande mostra di modellismo (al Parco esposizioni di Novegro presso Milano, all’Hobby Model Expo). Al suo interno abbiamo trovato trenini elettrici e plastici ferroviari, slot cars e auto radiocomandate, elicotteri e aeromodelli, soldatini e riproduzioni di ogni epoca, mezzi corazzati e diorami della seconda guerra mondiale, e naturalmente modelli di navi di ogni tipo: dai classici velieri in legno a modelli naviganti, contemporanei e storici.
Essenzialmente si rilevano due grandi filoni di interesse nel modellismo: la tecnologia e la Storia, il movimento pilotato e la riproduzione fedele, modelli dinamici che si muovono come i soggetti reali e modelli statici che riproducono in ogni dettaglio la realtà storica. Sono passioni diverse, sfide entrambe, che talvolta convergono e sono accomunate dal piacere di sognare, visto che non si può possedere un vero carro armato o una vera corazzata.
Come prevedibile, vi è una prevalenza del pubblico maschile, sia pure accompagnato da presenze femminili. Viene da chiedersi se uomini, ragazzi, bambini siano interessati al modellismo più delle donne per consuetudine culturale o per naturale tendenza. Forse tagliare, scavare, segare, incollare, saldare, montare,… sono lavori materiali più graditi ai maschi, o forse questi si appassionano subito a progetti, sfide, meticolose accuratezze e primati. Ma non vorremmo generalizzare, sperando in un più vasto pubblico che coinvolga anche l’altra metà del mondo. Certamente la vastità di forme che può assumere il modellismo ci mostra i tanti stimoli di tale attività, la sua complessità e le soddisfazioni che procura.
Particolari del modello in scala 1:150 della corazzata Vittorio Veneto, in metallo, navigante, realizzato da Alberto Gemelli (iniziato dal padre nel 1955).
Modellismo navale.
Avvicinarsi al mondo del modellismo navale, vedere da vicino realizzazioni difficili, conoscerne il percorso e i problemi incontrati, permette di conoscere meglio questa attività e renderla più comprensibile per i non addetti ai lavori, anche nelle sue motivazioni.
C’è sicuramente il problema di una specifica documentazione storica, disegni e immagini di elevata definizione: senza questa disponibilità non è possibile ricostruire fedelmente e si scivola nelle supposizioni o negli errori. Ciò condiziona sia il modellista che vuole realizzare tutto con le sue mani, sia l’azienda che potrebbe produrre scatole di montaggio. Entrambi cercano di investire il loro lavoro dove c’è documentazione. Per questo motivo fino ad oggi c’è stata una scarsità di realizzazioni di modelli di navi italiane del novecento, rispetto a quelle straniere: una tendenza alla perdita di memoria che speriamo venga superata. Anche in Italia tutti sanno cosa sia la Bismarck e pochi sanno cosa sia la Vittorio Veneto. E’ quindi normale che tanti ambiscano a costruire la nave più famosa. Ma anche quando si accende il desiderio di realizzare una nave italiana, le difficoltà tecniche e documentarie sono maggiori. Un tema interessante su cui torneremo.
Il modellismo navale offre il piacere di vedere navi ben conosciute in una realtà tridimensionale e a colori, in una prospettiva insolita, che per un attimo trasmette una sensazione di realtà. Sono navi che non esistono più, di cui non è rimasto niente, a parte fotografie e descrizioni. Anche quelle sopravvissute alla guerra sono state demolite e distrutte: il modellismo è quindi luogo della memoria.
Ecco dunque le due caratteristiche essenziali di ogni attività creativa basata sulla Storia, il legame con la realtà di ieri e la tangibile realtà di oggi dell’opera, la fedeltà al passato e l’emozione che l’autore riesce a trasmettere col suo lavoro. Una forma di comunicazione molto forte, perché razionale ed emotiva assieme. Ecco perché ci piace esplorarne le manifestazioni.
Sommergibili italiani della 2° G.M.: l'Enrico Dandolo (Dolphin Model), due inquadrature dell'Ammiraglio Cagni (modello 1:150, in metallo, navigante, realizzato da Alberto Gemelli).
Creatività artigianale del modellismo.
Tutto ciò è arte o artigianato? Tralasciando un attimo la scivolosa domanda su cosa sia l’arte, siamo certi che fare l’artigiano sia un rispettabile sforzo nel mondo odierno. Una volta l’artigiano era fondamentale nel sistema produttivo, si chiedeva che fosse affidabile, ripetibile, bravo ed economicamente conveniente: le stesse cose che si pretendono oggi dalla produzione industriale. Così gli artigiani si riunirono in corporazioni, non solo per tutelarsi ma anche per garantire un elevato standard collettivo, tanto che le buone regole del mestiere andavano rispettate da tutti, pena l’emarginazione. Faceva eccezione l’artista rinascimentale, bravo anche lui ma diverso, alla ricerca di innovazione, che esplorava e trasgrediva, e per questo solitario, non amato dai colleghi. Proveniva infatti dal mondo artigiano, dove si pensa mentre si fa, dove si cerca sempre il meglio per competere, anche con se stessi.
Tutto questo venne messo in crisi dalla rivoluzione industriale. L’artigiano ne fu danneggiato e perse la competizione con la macchina, costretto a rifugiarsi nella qualità del lavoro fatto per la sola soddisfazione di farlo bene, a prescindere dal tempo speso e dalla convenienza economica. L’artista andò tanto avanti da non poter più perdere tempo a saper fare il bravo artigiano, bastava l’originalità, come ci ha insegnato il novecento. Ma la massa delle persone normali non ha mai digerito che questa fosse vera arte: preferisce che vi sia almeno un ragguardevole sforzo artigianale. Il vero artigiano di oggi deve essere abile e originale assieme, innamorato del suo lavoro e del fatto che trasmetta il suo impegno, unico e irripetibile, non imitabile dalla produzione industriale. Tale ritratto dell’artigiano-artista ci ricorda proprio il bravo modellista che non si ferma mai, sempre accurato e innovativo, sempre impegnato a superarsi.
Questa è certo una opinione personale e contestabile.
Suggeriamo la stimolante lettura del saggio “L’uomo artigiano” di Richard Sennett, che dice: “Voglio dimostrare che le persone possono conoscersi meglio attraverso le cose che fabbricano, che la cultura materiale è importante, che è possibile una vita materiale più umana, se solo si comprende meglio il processo del fare.”
Seguiranno ulteriori pagine su questo argomento. Tornate a trovarci.
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