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Scrivici |Educazione e gradi dei marinai nel 1938
- Da documenti dell'epoca -
Pubblicazione datata 1938
Educazione e Formazione
Che cosa si diceva ai marinai per la loro formazione? Ci si doveva confrontare con un universo umano eterogeneo, di varia cultura e provenienza, a cui trasmettere concetti chiari e comprensibili, formando in molti casi l’intera persona senza trascurare alcun aspetto. La formazione doveva essere sia morale che tecnica. Riteniamo dunque interessante tentare di farci un’idea, esaminando una piccola pubblicazione didattica dell’epoca: “Ai marinai d’Italia” – ATENA (Azienda Tipografica Editrice Nazionale Anonima) – pubblicata a Roma nel 1938. E’ ovvio che vada letta tenendo conto della distanza temporale e di contesto in cui venne scritta, rispetto al modo di pensare di oggi. Quanto di seguito esposto è costituito da estratti e riassunti dei contenuti.
Impostazione
Il libro contiene all’inizio dati e immagini della Famiglia Reale, accanto ai quali il proprietario aveva annotato alcune informazioni mancanti (ad esempio, date di nascita, altri membri della famiglia), testimoniando il desiderio di non farsi cogliere impreparati, con l’orgoglio di mostrare questa conoscenza. La prima parte della pubblicazione si pone obiettivi formativi fondamentali e spiega cosa sia l’Italia, la bandiera, le istituzioni e naturalmente il ruolo dei marinai. Poi ci si preoccupa che il marinaio sia moralmente corretto. Gli autori cercano di spiegare in poco spazio, con parole semplici, concetti e valori anche difficili da esprimere.
Istruzione
“E’ necessario che il cittadino provveda ad istruirsi ed educarsi poiché gli ignoranti sono facilmente trascinati all’errore e non sono in grado di giudicare col proprio cervello, ma subiscono l’influenza di coloro che ne sanno di più, buoni o cattivi che siano… La scuola ha da essere considerata come la principale fonte di benefici per la vita nazionale…”
Leggi
“L’obbedienza alle leggi è un dovere di ogni cittadino, il quale deve sapere che queste leggi non sono frutto del capriccio dei governanti; sono bensì regole e ordinamenti necessari alla vita sociale per proteggere i diritti di ciascuno e di tutti,… per garantire la proprietà, il lavoro, la vita delle famiglie…”
Dovere
“Chi dovesse fare soltanto per la paura del castigo, non avrebbe sentimento del dovere, come non sarebbe onesto colui che non rubasse soltanto per la paura del codice. Ma il cittadino, e specialmente il militare, che ama il suo paese, ha dentro di sé, senza paura di castighi, il desiderio sincero di fare il proprio dovere , come l’uomo veramente onesto si mantiene tale anche quando nessuno lo sorveglia…”
Disciplina
“Il bisogno di rendere ordinato e proficuo il lavoro da compiere creano la necessità di una gerarchia con uomini che hanno gradi diversi e diverse autorità…La deferenza verso il superiore corrisponde esattamente a quella che ha ogni persona educata verso il concittadino più vecchio e più istruito e che compie funzioni pubbliche di maggiore importanza e di maggiore responsabilità. L’obbedienza all’autorità di un capo, l’ordine, la sollecitudine nell’adempiere ai propri incarichi, cose tutte imposte dalla disciplina, sono quelle stesse che si rendono necessarie in qualunque riunione di uomini che lavorano insieme per uno scopo…”
Contegno
“Il modo di vestire e il portamento del militare danno già l’idea delle sue qualità morali…Deve usare rispetto…non far prepotenze né atti poco decorosi…nelle chiese di qualunque religione deve conservare il silenzio e un contegno severo e dignitoso, rispettando gli usi e le pratiche dei fedeli…Cercare sempre di difendere il più debole,…essere pronto a correre in aiuto…trattare tutti con buona maniera, siano militari o borghesi, e non burlarsi degli esseri deboli e deformi…Non maltrattare e non insultare…”
Trasmessi i principali fondamenti e valori, si passa a descrivere le regole di comportamento militare. Si ritiene che i regolamenti, chiari e precisi, lascino poco spazio alle interpretazioni; tali regole, inserite in un sistema di controllo e correzione delle trasgressioni, garantirebbero meglio il rispetto dei doveri. Così i militari dovrebbero essere naturalmente portati a dare il buon esempio e dovrebbero essere i primi a rispettare quelle virtù, che sarebbero auspicabili anche nei cittadini. La pubblicazione dà importanza al rapporto tra militari e civili.
Rapporti con i superiori
Il militare deve essere assolutamente silenzioso nelle riunioni di servizio, o in presenza di comandi e segnali, e in tutti gli altri casi deve parlare sommessamente. Se chiamato da un superiore deve avvicinarsi a lui con passo accelerato e presentarsi. Deve parlare senza fare gesti o movimenti, a meno che debba indicare qualcosa. Potrà andarsene solo aspettando prima di essere licenziato. Le carte si passano solo con la mano destra. Agli ufficiali si dà solo del “lei”, e si risponde affermativamente o negativamente alle domande solo con “Signor sì” o “Signor no”. Agli ordini ricevuti non si fanno osservazioni, ma si possono chiedere chiarimenti se non si è capito, come pure è possibile fare presente se l’ordine contrasta con un altro già ricevuto. Ovvero bisogna sempre rispettare la gerarchia, anche con alcune eccezioni alla regola, ma ben precise. Il saluto militare si deve fare in ogni luogo e in ogni tempo, sia di giorno che di notte. Basta una volta sola nei luoghi pubblici. La sigaretta va tolta quando si saluta. Se le mani sono impegnate, e l’oggetto non può stare in una mano, ci vuole lo sguardo rivolto al superiore. Si salutano madri e vedove dei caduti. Si salutano le sentinelle. Queste salutano il Santissimo Sacramento, le Loro Maestà, il Re e la Regina, ma anche senatori, deputati, ambasciatori, e le bandiere. I militari sui ponti stanno sull’attenti quando si alza o si abbassa la Bandiera. In sintesi il saluto non viene considerato un semplice gesto formale, ma viene ritenuto importante e carico di significati. Fare il saluto significa sapere, capire, essere presenti.
