Post
  | Home |
Database |
Cerca nel sito |
Novità |
Mappa del sito |
Bibliografia |
Scrivici |Piccole imbarcazioni in guerra
- Una piccola mostra, una pagina inedita - Cesenatico -
La copertina del catalogo, immagini dei trabaccoli nelle esercitazioni di sbarco per Malta e con l'artiglieria durante la Grande Guerra.
Mostra: La guerra dei trabaccoli.
La Storia è costruita da un insieme di fatti grandi e piccoli ed è possibile che questi ultimi vengano trascurati. Nelle guerre si mobilitano tutte le forze di una nazione e dopo aver pensato alle navi da guerra ci si accorge di avere bisogno anche di imbarcazioni minori per una infinità di esigenze. Così le piccole imbarcazioni da pesca e da trasporto vengono coinvolte o requisite, l’equipaggio militarizzato. I natanti di questo genere, lenti e indifesi, pagano spesso un elevato tributo all’impiego bellico e raramente vengono ricordati come meriterebbero nella descrizione complessiva di una guerra. E’ quindi importante scoprire pagine minori di Storia, mai toccate prima: questo avviene appunto con una mostra sull’impiego in guerra delle piccole imbarcazioni.
Dal 3 giugno al 29 agosto 2010 nel Museo della Marineria di Cesenatico si svolge la piccola mostra “La guerra dei trabaccoli”, a cura dell’AIDMEN (Associazione Italiana Documentazione Marittima e Navale), www.aidmen.org. Alla mostra hanno collaborato Achille Rastelli, Giorgio Spazzapan, Zvonimir Freivogel, Franco Bargoni, Guido Alfano, Sergio Gobbo.
I trabaccoli sono tradizionali imbarcazioni a vela dell’Adriatico, principalmente impiegate per il trasporto costiero. Hanno tipicamente due vele e robusta struttura, generalmente lunga tre volte la larghezza, con scarso pescaggio. Le estremità sono rigonfie e la prora porta un caratteristico simbolo che ricorda degli occhi. L’ampio boccaporto centrale permette di accedere ad una capiente stiva.
Trabaccoli e imbarcazioni tradizionali sull'acqua, nell'aria dell'estate.
La storia bellica presentata nella mostra.
Vari episodi e documenti testimoniano sin dal settecento l’uso di trabaccoli in operazioni belliche per la loro capacità di carico e il limitato pescaggio, adatto a zone lagunari e sabbiose. Durante la Grande Guerra ne vennero usati centinaia per trasporto truppe e rifornimenti per il fronte nella zona del Golfo di Venezia. Alcuni di essi furono attrezzati come batterie galleggianti con un pezzo da 152 mm, mentre altri furono dotati di lanciasiluri, forse per addestramento. A conferma della sensatezza dell'impiego militare, bisogna notare che pure gli austriaci impiegarono decine di trabaccoli nella stessa zona. Anche nella seconda guerra mondiale su circa 450 trabaccoli almeno 200 vennero requisiti e impiegati in ruoli di sorveglianza foranea, dragaggio, difesa antisom, pilotaggio. I trabaccoli di maggiori dimensioni vennero assegnati al trasporto o vigilanza. Era previsto il loro impiego come mezzi da sbarco nell’operazione C3 per l’invasione di Malta e presero parte alle esercitazioni, prima dell’annullamento. Il servizio per i marittimi militarizzati era impegnativo, per la continua lontananza dalle famiglie, e rischioso per la possibilità di attacchi di aerei o sommergibili. Buona parte dei trabaccoli requisiti rimase vittima della guerra, che coinvolse comunque anche chi era costretto a svolgere le tradizionali attività civili di pesca e trasporto merci.
La sezione galleggiante del Museo della Marineria, la collocazione della mostra, le imbarcazioni d'epoca all'interno.
Presentazione e ambientazione della mostra.
La piccola mostra presenta una rara documentazione fotografica dell’impiego nelle due guerre mondiali, accompagnata da pannelli esplicativi e da alcuni ex-voto che ricordano i fatti bellici in cui alcuni marittimi vennero coinvolti. Il catalogo contiene un censimento dei trabaccoli con i dati della loro sorte. Certamente la collocazione di questa mostra nel Museo della Marineria è perfetta per l’integrazione con la vicina presenza delle imbarcazioni d’epoca e l’ambientazione: un trabaccolo e un (più piccolo) bragozzo, integri e restaurati, sono visibili da ogni lato, al centro del grande spazio interno. All’esterno si possono ammirare i trabaccoli e altre pittoresche imbarcazioni tradizionali direttamente nelle acque del canale leonardesco di Cesenatico.
La mostra è l’occasione per conoscere il Museo della Marineria , eccellente esempio di valorizzazione di tradizioni marinare che potevano scomparire per l’avanzare del turismo e delle mutate tecniche ed esigenze. Invece si sono recuperate e conservate le vecchie imbarcazioni, la loro storia, la memoria, fino ad allestire nel canale la sezione galleggiante del Museo, con le barche che catturano l’attenzione, grazie ai decisi colori delle vele e degli scafi. In realtà tutto il canale del centro rappresenta una interessante fusione tra barche storiche e pescherecci moderni, tra la parte marinara e l’abitato, tra la funzionalità dei mestieri e lo svago del semplice guardare l’ambiente, tanto che la via d’acqua è una sequenza ininterrotta di ristoranti all’aperto, luogo piacevolissimo dove passeggiare o trascorrere la serata. Tale naturalezza rende Cesenatico particolarmente attraente, all’interno della formula, sempre valida, dell’offerta turistica della riviera.
Atmosfere di Cesenatico.
Trabaccolo verrebbe dal latino “trabaculum” , chiusa formata da travi, e indicherebbe una piccola e robusta imbarcazione, rinforzata da travi. Non siamo in grado di ricostruire l’etimologia del nome, ma possiamo dire che trabaccolo ci ricorda “trabiccolo”, ironico termine corrente che designa un congegno fragile e dal funzionamento dubbio, che mal si addice a queste imbarcazioni utili e solide. Tuttavia trabiccolo ha origini antiche, un termine che veniva assegnato ad ogni strana macchina di legno, avendo anche la prima parte della parola apparentemente in comune con tanti altri termini legati al lavoro. Alcuni francesi considerano “trabiccolo” e “trebuca” (occitano) legati al loro termine “trebuchet”, catapulta medievale potente ed efficace, di funzionamento complesso con grande fabbisogno di personale. Funzionava bene a condizione che la progettasse un esperto e venissero impiegati materiali accuratamente selezionati. Poiché questo avveniva di rado, poteva capitare che si rompesse continuamente, divenendo inefficace nonostante tanto lavoro. Forse il trebuchet si rovinò la reputazione nella considerazione popolare, contaminando anche il significato di trabiccolo. Se così fosse “trabaccolo” sarebbe davvero molto antico perché si accompagna al precedente significato di trabiccolo di molti secoli fa, forse sinonimo di efficacia ottenuta con ingegnoso lavoro. Ma sono soltanto nostre supposizioni, stimolate dal venticello estivo.
350