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Scrivici |Enigma e Ultra
- La macchina di cifratura tedesca e la storia della decifrazione da parte britannica. -
Già nella Prima Guerra Mondiale i Britannici avevano fatto uso della decifrazione con successo e nel dopoguerra il fatto venne reso incautamente di pubblico dominio. Conoscendo il problema, al fine di garantire segretezza e praticità (velocità di codifica e decodifica), la Germania sviluppò fra le due guerre un sistema di cifratura basato su una macchina meccanica chiamata Enigma, trasportabile e poco più grande di una macchina per scrivere. Posizionando i rotori meccanici della macchina si poteva scegliere ogni volta un codice diverso generando il testo cifrato. I vari rotori erano collegati fra loro e la codifica risultava pertanto complessa ed estremamente difficile da decifrare, mentre era facilmente interpretabile da chi disponesse di una macchina analoga, posizionando nello stesso modo i rotori e semplicemente digitando il testo ricevuto. In altre parole, per forzare il codice non bastava una analisi, sia pure lunga e tenace, ma bisognava anche sapere come erano collegati i rotori e la posizione di partenza (il codice valido quel giorno). Senza qualche appiglio, c’erano poche probabilità di riuscire. Però molto prima della Seconda Guerra Mondiale lo spionaggio polacco aveva ottenuto piani e istruzioni sull'uso di Enigma e, avendone avuta una casualmente a portata di mano, aveva costruito una copia, decifrando parzialmente i messaggi. Un lavoro che sarebbe risultato utile, conosciuto dai Francesi e dagli Inglesi, ma l'invasione della Polonia disperse quei ricercatori. I Tedeschi ignoravano questa fuga di informazioni ed avevano cieca fiducia nella macchina, che comunque perfezionarono a più riprese, con l'aggiunta di un rotore e con regole più sicure di codifica. In Inghilterra si aveva molto chiaro l'obiettivo già prima del conflitto e si potenziarono moltissimo le risorse umane a disposizione per la decifrazione con un apposito centro, chiamato “Ultra”, a Bletchley Park dove confluirono importanti e geniali matematici. Uno di questi era Alan Turing, ideatore della Macchina di Turing, base di partenza dei moderni computer. La decifrazione non fu mai continua ma soggetta ad alti e bassi in funzione dei cambiamenti introdotti dai Tedeschi nel corso della guerra e delle informazioni catturate di volta in volta su unità nemiche. In particolare il codice più complesso da forzare era quello della Marina Tedesca, ma era anche quello di maggiore interesse, soprattutto per la possibilità di vincere la Battaglia dell'Atlantico contrastando i successi degli U-Boot. La conoscenza della macchina e la cattura dei rotori permise la costruzione di gruppi di macchine per simulare le varie combinazioni di codici e trovare la decifrazione del messaggio. Il tempo richiesto per decifrare dipendeva dal numero di macchine usate (sempre troppo poche e contese con gli altri gruppi di decifrazione) e poteva variare da settimane a giorni, fino a poche ore quando si ebbero regole stabili, codici catturati, messaggi noti o tradotti, utilizzatori incauti e regolari che non spostavano mai certi rotori. Bastava un cambiamento per gettare nel buio completo per mesi il gruppo di lavoro. Si usava sia logica che l'intuito per indovinare parti del messaggio che avrebbero velocizzato la forzatura del codice. I matematici di maggiore capacità idearono tecniche e metodi per ridurre casistica e tentativi, guadagnando tempo.
Ma l'obiettivo era anche ottenere informazioni aggiuntive dall'esterno, perché la decifrazione da sola non bastava e ci voleva qualche traccia. Venivano predisposte norme efficaci e crudeli per bloccare i sommergibili emersi in difficoltà, senza affondarli: non si speronavano più e si sparava con le mitragliatrici sui boccaporti, per evitare che l'equipaggio uscisse, impedendo così l'autoaffondamento. Si minacciava di morte l’equipaggio indifeso, se affondava l’unità. Nel frattempo veniva messa in mare una lancia con una squadra di abbordaggio, armata fino ai denti. Furono molte le unità da cui si ottenne documentazione utile, prima che affondassero, tenendo queste operazioni nel massimo segreto (fino a far credere morti i prigionieri). Vi furono anche coraggiosi ufficiali britannici che, saliti a bordo per catturare i codici , finirono in fondo al mare con sommergibili tedeschi e italiani. I documenti e congegni (fu trovato anche un rotore di Enigma) che si riuscivano a raccogliere erano subito inviati a Bletchley Park.
La preoccupazione maggiore era evitare di rivelare in qualche modo questi progressi e catture, temendo che i Tedeschi introducessero dei cambiamenti più sostanziali o perdessero fiducia nella sicurezza della macchina. Si faceva di tutto per non far credere ad una possibile decifrazione, fino a predisporre cause fittizie, come ad esempio simulare falsi avvistamenti per giustificare le successive azioni. Gli Americani faticarono non poco a ottenere informazioni dai Britannici, preoccupati da possibili indiscrezioni, ma quando ci riuscirono produssero centinaia di macchine permettendo così di aggregarle per decifrazioni sempre più veloci. Gli operatori di Bletchley park esultavano per i successi militari resi possibili, o almeno facilitati, dalle loro decifrazioni (la Bismarck, Matapan, il corsaro Atlantis, ecc.) e si rammaricavano che il loro contributo dovesse rimanere assolutamente segreto. Dopo la guerra fu necessario attendere molto prima che questi retroscena venissero rivelati, probabilmente a causa del segreto militare e dell'eterna attualità dell'argomento, su cui gli angloamericani avevano un primato tecnico ed organizzativo, utilizzabile anche nella Guerra Fredda.
In Italia, il tardo e progressivo affiorare di spiegazioni su come i Britannici conoscessero i segreti della marina italiana e tedesca, lasciò nel dopoguerra che si pensasse al tradimento come unica possibilità (si veda il famoso libro di A.Trizzino, “Navi e poltrone” del 1952). Nonostante le notizie sulla decifrazione, sono ancora molti a ritenere fondate le ipotesi di tradimento e questo mantiene aperta la discussione sull’argomento. Anche i tedeschi furono in grado di decifrare per alcuni periodi i messaggi inglesi. Grazie al servizio di ascolto e decifrazione B Dienst si riuscivano a conoscere le comunicazioni tra Londra, i porti dell’Atlantico e i convogli, la loro rotta e posizione. Questo fu scoperto alla fine del 1942 e solo nel maggio 1943 le trasmissioni britanniche furono di nuovo indecifrabili.
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