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Scrivici |Aspetti della vita di bordo sulle navi passeggeri
Motonave Augustus - Società di Navigazione Italia
Edizioni Propaganda "Italia" - Collezione Trentoincina
Classi sociali e classi a bordo
La tradizione culturale di un mondo diviso in classi sociali, senza mobilità, portava naturalmente a dividere la nave in classi indipendenti, ognuna con servizi e costi diversi. Il dislivello era notevole e sempre meno accettabile tra il lusso della prima classe e le condizioni disumane dell’ultima classe. Ma certe garanzie minime, come l’igiene, la sicurezza, il rispetto, andavano assicurate a tutti. Tra ottocento e novecento il mondo cambiava sostanzialmente e la società divisa in classi aveva sempre meno sostenitori. Ideologie e sistemi politici, anche molto diversi, si dichiaravano contrari alla divisione in classi nella società e sostenevano la necessità che tutti i cittadini godessero del progresso e dei servizi moderni. In realtà le differenze rimanevano ovunque, per differenti possibilità economiche e privilegi di categoria, ma si sostituivano le classi chiuse con un mondo continuo senza gradini, come in America, dove ognuno poteva trovarsi un suo livello, anche temporaneo, pagando s’intende. Nessuno era così povero da non potersi permettere almeno una volta nella vita un piccolo lusso da signori. Speranze e ambizioni venivano incentivate, non per bontà ma per favorire i consumi, delle masse questa volta. Se difficile era trasformare la tendenza di pensiero in fatti concreti, gli Italiani cambiarono i conformismi con la concezione di Neptunia e Oceania, dove prima e seconda classe divenivano la classe cabina. Anche la terza classe poteva godere degli stessi ambienti collettivi. Erano navi rivoluzionarie in tutto, anche nel progetto ambientale, senza barriere, proponendo lo stimolante contatto tra persone di livelli diversi.
Motonave Augustus - Navigazione Generale Italiana
Mediterraneo - Nord America Express
Sala a Fumare e Bar della Seconda Classe - Collezione Trentoincina
Energia e comunicazioni
L’illuminazione avveniva inizialmente con lumi a petrolio, rigorosamente spenti la sera e proibiti nelle cabine, a parte quelli fissi. L’introduzione della dinamo azionata dalle macchine permise di avere energia pulita e sicura. Il primo piroscafo italiano con la luce elettrica fu il Regina Margherita (1881). La presenza di abbondante energia, attivabile con un semplice interruttore, rendeva tutto più facile e funzionale. Anche il riscaldamento, la refrigerazione, le cucine e tanti altri servizi erano più facilmente disponibili. Nel 1932 il Rex aveva già l’aria condizionata nel salone di prima classe (era la prima nave della Storia ad avere questa comodità). L’invenzione di Guglielmo Marconi, la trasmissione a distanza senza fili, cambiò la situazione di ogni nave, tradizionalmente affidata a sé stessa. Il vantaggio pratico di poter chiedere soccorso riduceva anche i timori dei passeggeri. Ma cambiava anche il senso di isolamento che circondava il viaggio per mare. Si potevano conoscere le notizie giornaliere del mondo e dal 1922 si cominciò a stampare un giornale di bordo sulle navi italiane. La tipografia di bordo stampava anche i menù e le liste passeggeri per facilitare contatti e socialità. Sul Rex e sul Conte di Savoia tutte le cabine di prima classe avevano il telefono.
Saturnia - Società di Navigaione "Italia"
Collezione Trentoincina
Alcune cifre
In genere le cifre sono noiose, eppure venivano usate con successo nel promuovere i servizi di una nave, perché stimolavano l’immaginazione. Erano la misura dell’abbondanza, della qualità del servizio, del sorprendente mondo di bordo (spesso nascosto alla vista) che assicurava la soddisfazione di ogni desiderio, anche se non per tutti. Rispetto ad un albergo terrestre il transatlantico aveva molte più esigenze, anche quella di garantirsi servizi e rifornimenti che all’occorrenza un hotel reperiva intorno a sé. Qui invece bisognava avere tutto a bordo, prima. L’Augustus nel 1928 imbarcava 80.000 uova, 25 tonnellate di carne, 7.000 polli, trentamila litri di vino sfuso e 15.000 bottiglie di vino, 5.000 di birra, 10.000 di acqua minerale. I transatlantici avevano le riposterie per argenterie, posate, piatti e bicchieri, protetti contro il rollio, con i calici appesi rovesciati. Il Conte di Savoia aveva 1300 metri quadri di cucina, con uno chef, 32 cuochi, 34 sguatteri, 5 pasticceri, 6 panettieri, 5 cambusieri, 2 macellai, 1 gelatiere, 1 bottigliere. Sul Conte di Savoia i passeggeri erano anche assistiti da 4 maitre d’hotel, 4 capi alloggio, 138 camerieri, 15 cameriere, 2 sommelier, 6 barman, 114 garzoni, 2 argentieri, 2 ottonieri, 11 professori d’orchestra, più altre 95 persone.
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