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Scrivici |La mimetizzazione
- La verniciatura mimetica delle unità da guerra -
Regio Incrociatore Trento (1942).
Normalmente, durante un conflitto, le navi (non solo quelle da guerra, ma anche mercantili e navi di linea adibite ad uso bellico) traevano vantaggio dall’essere verniciate in colori grigi o chiari uniformi che si confondessero con l’orizzonte, ritardandone l’avvistamento. In alcuni casi l'uniformità di una grande superficie dipinta con lo stesso colore può risultare molto visibile, per cui si preferisce una verniciatura irregolare.
Ad esempio l’incrociatore Trento iniziò la guerra e prese parte a vari scontri con la sua classica verniciatura grigio chiaro. All’inizio del 1942 gli fu invece applicata una verniciatura a zone irregolari scure su fondo chiaro, che intersecavano con varie angolature la sagoma della nave, una mascheratura che venne applicata anche ad altre unità della flotta. Con tale mimetizzazione affondò nel giugno di quello stesso anno.
Nei testi si parla spesso di questo tipo di mimetizzazione ma è difficile trovare spiegazioni sui motivi per i quali fu introdotta. Il mimetismo nella natura aiuta a passare inosservati nell’ambiente circostante. Ma a breve e media distanza, nell’ordine di diverse miglia, non sembra che una verniciatura così fortemente contrastata passi inosservata. E’ vero d’altra parte che una verniciatura uniforme di grandi superfici risulta evidente contro uno sfondo irregolare o uniforme, ma di diverso tono e colore. In altre parole è difficile trovare una mimetizzazione o colore che nasconda in tutte le situazioni, di giorno, di notte, da vicino e da lontano, pertanto si spera che nasconda almeno in particolari condizioni. Probabilmente tale mimetizzazione poteva risultare utile a grande distanza, non tanto nel nascondere la nave, quanto nel confondere le vedette nemiche. La difficoltà nell’interpretarne i contorni poteva ostacolare l’identificazione del tipo e classe della nave, necessaria per prendere delle decisioni tattiche. Inoltre poteva ostacolare anche l’osservazione del nemico per il tiro, che veniva fatta prevalentemente in modo visivo con appositi strumenti come il telemetro. Concettualmente il telemetro è un’asta di lunghezza nota con due punti di mira alle estremità e le due osservazioni (messe in relazione fra loro, con varie tecniche) permettono il calcolo della distanza, ovviamente a condizione che l'operatore non sbagli. Nel combattimento con le artigliere le rilevazioni devono essere continue e precise e tutto ciò che poteva indurre in errore vanificava il tiro.
Su alcune nostre unità, come i sommergibili, vennero usate anche verniciature a piccole macchie, con il più tradizionale obiettivo di nascondere la sagoma, imitando la luminosità irregolare delle onde. Su torpediniere e sommergibili si sperimentò inoltre la tecnica di fasce scure che facevano sembrare l’unità più piccola (con la prora dipinta a due terzi della fiancata) oppure di una unità diversa che navigava in senso contrario (come il peschereccio dipinto al centro del sommergibile Sciré). Si potrà rimanere scettici sull'efficacia reale di queste soluzioni, ma in particolari condizioni potevano risultare utili.
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