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Scrivici |I marinai del Trieste - I fratelli Rosiello
- Storia dell'incrociatore Trieste e del siluramento -
Il Regio Incrociatore Trieste in un disegno gentilmente fornito da Lazer_one. Ne è stato ingrandito un particolare.
Ringraziamo Salvatore Rosiello per la testimonianza e per i documenti gentilmente forniti. Rigraziamo inoltre Gaetano Nieddu per le precisazioni fornite sull'affondamento.
Vita operativa del Trieste
Il Trieste era la nave gemella del Trento, nata dallo stesso progetto ma eseguito nelle Stabilimento Tecnico Triestino. Le due navi erano i primi incrociatori pesanti basati sui vincoli della Conferenza navale di Washington. Il Trieste fu consegnato per primo alla Regia Marina il 21 dicembre 1929. Iniziato il conflitto, il Trieste partecipò allo scontro di Capo Teulada del 27 novembre 1940, rispondendo al fuoco contro le navi nemiche. Nel marzo 1941 partecipò all’operazione di Gaudo (Matapan), con scontro a fuoco contro gli incrociatori britannici. Dall’aprile 1941 iniziò a svolgere alcuni compiti di scorta convogli. Il 24 maggio 1941 effettuava la scorta di un convoglio comprendente il transatlantico Conte Rosso, che venne silurato e affondato. In giugno e luglio svolse ancora compiti di scorta a convogli di transatlantici. Tra 8 e 9 novembre 1941 scortava con il Trento il convoglio Duisburg, che venne distrutto nella notte dalla Forza K britannica, nonostante i tentativi degli incrociatori di inseguimento con tiro inefficace. Il 21 novembre 1941, durante una scorta ad un convoglio per la Libia, il Trieste fu silurato dal sommergibile inglese Utmost, rimanendo gravemente danneggiato. E' su questo evento che abbiamo ricevuto una testimonianza. Nella stessa occasione il Duca degli Abruzzi fu silurato da un aerosilurante, ma entrambi gli incrociatori riuscirono a rientrare a Messina. Il Trieste partecipò alla Battaglia di mezzo agosto 1942, all’inizio della quale evitò due attacchi di sommergibili che colpirono invece gli incrociatori Bolzano e Attendolo. Fu praticamente l’ultimo impegno in combattimento della nave.
Affondamento
Il 10 aprile 1943, alle 13.45 una formazione di quadrimotori americani (vedi nota) bombardò gli incrociatori Trieste e Gorizia all’ancora a Palau davanti all’arcipelago de La Maddalena (Sardegna). La base non aveva una contraerea adeguata a questo tipo di attacchi. Il Gorizia fu gravemente danneggiato, senza affondare. Il Trieste fu colpito da numerose bombe sul ponte che crearono vie d’acqua, ed una esplose vicinissima in acqua sotto la carena, provocando uno schiacciamento con una vasta falla sul lato dritto. E’ su questo lato che la nave imbarcò acqua e si inclinò fino a rovesciarsi e affondare alle 16,13, nonostante tutti i tentativi per impedirlo. Vi furono numerose vittime a seguito del bombardamento. Nel dopoguerra il Trieste fu recuperato portandolo a galla. Il relitto fu trasportato fino a La Spezia dove fu immesso in bacino (ancora rovesciato) e poi demolito (1950).
Nota: Secondo l'Ufficio Storico della Marina Militare (Gli Incrociatori Italiani - 1976) i bombardieri che attaccarono gli incrociatori Trieste e Gorizia furono dei B.24 (Liberator); secondo altre fonti furono 32.
Invece il signor Gaetano Nieddu, in base a fonti originali USAFF, ci segnala che furono 84 aerei Boeing B-17 (Flyng Fortress), di cui 36 aerei del 97° e 2° group, 24 del 99° group e 24 del 301° group; facenti parte della 12^ Air Force di stanza in Nord Africa.
Per altre informazioni sullla nave si può consultare la scheda Trieste del Database.
Giuseppe Rosiello al centro tra due commilitoni.