Divieti
Il libro contiene anche una lunga lista di divieti, alcuni scontati ed altri inconsueti. Anche le cose ovvie vengono indicate, per non lasciare che l’ignoranza sia un alibi. Ma vengono vietate anche tutte le azioni senza scopo, forse perché un militare a bordo doveva sempre essere utile e non d’intralcio. Per lo stesso motivo bisogna evitare comportamenti che possano distrarre o produrre qualche rischio. Proibito fumare in quasi tutti i luoghi e mansioni. Proibito curiosare, affacciarsi, parlare, sostare…dove non espressamente previsto.
Punizioni
Per quanto riguarda le punizioni si sottolinea che qualunque istituzione civile o militare, che comporti l’azione di più persone non può funzionare se tutti non fanno il proprio dovere, per cui le trasgressioni vanno punite.
“Il marinaio deve convincersi che il superiore prova sempre un dispiacere quando deve punire , ma lo fa perché punendo opportunamente a tempo si limita il numero delle mancanze e si mantiene l’ordine e la disciplina con pochi e non gravi castighi; se invece non punisse quando è necessario, sarebbe poi costretto a dare castighi più numerosi e più gravi.”
Si fa l’esempio di un marinaio che rientra in ritardo dalla licenza: non comporterebbe molto per la nave, ma se lo facessero in tanti, perché convinti di rimanere impuniti oppure convinti che non sia ritenuto dannoso, la trasgressione di tanti diventerebbe un grave problema per la nave. Qui si cerca di spiegare la logica della punizione, in modo che venga intimamente accettato il sistema disciplinare, invece di imporlo senza spiegazioni.
Salute e igiene
Una parte viene anche dedicata alle norme di pronto soccorso e all’igiene. La nave viene considerata come una piccola città dove si svolgono le stesse operazioni essenziali, dalla pulizia degli ambienti pubblici a quella dei propri spazi e della propria persona. Assieme alla pulizia personale viene dedicata una pagina alle malattie veneree, cercando sia di informare che di raccomandare comportamento moderato e guardingo. Esercizi fisici, cinematografo, ed altre distrazioni sono considerate una forma di prevenzione dai rischi venerei, ovvero la difesa sarebbe costituita da continenza e pulizia assieme.
Varie
Altre parti della pubblicazione insegnano la terminologia e l’organizzazione essenziali, il riconoscimento dei gradi e dei compiti, le funzioni di bordo. Segue poi un riassunto della Storia italiana, focalizzato sui personaggi famosi, il processo di unificazione nazionale, i fatti recenti, gli atti di eroismo e sacrificio. In fondo si trovano i principali inni, cori, canzoni, dall’inno nazionale ai canti della grande guerra, dalle marce di regime ai canti della Marina. Tenendo conto delle limitate dimensioni del volumetto, ben consumato dalla consultazione, immaginiamo che il marinaio avrebbe tenuto sempre a portata di mano questo condensato di informazioni.
I gradi
Estratti dalla pubblicazione didattica “Ai marinai d’Italia” – ATENA - Azienda Tipografica Editrice Nazionale Anonima - Roma 1938, contenente tabelle del Ministero della Marina.
Elenchiamo i gradi della Regia Marina in ordine discendente di importanza, con l’indicazione di cosa fosse equivalente nelle altre Forze Armate.
Ufficiali:
Ammiraglio (equivale a Generale)
Capitano di Vascello – C.V. (equivale a Colonnello)
Capitano di Fregata – C.F. (equivale a Tenente Colonnello)
Capitano di Corvetta – C.C. (equivale a Maggiore)
Tenente di Vascello – T.V. (equivale a Capitano)
Sottotenente di Vascello – S.T.V. (equivale a Tenente)
Guardiamarina (equivale a Sottotenente)
Sottufficiali:
Capo di 1° classe (equivale a Maresciallo maggiore)
Capo di 2° classe (equivale a Maresciallo capo)
Capo di 3° classe (equivale a Maresciallo ordinario)
Secondo capo (equivale a Sergente maggiore)
Militari:
Sottocapo (equivale a Caporalmaggiore)
Comune di 1° classe (equivale ad Appuntato)
Comune di 2° classe (equivale a Soldato o Aviere)
In particolare per il grado di Ammiraglio:
Grande ammiraglio (equivale a Maresciallo d’Italia o Maresciallo dell’Aria)
Ammiraglio d’Armata (equivale a Generale d’Armata)
Ammiraglio di squadra (equivale a Generale di Corpo d’Armata)
Ammiraglio di divisione (equivale a Generale di divisione)
Contrammiraglio (equivale a Generale di brigata)
La Regia Marina era divisa nei corpi di Stato Maggiore, Genio navale, Armi navali, Direzione macchine, Sanitario, Commissariato, Capitanerie di porto, Corpo Reale Equipaggi Marittimi (CREM). La Regia Marina disponeva inoltre della Regia Accademia Navale, per la formazione e addestramento dei futuri ufficiali, mentre il CREM aveva il compito di preparare gli altri militari e la “bassa forza”. La Regia Marina era uno dei quattro corpi facenti parte delle Forze Armate, tra cui Regio Esercito, Regia Aeronautica e M.V.S.N. (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale).
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