Il siluramento del Trieste
Secondo l’Ufficio Storico della Marina il Trieste fu silurato il 21 novembre 1941 alle 23.12 da parte del sommergibile inglese Utmost, mentre scortava un convoglio diretto in Libia. Secondo alcune fonti il siluro colpì poco a poppavia della plancia con conseguente esplosione della caldaia 3. L’incendio della nafta fu evitato dal vapore, ma la nave si trovò in condizioni critiche, con i locali di prora e centrali allagati, macchine ferme, senza forza elettrica. Fu determinante il contributo dell’equipaggio e dei servizi di sicurezza, per salvare la nave. Un elettricista (Godeas ) rimase tutta la notte nella camera d’ordini circondato da locali pieni d’acqua ,mantenendo i contatti con il comandante: solo a Messina fu possibile liberarlo. E' certo comunque che in caso di siluramento, l'esplosione e le conseguenze (come esplosione di una caldaia o allagamento) producono delle vittime fra l'equipaggio, di cui raramente si trova traccia nei documenti storici ufficiali.
A bordo del Trieste, accanto al fumaiolo prodiero. Nell'ingrandimento, a sinistra Giuseppe Rosiello. In basso l'intestazione della lettera con il timbro del Trieste.
La testimonianza: i fratelli Rosiello
Sulla nave erano presenti i fratelli Giuseppe e Giovanni Rosiello: il secondo perse la vita nel siluramento e riportiamo il racconto del superstite Giuseppe.
"Il Trieste era pronto a muovere dal porto di Messina (aveva già compiuto missioni tra la Maddalena e Messina), comandato dall’Ammiraglio Umberto Rouselle. Il marinaio Giuseppe fu imbarcato a Messina il 10/09/1941: a bordo aveva la mansione di addetto al rifornimento idrico (detto l'acquaiolo), mentre il fratello Giovanni era addetto alle caldaie di prora. Giuseppe, nel sentire il rumore di aerei siluranti si portò sul ponte e si accorse che la nave era circondata da aerei siluranti e da un sommergibile. D'istinto si recò nella sala macchine di prua per avvertire il fratello dell’imminente pericolo. Per tutta risposta Giovanni gli disse: corri in coperta, uno di noi si salverà. Mentre Giuseppe apriva il boccaporto di uscita arrivò la silurata e fu nella zona centrale, verso la prora. Giovanni fu fra le vittime. Il siluramento avvenne intorno alle 20 (secondo i ricordi). Il Trieste imbarcò acqua immergendosi a prora e per bilanciare la nave anche il personale fu spostato a poppa. Durante l’azione il Trieste non impiegò mai le artigliere. In seguito, quando il Re venne a bordo del Trieste, notò un militare che piangeva e ne domandò al comandante il motivo. Fu così che venne concessa una licenza a Giuseppe, con successivo imbarco su un’altra unità da guerra. Tornò a Gaeta in attesa e poi venne inviato a Trieste per imbarcarsi sulla corazzata Roma. Terminò il servizio militare a Gaeta dopo tanti interventi della madre Lucia affinché lo congedassero."
Giovanni , a bordo del Trieste con Giuseppe , scriveva a casa a un altro fratello il 20/7/1941 a nome anche di Giuseppe:
“…ricordati che io ho avuto la sfortuna di essere richiamato, però sono molto contento e voi siate allegri che qui ho un fratello, cioè 2 imbarcati su una nostra bella e grande unità da guerra, dove si combatte fino all’ultima goccia di sangue. Poi quando la vittoria sarà nostra io ritornerò a casa come tutti gli altri e posso dire anch’io che ho combattuto e servito la Patria con fedeltà e onore. “
Giuseppe era nato il 1/1/1919 ed è scomparso di recente. Il racconto, lettera e immagini ci sono stati cortesemente inviati dal figlio di Giuseppe, Salvatore Rosiello.
Altre immagini di Giuseppe Rosiello*. In basso, immagine del Trieste cortesemente fornita da Arcangelo Morciano, il cui nonno vi era probabilmente imbarcato.
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